Sostegno al lutto: iniziativa dell’associazione Fabio Sassi

Perdere una persona cara è esperienza che può capitare a tutti e in qualunque momento della vita. Un’esperienza a volte talmente dolorosa da risultare insopportabile.

Ben venga quindi il servizio che l’associazione Fabio Sassi offre, non solo a chi soffre una perdita in seguito al ricovero presso l’hospice “Il Nespolo”, ma a chiunque stia affrontando le fatiche tipiche di chi deve elaborare emozioni e sentimenti messi a dura prova da un lutto.

Il Progetto di sostegno al lutto, realizzato grazie a personale esperto, prevede due percorsi che possono essere usufruiti sia indipendentemente l’uno dall’altro che come percorsi complementari. 

Il primo consiste in una presa in carico individuale attraverso alcuni incontri con una psicologa, dottoressa Valentina Ratti. È un approccio che, essendo individuale, tiene conto delle esigenze e particolarità specifiche di ogni persona.

Il secondo invece si avvale della partecipazione a un gruppo di Auto Mutuo Aiuto, denominato “Gruppo Oltre”, in cui i partecipanti si ritrovano ogni tre settimane per un incontro della durata di due ore.
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In questi incontri un ruolo fondamentale è svolto dalle facilitatrici, volontarie dell’associazione appositamente formate, la cui presenza favorisce interazioni significative e un clima di sostegno reciproco.

L’ingresso e l’uscita nel/dal gruppo sono sempre preceduti da un colloquio individuale con la psicologa.

L’idea dei gruppi è nata nel 2002 durante l’attività di supporto psicologico prevista dal servizio di Cure Palliative del territorio.

“Ascoltavo con stupore e ammirazione le considerazioni di un marito che, addolorato per la morte della cara moglie, iniziava con fatica a intravedere il proprio futuro con rinnovata speranza”, racconta il dottor Gennaro Quadraruopolo, psicologo e psicoterapeuta. “Erano parole che traducevano i progressi che stava ottenendo, sotto l’impulso di preziose consapevolezze che possono sorgere solo dalle profondità anguste della sofferenza. Mi ritrovai con stupore a pensare: “non saprei illustrare meglio la ripresa di fiducia nella vita…”, e subito dopo: “…quanto sarebbe utile che queste parole le ascoltasse…”, immaginando la persona in lutto che avrei dovuto vedere successivamente”.    

Lo specialista racconta anche come, una volta attivato il percorso di gruppo, abbia notato “l’emergere di competenze importanti in alcuni dei partecipanti”, a cui avrebbe poi chiesto la disponibilità a contribuire alla crescita del gruppo stesso.

Nascevano così i facilitatori. “Un processo virtuoso”, come lo definisce lo psicoterapeuta, “che nasce da un’esperienza dolorosa trasformatasi in competenza prodigiosa”. 

Numerose e significative le testimonianze di chi ha partecipato in questi anni ai gruppi, raccolte dalla Fabio Sassi.

“Ho capito che perdere qualcuno è un po’ come trovarsi improvvisamente davanti a un faticoso sentiero di montagna, con uno zaino pesante sulle spalle, e nessuna intenzione, nessun desiderio di mettersi in cammino”, racconta una donna che nel 2020 ha perso il marito. “Il gruppo di mutuo aiuto mi stava offrendo qualcosa che altrove non esisteva, e cioè la possibilità di percorrere quel sentiero in compagnia di persone che, come me, avevano vissuto un’esperienza di perdita lacerante, persone che non cercavano di consolarmi, incoraggiarmi, spronarmi, ma semplicemente si mettevano al mio fianco per tutto il tempo che avrei ritenuto necessario, offrendo un ascolto attento e rispettoso, e una condivisione di vissuti autentica e sincera”.   

“Al gruppo di mutuo aiuto ho imparato che il tempo del lutto è un tempo strano, intriso di un miscuglio di emozioni profonde e ricordi dolci e amari che, come in una staffetta, si danno il cambio repentinamente”, è l’esperienza di un’altra partecipante. “E finché non lo avremo percorso tutto quanto, finché non avremo toccato con mano la sua intensità, chi ci è accanto dovrà necessariamente stare in attesa, pazientare, e semplicemente continuare ad amarci”.

“La Dott.ssa Valentina, psicologa dell’Hospice nell’ambito del lutto, mi insegna a guardarmi dentro e a analizzarmi un po’ (cosa che non sono abituata a fare), e dopo qualche incontro mi propone il gruppo “Oltre””, è la testimonianza di una figlia che ha perso il padre. “Non tanto convinta, le rispondo di sì, senza sapere cosa aspettarmi. Il gruppo è come un insieme di cuscini su cui appoggiarsi con tutto il peso, quando ci si sente soli e vuoti, e sentirsi avvolti in tutta la morbidezza. Tutto è spontaneo, non ci sono forzature, e ognuno può sfogarsi certi di essere ascoltati”.

Straziante la testimonianza di una madre che ha perso il figlio in un incidente stradale: “Si cade in un buco enorme, più grande di me, buio, senza luce. Poi non hai scelta, hai solo una strada: devi risalire, per me stessa e per chi mi vuole bene veramente. Il gruppo serve, ti aiuta, ti ascolta, ti abbraccia e ti supporta quando ne hai bisogno. Non è facile, anzi”.

Tante storie, tutte accomunate da un dolore enorme e che può sembrare insopportabile soprattutto se si è da soli a portare il fardello.

Il servizio della Fabio Sassi può essere una luce nel buio, uno spiraglio che poco a poco si allarga e fa riacquistare la voglia di vivere.
A.Vi.

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