Radici
Gentile Direttore.
Abbiamo sentito più volte la Meloni di governo dichiararsi orgogliosa delle sue radici che non gelano mai, e dei legami che non si possono rompere; non deve quindi stupirci il negazionismo aberrante in merito alle stragi fasciste, in particolare ogni due agosto, anniversario della strage alla stazione a Bologna.
Sono trascorsi quarantacinque anni dalla più violenta strage del secondo dopoguerra, 85 morti oltre 200 feriti, quarantacinque anni di depistaggi di attribuzioni fantasiose, mancavano solo i marziani, solo grazie alla costanza e voglia di verità delle associazioni dei familiari delle vittime si è giunti finalmente alla verità giudiziaria oltre alla verità storica.
Tutti gli stragisti erano transitati nel Movimento Sociale Italiano, che vedeva alla guida quel Giorgio Almirante fucilatore di partigiani, vigliacco che il 25 Aprile fuggì dall'arcivescovado a Milano con al bavero una coccarda tricolore, che appoggiò senza se e senza ma i vari Rauti, Saccucci , Concutelli organizzò assalti alle sedi del sindacato e del PCI.
La manovalanza stragista era formata da Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini, Gilberto Cavallini; ma la mente, l'idea, i finanziamenti sono ascrivibili alla P2 di Licio Gelli e Umberto Ortolani, con il supporto strategico di Umberto D'Amato e Mario Tedeschi, di fatto i vertici dei servizi segreti.
Bernini che teoricamente non è fascista, ha vilipeso le vittime della strage definendo "comiziaccio" l'intervento accorato del Presidente dell'associazione dei familiari delle vittime, ovviamente col supporto dei fogliacci di regime, se avesse due lire di dignità si vergognerebbe.
La Telenovela del libico violentatore di bambini non accenna a finire, dopo mesi di "minchiate" finalmente Giorgetta ha ammesso di essere stata lei a gestire rilascio e rimpatrio dello squallido soggetto, ammettendo che si è trattato di un ricatto dei libici, alla buon ora! Dopo aver sentito Carletto mezzolitro (cit. Travaglio) nel ruolo di Azzeccagarbugli de no altri nel totale silenzio della Capa, la verità è emersa dal fango.
Grazie per l'attenzione.
Abbiamo sentito più volte la Meloni di governo dichiararsi orgogliosa delle sue radici che non gelano mai, e dei legami che non si possono rompere; non deve quindi stupirci il negazionismo aberrante in merito alle stragi fasciste, in particolare ogni due agosto, anniversario della strage alla stazione a Bologna.
Sono trascorsi quarantacinque anni dalla più violenta strage del secondo dopoguerra, 85 morti oltre 200 feriti, quarantacinque anni di depistaggi di attribuzioni fantasiose, mancavano solo i marziani, solo grazie alla costanza e voglia di verità delle associazioni dei familiari delle vittime si è giunti finalmente alla verità giudiziaria oltre alla verità storica.
Tutti gli stragisti erano transitati nel Movimento Sociale Italiano, che vedeva alla guida quel Giorgio Almirante fucilatore di partigiani, vigliacco che il 25 Aprile fuggì dall'arcivescovado a Milano con al bavero una coccarda tricolore, che appoggiò senza se e senza ma i vari Rauti, Saccucci , Concutelli organizzò assalti alle sedi del sindacato e del PCI.
La manovalanza stragista era formata da Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini, Gilberto Cavallini; ma la mente, l'idea, i finanziamenti sono ascrivibili alla P2 di Licio Gelli e Umberto Ortolani, con il supporto strategico di Umberto D'Amato e Mario Tedeschi, di fatto i vertici dei servizi segreti.
Bernini che teoricamente non è fascista, ha vilipeso le vittime della strage definendo "comiziaccio" l'intervento accorato del Presidente dell'associazione dei familiari delle vittime, ovviamente col supporto dei fogliacci di regime, se avesse due lire di dignità si vergognerebbe.
La Telenovela del libico violentatore di bambini non accenna a finire, dopo mesi di "minchiate" finalmente Giorgetta ha ammesso di essere stata lei a gestire rilascio e rimpatrio dello squallido soggetto, ammettendo che si è trattato di un ricatto dei libici, alla buon ora! Dopo aver sentito Carletto mezzolitro (cit. Travaglio) nel ruolo di Azzeccagarbugli de no altri nel totale silenzio della Capa, la verità è emersa dal fango.
Grazie per l'attenzione.
Fulvio Magni