Cattivi maestri

E’ impressionante la quantità di esponenti politici commentatori, giornalisti, presunti esperti di geopolitica internazionale che quotidianamente dalle sedi Istituzionali, alle televisioni pubbliche e private, continuino ad eludere ed a mentire rispetto alle cause ed alle ragioni che hanno originato le guerre ed i conflitti tuttora aperti.

Tale atteggiamento tende ad occultare la fallimentare politica condotta dai governi Occidentali sia nella guerra fratricida in Ucraina, ma anche nella realtà Medio Orientale, dove le responsabilità trovano le radici nel mancato riconoscimento di uno Stato della Palestina.

La subalternità ed il servilismo dell’Europa, la mancanza di una visione propria autonoma è risultata evidente dai recenti incontri dei G7 in Canada, dalla riunione della NATO in Olanda e dal Consiglio Generale dell’Unione Europea, occasioni importanti ma sciupate dai troppi “nostri cattivi maestri”.

E’ prevalsa una linea bellicista, militarista, difensiva, autolesionista e perdente. 5% per le armi!

Da troppo tempo manca il coraggio, la forza e la maturità politica nelle Istituzioni Europee, le forze politiche ed economiche che le compongono un tempo si chiamavano “classe politica europea” che sappiano interpretare la necessità di guardare alla prospettiva di un futuro comune di sviluppo.

Superare lo schema della contrapposizione, del dominio e dello sfruttamento, della iniquità e della permanente conflittualità internazionale nei rapporti commerciali (DAZI) e con la forza militare, imposta dai nostri alleati d’oltre oceano.

Si precostituisce una strategia militare destinando miliardi di Euro, togliendoli ai servizi all’assistenza alla cultura e quant’altro, si crea un nemico, fomentando odio, paure, xenofobie, il tutto per avallare un piano di riarmo generalizzato, camuffandolo ad un piano difensivo necessario alla deterrenza.

Non si vuole capire che il mondo è cambiato. 

Molti popoli e continenti che per secoli sono stati da noi colonizzati e sfruttati (Africa, America Latina Asia) hanno assunto atteggiamenti diversi, non sono più disponibili a subire l’iniquità da noi imposta e stanno organizzandosi in forme di commercio e di scambio reciproco diverse (BRICS).

Porre fine alle guerre, presuppone aprire confronti, dialogo, trattare e negoziare accordi che vincolino al rispetto ed alla riconoscenza reciproca, mai fatto in Medio Oriente tra il popolo dì Israele e quello di Palestina, lo stesso vale per la guerra fratricida in Ucraina che poteva e doveva essere evitata.

L’apparente disimpegno del Governo USA, va messo alla prova, non con il riarmo dissennato, ma con la diplomazia, assumendosi il compito e la responsabilità di azioni diplomatiche autonome che considerino i reali interessi dei popoli europei che non potranno essere dissimili dai popoli e governi apparentemente avversi.

Quindi non basta andare a Kiev, è necessario andare anche a Mosca.
Sergio Fenaroli
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