Merate: il professor Silvio Garattini parla di ‘luci e ombre’ dei farmaci durante la serata organizzata da ‘L’ incontro’
Si è tenuto nella serata di martedì 1° luglio presso l’auditorium comunale “Giusi Spezzaferri” di Merate l’incontro con il professor Silvio Garattini, organizzato dall'associazione culturale “L’incontro”. A dare il benvenuto all’ospite e al pubblico è stato il dottor Dario Perego, che ha sottolineato la volontà del sodalizio di offrire appunto occasione di “incontro” e dibattito su temi d’attualità. Prima dell’inizio della serata ha rivolto un saluto anche il sindaco Mattia Salvioni, che ha ringraziato il professore per la sua presenza in città.



Ci sono poi eccezioni, come ad esempio le malattie rare, che colpendo una percentuale ridotta della popolazione non attirano l’interesse delle grandi case farmaceutiche. In questo sistema dominante, il mercato impone una logica “spietata”: riduce i parametri di normalità per poter medicalizzare un numero sempre maggiore di persone, ampliando le sue vendite. Lo stesso vale per il ‘caso’ colesterolo: “Noi abbiamo sempre studiato che 240 mg per decilitro di colesterolo fosse normale. Poi le società scientifiche hanno detto fosse meglio 220, poi anni dopo 190. È chiaro che anche questo porta vantaggio al mercato”.

A peggiorare il quadro inoltre c’è l’effetto distorsivo della pubblicità che induce molti italiani a credere che un farmaco più costoso sia automaticamente migliore. Secondo Garattini si tratta di una convinzione errata che porta molti italiani a spendere di più per principi attivi che, nella versione generica, sono identici e altrettanto efficaci, come dimostrano i livelli ematici assolutamente equivalenti.

Un altro paradosso messo in luce è stato quello delle sperimentazioni farmaceutiche. Il ricercatore ha spiegato che la gran parte dei test viene effettuata su uomini adulti, trascurando donne, bambini e anziani, il che genera grandi rischi quando si somministrano farmaci non testati proprio a queste categorie. Garattini ha poi affrontato il delicato rapporto tra italiani e antibiotici, rispondendo a precisa domanda del dottor Filippo Galbiati, sindaco di Casatenovo e Primario di Medicina d’urgenza e pronto soccorso all’Ospedale Niguarda, che ha dialogato con lui insieme al dottor Mauro Manzoni, medico di medicina generale. “Il nostro Paese è tra quelli che ne fa il maggiore uso, spesso scorretto, anche per disturbi per cui non sono indicati, come mal di gola, prevenzioni odontoiatriche o prevaccinazioni”. Un altro meccanismo di mercato denunciato dall’esperto, più sottile e sfuggente, è stato quello delle confezioni standardizzate a discapito della possibilità di acquisto del quantitativo realmente indicato dal medico. Ne deriva che le compresse avanzate vengono spesso riutilizzate senza prescrizioni, aumentando il rischio di usi impropri. A domanda “Quando è stata l’ultima volta che ha assunto un antibiotico?”, l’ospite ha risposto di non ricordarlo neppure, suscitando sorrisi del pubblico.

Anche prodotti omeopatici – che per Garattini non rientrano nella categoria di ‘farmaci’ – e di erboristeria, così come vari integratori come la vitamina D o la B-12, sono spesso inflazionati e persino inutili. In merito alle vitamine, spesso somministrate soprattutto alle donne, il professore ha detto: “Una dieta varia ed equilibrata garantisce già il fabbisogno di vitamine nella maggior parte dei casi”.
Durante il momento dedicato alle domande del pubblico, il dibattito si è ampliato toccando temi caldi e spesso controversi, dai vaccini alla medicina specialistica, fino alla questione dei farmaci generici. Il professor Garattini ha risposto con chiarezza in merito al vaccino a RNA contro il Covid-19: “Non è stato sperimentato in fretta, ma è il risultato di vent’anni di ricerca pregressa, resa rapidamente applicabile grazie a un controllo costante dei dati e investimenti straordinari da parte del governo”. Lo scetticismo sui vaccini, acuito durante la pandemia, viene ridimensionato alla luce non solo delle evidenze scientifiche, ma anche dall’esperienza storica: i vaccini hanno trasformato radicalmente l’andamento di molte malattie, riducendone la circolazione fino ad annullarla. Quanto agli effetti collaterali, inevitabili come in ogni farmaco, il professore ha spiegato che sono spesso enfatizzati oltre misura. Il bilancio rischi-benefici continua a essere nettamente a favore della vaccinazione, che resta uno degli strumenti più efficaci e sicuri a disposizione della salute pubblica. 
Il ‘cuore’ dell’intervento è stato però un invito potente e visionario: ripensare radicalmente l’approccio alla salute, spostando l’attenzione dalla cura alla prevenzione. Per Garattini, prevenire è un atto di egoismo positivo e di solidarietà, perché se è vero che la salute è un diritto, è altrettanto vero che ciascuno ha il dovere di difenderla ogni giorno. Tra le sue raccomandazioni, tanto semplici quanto fondamentali: alimentazione moderata, esercizio fisico, sonno regolare, no fumo e no alcol. “Sono scelte personali che possono fare una differenza enorme”.
Secondo Garattini questa rivoluzione, per essere efficace, dovrebbe partire dalle fondamenta, ovvero dalle scuole. “Basterebbe anche solo un’ora a settimana, affidata a figure preparate, per diffondere una cultura scientifica capace di formare cittadini più consapevoli e meno vulnerabili alla disinformazione”. Oggi, in un modo in cui per ogni risposta esiste anche la sua esatta contraddizione, il sapere scientifico viene spesso sostituito dalle opinioni del web. Eppure la scienza, con il suo metodo, resta l’unico strumento in grado di orientare davvero le nostre scelte.


Il dottor Dario Perego, dell'associazione 'L'Incontro'
L’iniziativa ha registrato un’ampia partecipazione, con una sala gremita e un pubblico attento fin dalle prime battute, capace di accogliere con interesse e spirito critico le riflessioni proposte. Oncologo, farmacologo, ricercatore, fondatore e presidente dell’istituto “Mario Negri”, l’esperto si è unito ai cittadini per discutere dei temi affrontati nel suo ultimo libro “Farmaci. Luci e ombre”.
Il dottor Mauro Manzoni, il professor Silvio Garattini e il dottor Filippo Casati
Tra dati, paradossi del sistema sanitario, meccanismi del mercato farmaceutico, riflessioni su prevenzione e buone abitudini, Garattini ha offerto uno spaccato realistico delle forze che regolano la medicina e la farmaceutica contemporanea. Uno dei temi centrali è stato proprio il rapporto del nostro Paese con la salute. Se è vero da una parte che gli italiani hanno una durata di vita più lunga, è anche vero che, se si guarda la durata di vita sana, l’Italia scende di parecchie posizioni, questo perché, ha spiegato Garattini: “La medicina si è occupata troppo delle cure, trasformando le malattie in strumenti per alimentare un mercato che approva farmaci sempre nuovi senza confrontarli con quelli già esistenti, causando una proliferazione inutile di questi”. A ciò si aggiunge l‘assenza di un’informazione davvero indipendente. “Oggi tutto è nelle mani di chi produce e di chi vende” ha proseguito senza mezzi termini e affermando che nelle farmacie si trovano innumerevoli prodotti il cui principale scopo è quello di dare profitto.
Ci sono poi eccezioni, come ad esempio le malattie rare, che colpendo una percentuale ridotta della popolazione non attirano l’interesse delle grandi case farmaceutiche. In questo sistema dominante, il mercato impone una logica “spietata”: riduce i parametri di normalità per poter medicalizzare un numero sempre maggiore di persone, ampliando le sue vendite. Lo stesso vale per il ‘caso’ colesterolo: “Noi abbiamo sempre studiato che 240 mg per decilitro di colesterolo fosse normale. Poi le società scientifiche hanno detto fosse meglio 220, poi anni dopo 190. È chiaro che anche questo porta vantaggio al mercato”.

A peggiorare il quadro inoltre c’è l’effetto distorsivo della pubblicità che induce molti italiani a credere che un farmaco più costoso sia automaticamente migliore. Secondo Garattini si tratta di una convinzione errata che porta molti italiani a spendere di più per principi attivi che, nella versione generica, sono identici e altrettanto efficaci, come dimostrano i livelli ematici assolutamente equivalenti.

Un altro paradosso messo in luce è stato quello delle sperimentazioni farmaceutiche. Il ricercatore ha spiegato che la gran parte dei test viene effettuata su uomini adulti, trascurando donne, bambini e anziani, il che genera grandi rischi quando si somministrano farmaci non testati proprio a queste categorie. Garattini ha poi affrontato il delicato rapporto tra italiani e antibiotici, rispondendo a precisa domanda del dottor Filippo Galbiati, sindaco di Casatenovo e Primario di Medicina d’urgenza e pronto soccorso all’Ospedale Niguarda, che ha dialogato con lui insieme al dottor Mauro Manzoni, medico di medicina generale. “Il nostro Paese è tra quelli che ne fa il maggiore uso, spesso scorretto, anche per disturbi per cui non sono indicati, come mal di gola, prevenzioni odontoiatriche o prevaccinazioni”. Un altro meccanismo di mercato denunciato dall’esperto, più sottile e sfuggente, è stato quello delle confezioni standardizzate a discapito della possibilità di acquisto del quantitativo realmente indicato dal medico. Ne deriva che le compresse avanzate vengono spesso riutilizzate senza prescrizioni, aumentando il rischio di usi impropri. A domanda “Quando è stata l’ultima volta che ha assunto un antibiotico?”, l’ospite ha risposto di non ricordarlo neppure, suscitando sorrisi del pubblico.

Anche prodotti omeopatici – che per Garattini non rientrano nella categoria di ‘farmaci’ – e di erboristeria, così come vari integratori come la vitamina D o la B-12, sono spesso inflazionati e persino inutili. In merito alle vitamine, spesso somministrate soprattutto alle donne, il professore ha detto: “Una dieta varia ed equilibrata garantisce già il fabbisogno di vitamine nella maggior parte dei casi”.





Il sindaco Mattia Salvioni
L’incontro si è chiuso con un messaggio di speranza e responsabilità. “Il cambiamento è possibile, e parte da noi. Come successo con la nascita del Sistema Sanitario Nazionale o con la chiusura dei manicomi, anche una nuova visione della medicina può diventare realtà, se supportata da una cultura della consapevolezza”. 