Se n’è andato un visionario un imprenditore illuminato. Soprattutto un uomo umile
L’ultima immagine che ho di Giuseppe Crippa è ancora nitida nella memoria. Stava seduto in sala d’attesa del centro medici associati nella dependance di Villa Confalonieri in attesa di essere chiamato dal dottore di famiglia. Silenzioso, composto, con un foglio in mano da cui staccava lo sguardo solo per sorridere a un nuovo paziente entrato nella sala o per salutare un conoscente.
Forbes ne stimava il patrimonio in 4 miliardi di dollari. Ma Giuseppe stava lì, seduto, mutuato tra i mutuati.
Se n’è andato ieri. La città ha perso un personaggio straordinario. La sua multinazionale, una guida ferma, illuminata, visionaria, come usa dire di questi tempi.

A sessant’anni si inizia a pensare alla pensione. Giuseppe Crippa, invece pensava a come industrializzare il processo di controllo dei chip, immaginando lo sviluppo enorme che avrebbe avuto il settore sulla spinta di una ricerca tecnologica sfrenata, con applicazioni e implicazioni in qualsiasi attività umana.
Un garage, un figlio, Cristiano, un vecchio amico e un progetto di realizzare. Trent’anni dopo Technoprobe Spa è la prima azienda mondiale del settore, occupa 3.200 dipendenti ha sedi ovunque nel mondo.
Ma quell’uomo che il mondo l’ha girato si trovava a proprio agio nell’orto sociale (CLICCA QUI per l'intervista del collega Angelo Baiguini), accanto a Mariarosa, moglie e stratega. In quell’orto sociale trovano lavoro i meno fortunati, i più fragili.

L’azienda, mi aveva detto durante il classamento in Borsa Valori di Milano (CLICCA QUI per l'articolo), è parte integrante della Comunità. Non può considerarsi soltanto un’entità produttiva, un luogo e una opportunità di lavoro. Deve essere presente e partecipare ai bisogni dei cittadini.
Sarebbe indecoroso qui ricordare tutte le azioni benefiche compiute dalla famiglia Crippa. Avendo lavorato con Roberto nella stesura di un progetto di supporto al nostro ospedale, cito soltanto le ultime due donazioni: il gastroscopio pediatrico con intelligenza artificiale funzionante presso l’unità operativa di Endoscopia guidata da Arnaldo Amato e il robot “Rosa”, che pochi presidi ospedalieri hanno, presso la struttura complessa di Ortopedia guidata da Pierluigi Colombo.
Ma come si può ben immaginare l’elenco di contributi è lunghissimo. L’umiltà ha contraddistinto il modo di vivere di Giuseppe. Era un uomo umile e generoso. Così lo ricorderò e lo ricorderanno quanti lo hanno conosciuto. Epitaffio a imperitura memoria.
A Mariarosa Lavelli, ai figli Cristiano, Monica e Roberto, a Stefano Felici, Ceo di Technoprobe le più sincere condoglianze anche delle redazioni di Merateonline, Casateonline, Leccoonline.
Forbes ne stimava il patrimonio in 4 miliardi di dollari. Ma Giuseppe stava lì, seduto, mutuato tra i mutuati.
Se n’è andato ieri. La città ha perso un personaggio straordinario. La sua multinazionale, una guida ferma, illuminata, visionaria, come usa dire di questi tempi.

Mariarosa Lavelli, Giuseppe Crippa e Claudio Brambilla
il giorno della cerimonia di ingresso in Borsa della società
il giorno della cerimonia di ingresso in Borsa della società
A sessant’anni si inizia a pensare alla pensione. Giuseppe Crippa, invece pensava a come industrializzare il processo di controllo dei chip, immaginando lo sviluppo enorme che avrebbe avuto il settore sulla spinta di una ricerca tecnologica sfrenata, con applicazioni e implicazioni in qualsiasi attività umana.
Un garage, un figlio, Cristiano, un vecchio amico e un progetto di realizzare. Trent’anni dopo Technoprobe Spa è la prima azienda mondiale del settore, occupa 3.200 dipendenti ha sedi ovunque nel mondo.

Giuseppe e Mariarosa

L’azienda, mi aveva detto durante il classamento in Borsa Valori di Milano (CLICCA QUI per l'articolo), è parte integrante della Comunità. Non può considerarsi soltanto un’entità produttiva, un luogo e una opportunità di lavoro. Deve essere presente e partecipare ai bisogni dei cittadini.
Sarebbe indecoroso qui ricordare tutte le azioni benefiche compiute dalla famiglia Crippa. Avendo lavorato con Roberto nella stesura di un progetto di supporto al nostro ospedale, cito soltanto le ultime due donazioni: il gastroscopio pediatrico con intelligenza artificiale funzionante presso l’unità operativa di Endoscopia guidata da Arnaldo Amato e il robot “Rosa”, che pochi presidi ospedalieri hanno, presso la struttura complessa di Ortopedia guidata da Pierluigi Colombo.
Ma come si può ben immaginare l’elenco di contributi è lunghissimo. L’umiltà ha contraddistinto il modo di vivere di Giuseppe. Era un uomo umile e generoso. Così lo ricorderò e lo ricorderanno quanti lo hanno conosciuto. Epitaffio a imperitura memoria.
A Mariarosa Lavelli, ai figli Cristiano, Monica e Roberto, a Stefano Felici, Ceo di Technoprobe le più sincere condoglianze anche delle redazioni di Merateonline, Casateonline, Leccoonline.
Claudio Brambilla