Lomagna: sr. Luisa Dell'Orto e Vittorio Arrigoni. Due vite che hanno raccontato la Pace

Il racconto di due vite spezzate, in due terre così lontane tra loro, ma che hanno avuto in comune il desiderio di piantare un seme di pace e giustizia: di questo si è trattato “Sguardi di pace”, l'iniziativa promossa dall'Amministrazione Comunale di Lomagna e tenutasi nell'auditorium del paese.
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In tantissimi sono venuti ad ascoltare le parole di chi ha conosciuto e raccolto l'eredità di Piccola Sorella Luisa Dell'Orto, assassinata a Port-Au-Prince (Haiti) nel 2022, e Vittorio Arrigoni, ucciso nella striscia di Gaza nel 2011.
“Erano portatori di valori universali, testimoni e operatori di una pace che si concretizza proprio negli occhi” ha spiegato Cristina Citterio, sindaco di Lomagna “è il motivo di aver chiamato questa serata “sguardi di pace”, perchè lo sguardo è quello che è possibile quando si è vicini all'altro”. Allora gli occhi di piccola sorella Luisa e di Vittorio, limpidi e vitali, sono e continuano a essere gli specchi della nostra speranza di un cambiamento ancora possibile”.
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Il sindaco Cristina Citterio

A pochi giorni dal terzo anniversario della sua scomparsa, le parole e i progetti della suora di Lomagna, sono state narrate da chi ha raccolto il suo testimone nella “sua” Haiti: le volontarie di Caritas Ambrosiana Letizia Scaccabarozzi e Stefania Casturà.
In una terra dilaniata da tensioni politiche interne, terremoti e calamità, la missionaria e le sue consorelle hanno infatti creato un piccolo angolo di serenità per i più fragili: si chiama “Kay Chal” il centro di aggregazione dove anche i bambini “restavec” (che fin da piccoli vengono strappati all'infanzia per lavorare come domestici per le famiglie più ricche) possono andare a scuola e dedicarsi ad attività ricreative. Quel centro, che oggi viene portato avanti proprio da quei bambini che la piccola sorella aveva educato con dolcezza ed entusiasmo, ha formato ed ispirato un'intera generazione di piccoli Haitiani, donandogli la speranza di un futuro migliore.
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 Stefania Casturà

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Letizia Scaccabarozzi

Tra piccoli anedotti di cura quotidiana e manifestazioni di attenzioni per l'altro, le due volontarie hanno presentato al pubblico di Lomagna quella che secondo loro è stata la “ricetta per la pace” così come è stata trasmessa loro da sorella Luisa: la ricerca di giustizia e l'eliminazione di ogni forma di esclusione sociale, il dialogo e l'ascolto nei confronti del prossimo, l'educazione ad atteggiamenti di non violenza, la cooperazione ed, in ultimo, mettere sempre gli altri davanti all'io.
“Questa idea di partire non c’è mai stata” rispondeva la Piccola Sorella a chi le chiedeva se non avesse mai pensato di lasciare Haiti “è stata piuttosto quella di continuare a vivere con la gente: come se qualcuno della sua famiglia è malato, non è che lo lascia solo, è proprio lì il momento in cui uno sta più vicino alle persone”.
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Alla fine tutto il bene che ha riservato per quel popolo è stato ripagato con un ultimo gesto estremo di gratitudine: “i suoi ragazzi quando hanno saputo che era stata attaccata sono subito corsi in ospedale, offrendosi di donarle il sangue” hanno raccontato le due volontarie. 
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Egidia Beretta

Poi la parola è passata a Egidia Beretta, mamma di Vittorio Arrigoni, nato a Besana: a lei il compito gravoso di ripercorrere la vita di un ragazzo che ha sempre detestato le ingiustizie ed ha, in ultimo, trovato il senso della propria esistenza nello stare vicino al popolo di Gaza. Una scelta, consapevole per cui ha pagato un prezzo altissimo, ma che ha consentito al mondo intero di sapere cosa stava accadendo nella striscia, grazie al suo blog e alla collabrazione con diversi quotidiani nazionali.
“Per prepararmi a questa questa sera ho pensato: “Ma cosa può unire una suora e un guerriero disarmato come era mio figlio?” La risposta è l'amore per gli altri, il desiderio che stessero bene, la scelta degli ultimi che entrambi hanno fatto” così la mamma di Vik, ha incominciato la sua testimonianza, ricordando come già fin da bambino Vittorio avesse dimostrato l'avversione per le ingiustizie, la passione per la scrittura e il mito di Martin Luther King.
Nel corso della sua giovinezza, seguendo il suo spirito combattivo e il suo desiderio di aiutare i meno fortunati, ha compiuto diversi viaggi in tutto il mondo affiliandosi a organizzazioni non governative, dal Perù ai paesi dell'est Europa, Vik portava supporto concreto dovunque andasse, avvicinandosi alle culture del luogo. Poi nel 2002 compie il suo primo viaggio umanitario a Gerusalemme est, da lì tocca la Palestina e scopre quella che era realmente la situazione politica di quei luoghi, fino ad allora quasi sconosciuta in occidente. In Palestina, attratto da quel popolo con così tanta sete di libertà, Vik torna più volte, tanto da rientrare nella lista nera dello Stato d'Israele, essere arrestato e massacrato di botte.
Fino al 2008, anno in cui riuscì ad attraccare nel porto di Gaza, non gli fu più possibile entrare nel paese. Trovò la morte qualche anno dopo, proprio in quel territorio in cui aveva desiderato così tanto tornare, lacerato da rancori secolari e lotte geopolitiche interne, ma non senza aver seminato qualcosa lungo il suo cammino: “Da qui non mi muovo. Non ce la faccio: in questo momento siamo tutti palestinesi” diceva narrando la distruzione e le violazioni di diritti umani continue a cui stava assistendo in quei luoghi “Restiamo umani”.
“Lo chiamo “guerriero disarmato” Vittorio” ha concluso Egidia “ma poi disarmato tanto non era: aveva la parola, aveva penna, il computer, la videocamera e questa sua grande capacità di comunicare i suoi sentimenti più profondi e di farci vivere con lui”.
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Maria Adele

I saluti finali sono stati affidati alla sorella di suor Luisa Dell'Orto, Maria Adele: “i semi di pace delle persone che hanno ricevuto il bene sono ancora presenti” ha detto.
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Vittorio e Piccola Sorella Luisa non si sono mai incontrati, ma la loro comunione di intenti ha fatto sì che in qualche modo i loro destini e le loro eredità si incrociassero: così dopo la morte di Luisa la fondazione nata in memoria di Vik ha deciso di finanziare un intervento nella struttura a cui la piccola sorella ha dedicato la propria vita. Un ulteriore seme di pace che darà frutti.
F.F.
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