Cernusco: a che punto è la C.E.R.?
Di recente ho partecipato per interesse personale al Green & Blue Festival organizzato dal gruppo Gedi. I temi dei convegni erano molti ma principalmente si parlava di energia pulita e dei soldi che si guadagna sfruttando le fonti rinnovabili. È facile, mentre i combustibili fossili hanno prezzo variabile e rischi alti per l'ambiente, acqua, sole e terra rimangono a costo costantemente vicini a zero. Insieme a ministri e politici di tutta Italia, amministratori e consiglieri di società elettriche, investitori internazionali e giornalisti ambientali ho incontrato rappresentanti dell'agenzia del demanio e del gse che candidamente hanno dichiarato che le loro società svolgono servizi di consulenza gratuita per i comuni. Queste individuano aree dove fare impianti e trovano soluzioni per creare o inserirsi nelle cer. Il Green & Blue Festival non è una kermesse radical chic, si parlava di soldi, persone come Tronchetti Provera usano la grana vera ei fondi internazionali per investire nell'energia pulita in giro per il mondo. Ebbene, i rappresentanti delle aziende che producono energia elettrica e gli investitori lamentavano che in Italia non vale la pena mettere soldi nel sistema a causa dei micropolitici e degli amministratori locali che si impicciano sempre e cambiano spesso le regole inficiando i buoni effetti degli investimenti. Quindi a che punto è la CER di Cernusco Lombardone? Nemmeno i cernuschesi si sono fidati dei politici e non si sono esposti con alcum investimento. La giunta ha presidiato ogni consulta sterilizzando il dibattito libero tra i cittadini, non ha sentito suggerimenti di nessuno e non ha sviluppato progetti perché aveva già preso la decisione sovrana di ignorare le richieste esplicite della sua popolazione e ha esaurito il compito istituzionale pagando le consulenze. Di fatto avevamo intravisto tutti la possibilità di costruire un impianto fotovoltaico a spese nostre per vederlo amministrato da qualcun'altra senza avere ritorno sperato. I cernuschesi hanno riposto speranza in quel progetto, aspiravano a una forma di collaborazione e partecipazione cooperativa che non collima con la visione politica ristretta che va di moda ora.
Mario Sirio Levati