Osnago come l'antica Toscana comunista

Devo dire la verità, ho vissuto in Toscana per più di un decennio e gli eventi che organizzano ad Osnago hanno proprio quel sapore di appartenenza ad una storia e ad una tradizione che mi riporta al mio impegno di giovane attivista del collettivo universitario. Soprattutto, durante il periodo estivo, mi recavo alle feste dell’unità o alle sagre di paese dove si respirava una identità vera, alle case del popolo erano appese le foto dei partigiani locali. Oggi è tutto cambiato, mi dicono che anche in Toscana, molte città sono passate a destra, interi quartieri popolari in città come Firenze, Pisa, Pontedera, Massa, con l’unica eccezione di Livorno, tanto per citare contesti cari alla tradizione comunista toscana, oggi votano per la Meloni. Chissà che non accada anche a Osnago, anche se dubito perché, come a Osnago, in tutta la Brianza lecchese il cdx locale soffre una penosa spinta innovatrice. Nel frattempo, mi recherò alla pasta asciutta antifascista facendone buona incetta per due motivi, il primo perché è buona cosa ricordare la caduta del fascismo, almeno quello romano, perché la storia ci dirà che dal settembre del ‘43 all’aprile del ‘45 il nostro paese soffrirà le più atroci pene per la presenza dei tedeschi e dei fascisti repubblichini al seguito, la seconda, un po’ più sarcasticamente, perché di sinistra in giro ce n’è ben poca e gli osnaghesi mi fanno anche un po’ tenerezza perché, nella dinamica e mai panciuta Brianza, vivono in un luogo collettivo, sempre con lo sguardo rivolto al passato, dove i Dorotei democristiani fanno l’amore con i miglioristi comunisti. Viva Osnago
Dario
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