GdF Bergamo: sequestro di 50 milioni alla Vitali Spa
La Guardia di Finanza di Bergamo ha eseguito un sequestro preventivo da 50 milioni di euro nei confronti dei fratelli Cristian e Massimo Vitali, proprietari del gruppo industriale con sede a Cisano Bergamasco. Il provvedimento emesso dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bergamo riguarda le quote societarie di due aziende: il 50% della Vitali spa e il 100% della Expand srl. I due imprenditori sono indagati per bancarotta fraudolenta in relazione al fallimento della Vita srl, società che secondo l'accusa sarebbe stata deliberatamente svuotata dei suoi asset più preziosi.
La Srl era intestata a un soggetto prestanome di 88 anni. A seguito di una scissione gli asset della Vita Srl, pari a 31 milioni sarebbero stati immessi nella neocostituita Expand Srl.
La Vitali Spa è una grande impresa con oltre 350 dipendenti, 400 mezzi di lavoro, cinque sedi tra cui una a Calusco e un giro d’affari superiore a 100milioni. Ha lavorato molto anche nel lecchese vincendo numerose gare d’appalto.
L’avvocato Filippo Dinacci, difensori dei fratelli Vitali all’Eco di Bergamo ha dichiarato: "Nel rispetto che le decisioni giudiziarie impongono, si ritiene che la vicenda rappresenti un mero equivoco processuale che quanto prima sarà chiarito; basti pensare che sono stati soddisfatti tutti i creditori e quindi nessun danno è stato arrecato. Circostanza, questa, verificabile documentalmente". In una nota stampa successiva, l'ufficio stampa del gruppo ha aggiunto: "Prendiamo atto con sorpresa e confermiamo la nostra estraneità dalla vicenda. Siamo certi che la questione sarà risolta al più presto".
La Srl era intestata a un soggetto prestanome di 88 anni. A seguito di una scissione gli asset della Vita Srl, pari a 31 milioni sarebbero stati immessi nella neocostituita Expand Srl.
La Vitali Spa è una grande impresa con oltre 350 dipendenti, 400 mezzi di lavoro, cinque sedi tra cui una a Calusco e un giro d’affari superiore a 100milioni. Ha lavorato molto anche nel lecchese vincendo numerose gare d’appalto.
L’avvocato Filippo Dinacci, difensori dei fratelli Vitali all’Eco di Bergamo ha dichiarato: "Nel rispetto che le decisioni giudiziarie impongono, si ritiene che la vicenda rappresenti un mero equivoco processuale che quanto prima sarà chiarito; basti pensare che sono stati soddisfatti tutti i creditori e quindi nessun danno è stato arrecato. Circostanza, questa, verificabile documentalmente". In una nota stampa successiva, l'ufficio stampa del gruppo ha aggiunto: "Prendiamo atto con sorpresa e confermiamo la nostra estraneità dalla vicenda. Siamo certi che la questione sarà risolta al più presto".
GdiF BERGAMO: BANCAROTTA FRAUDOLENTA: SOTTOPOSTE A SEQUESTRO PREVENTIVO QUOTE SOCIETARIE DI DUE IMPRENDITORI BERGAMASCHI PER CIRCA 50 MILIONI EURO
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo, nel corso della mattinata odierna, stanno dando esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di tipo impeditivo, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Bergamo, delle quote societarie possedute da due indagati in altrettante società operanti nel real estate development.
Il provvedimento è volto a evitare che le quote, dal complessivo valore di circa 50 milioni di euro, possano essere indebitamente utilizzate per compiere ulteriori reati inerenti il Codice della crisi d'impresa.
Le investigazioni hanno accertato il compimento di un’operazione di scissione societaria, volta ad allontanare dalla società in decozione gli asset di valore. In questo modo, la maggior parte dell’attivo, pari a 31 milioni di euro, veniva trasferito a una società neo costituita (cd. good company), lasciando la società in crisi (bad company) - nel frattempo intestata a un prestanome ultra ottantenne – in una precaria situazione finanziaria, tale da causarne la liquidazione giudiziale.
Sono altresì emerse condotte distrattive, sostanziatesi nell’utilizzo - da parte dell’amministratore della fallita - del denaro della società per pagare ristoranti, strutture balneari, vacanze, ovvero prestazioni professionali di un dottore commercialista per scopi estranei all’oggetto sociale.
Inoltre, una delle dinamiche oggetto di contestazione riguarda la cessione, da parte di una S.p.a. riconducibile al medesimo ambito familiare, alla società decotta, di azioni ordinarie di intermediari finanziari. L’operazione - per la quale l’acquirente non aveva in realtà alcun interesse economicamente rilevante - è stata parzialmente pagata mediante l’accollo di circa 22 milioni di euro di debiti che la cedente aveva verso banche.
Si rappresenta che è in fase di nomina, da parte dell’ Ufficio Gip orobico apposito amministratore giudiziario per la gestione delle quote sottoposte a vincolo cautelare.
L’odierna attività testimonia la costante attenzione e il perdurante impegno profuso dal Corpo della Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini coordinate dal locale ufficio inquirente, a contrasto dei contesti di illegalità economico – finanziaria di maggiore gravità, a tutela delle imprese che invece operano nel rispetto della legge, nonché per il recupero delle risorse sottratte alla collettività. Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che le responsabilità degli indagati saranno definitivamente accertate solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
