Mandic: la bellezza entra in corsia, donata da ARTEe20

L’arte entra ancora una volta nei corridoi dell’ospedale San Leopoldo Mandic, e lo fa con il linguaggio della speranza. Alle 17.00 di martedì 8 luglio, nella hall del presidio, si è svolto un momento di ringraziamento per la nuova donazione di quadri da parte dell’associazione culturale ARTEe20, frutto della sensibilità e della generosità di numerosi artisti locali.
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A introdurre l’evento è stato il presidente dell’associazione, Massimo Bollani, che ha illustrato il senso dell’iniziativa e la sua continuità nel tempo. Le opere donate, provenienti dalla mostra allestita a metà giugno nel cortile di Palazzo Prinetti a Merate in collaborazione con Atelier 115, andranno ad abbellire le pareti del reparto di chirurgia generale. Si tratta di sessanta quadri che si sommano a un progetto più ampio e consolidato: negli anni precedenti, ARTEe20 aveva già donato 117 dipinti, oggi appesi nelle aree della palestra, della riabilitazione e della mensa.
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“L’ospedale è un luogo di cura. Ma la cura non è solo terapia e assistenza: è anche attenzione all’ambiente, è bellezza, è possibilità di offrire a chi attraversa momenti difficili un dettaglio che alleggerisca il cuore. Queste opere sono parte di questa cura”. E' intervenuto con queste parole il direttore generale dell’ASST di Lecco, Marco Trivelli, che ha sottolineato quanto questo gesto faccia bene anche a tutti i professionisti che operano presso l'Ospedale.
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Un plauso all’iniziativa è arrivato anche da Tommaso Sellaroni, primario facente funzione del reparto di medicina riabilitativa, che ha ricordato: “Lavoriamo per affrontare le difficoltà con serenità, e il fatto che molti pazienti tornino, spesso per salutarci o per affetto, è il segno che qualcosa di buono si fa. L’arte, anche in questo, può fare molto”.
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Nel laboratorio di Massimo Bollani, inoltre, sono custodite altre centinaia di tele pronte per arricchire ulteriormente i reparti del Mandic nei prossimi mesi, a conferma di una sinergia destinata a durare. Non si tratta dunque di un episodio isolato, ma dell’ennesima tappa di un rapporto solido e proficuo tra il mondo culturale e quello sanitario, un connubio virtuoso che guarda avanti con fiducia e condivisione.

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“Chi entra in ospedale – ha concluso Bollani – spesso lo fa con il peso dell’incertezza. Se anche solo un quadro potrà alleviare quella sensazione, regalando un attimo di respiro o un pensiero diverso, allora avremo fatto qualcosa di importante”.
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L’arte, in fondo, non cura le ferite del corpo, ma sa accompagnare l’anima. Al Mandic, oggi, lo fa con discrezione, colore e dignità.
M.Pen.
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