Il caso Garlasco e il caso Italia
Che la gran parte del GCM prediliga far leva soprattutto sulla “pancia” del potenziale fruitore della notizia è cosa arcinota. Si parla non a caso di propensione più o meno velata a sollecitarne la “morbosità” inzeppando la cronaca di particolari pur secondari ma sempre più coloriti per tener continuamente viva l'attenzione del destinatario.
Qualcuno le definisce come leggi di un “giornalismo” sensazionalistico che spesso non rispetta neppure la sensibilità di chi è incolpevole vittima dei vari casi che ormai rubano la scena quotidiana dei vari talk show televisivi ma non solo.
Uno di questi mi appare esemplarmente il cosiddetto caso Garlasco.
Non voglio certo anch'io inerpicarmi, non avrei ne l'interesse ne tanto meno le dettagliate conoscenze di chi ne segue giornalmente l'evoluzione, sui contorti e sui vari aspetti di questa intricata vicenda che come un fiume carsico scompare e riappare nel Grande Circo Mediatico che ne trae linfa per gli ascolti e le vendite.
Quello però che da semplice cittadino pensante attira il mio interesse è cercare di comprendere le radici di questo quasi “meccanismo ipnotico” che attira così tanta gente che poi, mi dicono, ne fa anche oggetto di interminabili ping pong sui social.
Certamente uno dei fattori che, invece e in qualche modo positivamente, sembrerebbe produrre questo interesse è quello che si potrebbe definire un meccanismo di preoccupata “identificazione” nelle sorti di chi, a vario titolo, sembra essere soggetto - e oggetto - di casi di malagiustizia.
E' come se uno dicesse a sé stesso : e se capitasse a me?
E' qui che vorrei portare la riflessione con un esplicito interrogativo, ben contento che altri possano condividere le loro considerazioni confrontandoci sullo stesso tema.
Perché lo stesso meccanismo di “identificazione” non sembra scattare , almeno apparentemente e in larga scala, quando ci si imbatte in questioni che per la loro strutturale rilevanza non solo giuridica dovrebbero costituire una fonte d'interesse massimo per ogni cittadino?
Prendiamo quello che sta succedendo nella Commissione Antimafia che, purtroppo e non a caso, è quasi del tutto ignorato dal GCM specialmente televisivo.
Ne avevo trattato in un mio precedente pur breve scritto in accompagnamento ad un imperdibile video https://www.merateonline.it/notizie/148255/salvatore-borsellino-il-coraggio-e-l-amarezza-della-denuncia della recentissima intervista a Salvatore Borsellino e che oggi si arricchisce di una notizia solo apparentemente secondaria (che certamente non troverà alcuna traccia nella quasi totalità del GCM) ma di grande valore documentale per la ricostruzione di quella che ben si potrebbe definire come la Storia martoriata del nostro Paese https://www.antimafiaduemila.com/home/primo-piano/105699-bombe-92-gip-di-caltanissetta-ferma-archiviazione-dopo-verbale-su-lo-cicero.html
(Consiglierei di leggere gli “Articoli correlati” per comprendere al meglio ciò che è effettivamente in ballo in Commissione Antimafia, ma non solo, attraverso la dettagliata analisi di chi segue coraggiosamente da oltre vent'anni queste vicende piene di omertà, depistaggi e tentativi di delegittimazione).
Allora la domanda bruciante è: E' vero che certo giornalismo e certa interessata politica cercherà sempre di offuscare vicende scomode per il Potere ma perché lo stesso marcato interesse nel seguire i vari casi di cronaca tipo Garlasco non sembra registrarsi nei cittadini a maggior ragione per questioni che hanno a che fare con le sorti della nostra Democrazia sia passata che presente, e quindi a ben vedere tutti noi?
Ad ognuno darsi una plausibile risposta.
Da parte mia ritengo, ma sono certo di non essere il solo, che uno Stato che non sciolga le ombre che hanno caratterizzato in vari modi decenni del nostro vivere non potrà dirsi e soprattutto essere credibile.
Con la precisa consapevolezza del dovere di ogni cittadino di distinguere il volto credibile di uno Stato, più che mai da sostenere, da quello compromesso, da contrastare.
Con l'invito a non lasciar soli i pochi magistrati, giornalisti, politici e testimoni coraggiosi che, in nome nostro, continuano a perseguire la ricerca di indicibili quanto urticanti verità i cui effetti ancora persistono.
Qualcuno le definisce come leggi di un “giornalismo” sensazionalistico che spesso non rispetta neppure la sensibilità di chi è incolpevole vittima dei vari casi che ormai rubano la scena quotidiana dei vari talk show televisivi ma non solo.
Uno di questi mi appare esemplarmente il cosiddetto caso Garlasco.
Non voglio certo anch'io inerpicarmi, non avrei ne l'interesse ne tanto meno le dettagliate conoscenze di chi ne segue giornalmente l'evoluzione, sui contorti e sui vari aspetti di questa intricata vicenda che come un fiume carsico scompare e riappare nel Grande Circo Mediatico che ne trae linfa per gli ascolti e le vendite.
Quello però che da semplice cittadino pensante attira il mio interesse è cercare di comprendere le radici di questo quasi “meccanismo ipnotico” che attira così tanta gente che poi, mi dicono, ne fa anche oggetto di interminabili ping pong sui social.
Certamente uno dei fattori che, invece e in qualche modo positivamente, sembrerebbe produrre questo interesse è quello che si potrebbe definire un meccanismo di preoccupata “identificazione” nelle sorti di chi, a vario titolo, sembra essere soggetto - e oggetto - di casi di malagiustizia.
E' come se uno dicesse a sé stesso : e se capitasse a me?
E' qui che vorrei portare la riflessione con un esplicito interrogativo, ben contento che altri possano condividere le loro considerazioni confrontandoci sullo stesso tema.
Perché lo stesso meccanismo di “identificazione” non sembra scattare , almeno apparentemente e in larga scala, quando ci si imbatte in questioni che per la loro strutturale rilevanza non solo giuridica dovrebbero costituire una fonte d'interesse massimo per ogni cittadino?
Prendiamo quello che sta succedendo nella Commissione Antimafia che, purtroppo e non a caso, è quasi del tutto ignorato dal GCM specialmente televisivo.
Ne avevo trattato in un mio precedente pur breve scritto in accompagnamento ad un imperdibile video https://www.merateonline.it/notizie/148255/salvatore-borsellino-il-coraggio-e-l-amarezza-della-denuncia della recentissima intervista a Salvatore Borsellino e che oggi si arricchisce di una notizia solo apparentemente secondaria (che certamente non troverà alcuna traccia nella quasi totalità del GCM) ma di grande valore documentale per la ricostruzione di quella che ben si potrebbe definire come la Storia martoriata del nostro Paese https://www.antimafiaduemila.com/home/primo-piano/105699-bombe-92-gip-di-caltanissetta-ferma-archiviazione-dopo-verbale-su-lo-cicero.html
(Consiglierei di leggere gli “Articoli correlati” per comprendere al meglio ciò che è effettivamente in ballo in Commissione Antimafia, ma non solo, attraverso la dettagliata analisi di chi segue coraggiosamente da oltre vent'anni queste vicende piene di omertà, depistaggi e tentativi di delegittimazione).
Allora la domanda bruciante è: E' vero che certo giornalismo e certa interessata politica cercherà sempre di offuscare vicende scomode per il Potere ma perché lo stesso marcato interesse nel seguire i vari casi di cronaca tipo Garlasco non sembra registrarsi nei cittadini a maggior ragione per questioni che hanno a che fare con le sorti della nostra Democrazia sia passata che presente, e quindi a ben vedere tutti noi?
Ad ognuno darsi una plausibile risposta.
Da parte mia ritengo, ma sono certo di non essere il solo, che uno Stato che non sciolga le ombre che hanno caratterizzato in vari modi decenni del nostro vivere non potrà dirsi e soprattutto essere credibile.
Con la precisa consapevolezza del dovere di ogni cittadino di distinguere il volto credibile di uno Stato, più che mai da sostenere, da quello compromesso, da contrastare.
Con l'invito a non lasciar soli i pochi magistrati, giornalisti, politici e testimoni coraggiosi che, in nome nostro, continuano a perseguire la ricerca di indicibili quanto urticanti verità i cui effetti ancora persistono.
Germano Bosisio