Immigrati: il confronto con gli ultras è molto difficile
Caro direttore, ho letto lo scambio con il mitico Emilio senzacognome. La questione è che non ci può essere confronto con un ultras. Questo rimane il problema principale in Italia. Per ogni cittadino è normale, giusto, auspicabile che abbia proprie opinioni e per quelle manifesti simpatie e voti verso una forza politica che più le rappresenta.
Ma poi, da cittadino, dovrebbe riconoscere “le stronzate” e avversarle, pure o ancora meglio se arrivano dalla parte politica vicina. Sulla questione immigrazione come hai ricordato, la destra come al solito si era spesa con slogan per soluzioni facili, immediate, risolutive (come per altre questioni tipo accise, pensioni ecc.) che per qualsiasi persona ragionevole e onesta erano evidentemente non fattibili. Ora, sono i dati, riscontri oggettivi che dimostrano che l’immigrazione in questi ultimi anni non solo non si è interrotta, ma in certi periodi aumentata.
Perché non c’è stato il blocco navale, non sono stati rimandati in massa ai loro paesi, la linea dura agli scafisti non è servita a niente e in generale i flussi dipendono da altro. Tutte proposte inefficaci o inattuabili, quindi ora la destra tenta di giustificarsi, prendendo in giro i suoi elettori e il resto dei cittadini, addossando colpe alla magistratura. Ora, supponiamo pure che la magistratura si muova contro questo governo e prendiamo l’esempio del processo a Salvini e dei centri di detenzione in Albania. Salvini, prendendoci un po’ per i fondelli, diciamolo, dice che ha difeso i confini del nostro stato, ma in pratica ha trattenuto inutilmente delle persone su una nave per qualche settimana. Ha individuato e quindi respinto dei militari, terroristi, malavitosi? No, perché poi sono sbarcati tutti.
Quindi la difesa di cosa? Per i centri di detenzione in Albania, scusate, ma cosa cambia se degli immigrati in attesa di capire “cosa farne” vengono trattenuti i centri in Calabria, Sicilia o Albania? In pratica perché così dovrebbero esserci meno sbarchi? Si pensa che persone che hanno attraversato un deserto, finiti in mano a torturatori libici, se mai venissero a sapere (ma quando mai!) che sbarcati in Italia anziché finire in un centro in Calabria li porteranno in Albania, questi ci ripensano e ritornano da dove sono venuti? E così come costringere le navi delle Ong ad arrivare fino a La Spezia o a Venezia che senso ha, se non quello di prolungare l’agonia di disperati? In tutto questo che c’azzeccano i magistrati?
Ma poi, da cittadino, dovrebbe riconoscere “le stronzate” e avversarle, pure o ancora meglio se arrivano dalla parte politica vicina. Sulla questione immigrazione come hai ricordato, la destra come al solito si era spesa con slogan per soluzioni facili, immediate, risolutive (come per altre questioni tipo accise, pensioni ecc.) che per qualsiasi persona ragionevole e onesta erano evidentemente non fattibili. Ora, sono i dati, riscontri oggettivi che dimostrano che l’immigrazione in questi ultimi anni non solo non si è interrotta, ma in certi periodi aumentata.
Perché non c’è stato il blocco navale, non sono stati rimandati in massa ai loro paesi, la linea dura agli scafisti non è servita a niente e in generale i flussi dipendono da altro. Tutte proposte inefficaci o inattuabili, quindi ora la destra tenta di giustificarsi, prendendo in giro i suoi elettori e il resto dei cittadini, addossando colpe alla magistratura. Ora, supponiamo pure che la magistratura si muova contro questo governo e prendiamo l’esempio del processo a Salvini e dei centri di detenzione in Albania. Salvini, prendendoci un po’ per i fondelli, diciamolo, dice che ha difeso i confini del nostro stato, ma in pratica ha trattenuto inutilmente delle persone su una nave per qualche settimana. Ha individuato e quindi respinto dei militari, terroristi, malavitosi? No, perché poi sono sbarcati tutti.
Quindi la difesa di cosa? Per i centri di detenzione in Albania, scusate, ma cosa cambia se degli immigrati in attesa di capire “cosa farne” vengono trattenuti i centri in Calabria, Sicilia o Albania? In pratica perché così dovrebbero esserci meno sbarchi? Si pensa che persone che hanno attraversato un deserto, finiti in mano a torturatori libici, se mai venissero a sapere (ma quando mai!) che sbarcati in Italia anziché finire in un centro in Calabria li porteranno in Albania, questi ci ripensano e ritornano da dove sono venuti? E così come costringere le navi delle Ong ad arrivare fino a La Spezia o a Venezia che senso ha, se non quello di prolungare l’agonia di disperati? In tutto questo che c’azzeccano i magistrati?
Pierangelo Manzoni