Logo e colore
E’ vero che in questo mondo i punti i vista personali, condivisibili o meno, sono infiniti. Visto l’articolo sulla nascita del marchio “ Brianza Valley ”, mi chiedevo se fosse normale lanciare un marchio o logo, territoriale, come questo, composto da due parole di cui una è Inglese. Va bene che poi andrà all’estero , credo, ma si potrà, in quel momento, tradurlo nelle varie lingue. Anche nella presentazione si potrebbero usare le parole in italiano o magari in dialetto, anziché “welfare, brand, hub, spoke". Già ci hanno rifilato la Greenway, e chissà quali altri termini. Anche i colori, credo, avrebbero potuto essere diversi, verde e marrone della Brianza, non sono così. Grazie
G.C.
Già, pensiamo al local ma poi ci esprimiamo il global . . . . Anche se dubito che qualche prodotto locale, sul mercato già da molti anni, sia oggetto di maggiore esportazione soltanto per il logo.
