Sempre più frequente la truffa del rimborso tasse

La tecnica è collaudata e non risparmia nessuno, (in passato anche a un sacerdote). Una telefonata da numero sconosciuto, una voce suadente che snocciola tutti i dati del malcapitato da quelli personali, sino a quelli del proprio datore di lavoro. La motivazione non cambia: si tratta di un rimborso, in questo caso di un 730.

Rimborso che, per di più si avvicina molto a quello che la vittima dovrebbe effettivamente ricevere. E non avendo il conto presso la banca di cui il telefonista dice essere dipendente occorrono altri strumenti per effettuare questo rimborso. La banca chiamata in causa è di primaria importanza a livello europeo con filiali anche a Merate e dintorni. L’interlocutore anonimo chiede un iban per poter effettuare il bonifico oppure, e qui scatta la truffa, un poste pay sempre allo scopo di effettuare questo rimborso.

Ma mentre l’iban è alla portata di chiunque e serve giustappunto soltanto per ricevere bonifici, con i dati della carta un abile truffatore riesce a accedere al conto. Fortunatamente il malcapitato tornando a casa dal lavoro ha trovato nella cassetta postale una lettera circolare di un altro primario Istituto di credito, di cui è correntista, che metteva in guardia i propri clienti da chiamate del genere. Truffa sventata. Attenzione però, le telefonate sono estremamente documentate e il rischio di cadere nel tranello è concreto.
Luisa Biella
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