I superpoteri a 'Roma ladrona'

Nella giornata di ieri il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al disegno di legge costituzionale di modifica dell’art. 114 della Costituzione, il quale, nel nuovo testo integrato, prevederebbe l’elevazione della città di Roma ad ente costitutivo della Repubblica, accanto allo Stato, alle Regioni, alle Province ed ai “meri” Comuni e Città Metropolitane. Forte del suo nuovo ed inedito rango costituzionale, Roma Capitale potrà esercitare potestà legislativa in una pluralità di settori, con funzioni e poteri peculiari.
Entusiastici i giudizi espressi in merito dagli esponenti capitolini della Lega – Salvini Premier, i quali chiosano: “I poteri speciali per Roma sono coerenti con il progetto autonomista della Lega, che mira a valorizzare i territori e ad aumentare poteri e responsabilità agli amministratori”.

Ogni commento in ordine al tremendo abisso politico, ideale, umano e spirituale che separa il partito personale del Ministro Matteo Salvini dalla Lega Nord per l’Indipendenza della Padania - che, malgrado tutto e tutti, sopravvive, in eterno commissariamento - è assolutamente superfluo. Il pensiero che quella che era la classe dirigente del Partito fondato da Umberto Bossi doti, addirittura, di “superpoteri costituzionali” quella Roma ladrona, che per decenni nell’immaginario collettivo leghista ha incarnato il peggior centralismo, opportunismo e clientelismo e che da sempre rappresenta la nemesi della produttività e del civismo dei popoli padani è qualcosa che genera addirittura un senso di vertigine.

Se, infine, si considera, da un lato, che la gestione del Comune di Roma nel corso dei decenni ha accumulato un debito di tale entità che, per anni, non si è riusciti nemmeno a quantificare e, dall’altro, che la cosiddetta “legge sull’autonomia differenziata” – legge ordinaria e non costituzionale, ça va sans dire – nel suo articolato, è una sorta di labirinto di Minosse in cui anche il Minotauro si rifiuterebbe di mettere piede, e che mai porterà alcun beneficio alle Regioni del Nord, si deve concludere, giocoforza, che in questo Stato è sempre e comunque l’opportunismo a prevalere e il merito ad essere mortificato. Sì, la muta del rettile è completa.
Roberto Castelli, Segretario Federale del Partito Popolare del Nord – Autonomia e Libertà
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