Olgiate: l'ultimo saluto a Giulio Gorini, 40 anni, con le parole “condoglianze” e “consolazione”
Se ne è andato a 40 anni, lasciando la moglie Federica e i figli Ginevra e Gabriele in un dolore inconsolabile.
Giulio Gorini è morto dopo il rapido decorso della malattia che in poco più di un anno lo ha strappato al cuore di una vita piena di progetti e di affetti.
Don Emanuele ha incentrato la sua omelia sul significato di due parole: condoglianze e consolazione.
Termini usati in particolar modo in queste occasioni di dolore e sofferenza, specie quelle “ingiuste” come la morte di un giovane uomo.
“Le parole sono importanti e vanno usate con rispetto, nel loro significato più profondo” ha detto nel corso della sua riflessione “Condoglianze si usa in queste occasioni ma è un termine che parla di una realtà profonda: è un dolore condiviso. La sofferenza che sta vivendo la famiglia è di tutti, è un patimento condiviso. E dice anche bene il clima di una comunità che si fa vicina in questi momenti. E poi, appunto. c'è la parola consolazione che esprime la vicinanza e la prossimità di chi sta attorno ai famigliari. Il Signore vive con noi queste sofferenze che spesso sono incomprensibili ma noi dobbiamo fermarci sulla soglia del Mistero. L'invito è quello a riempire la nostra vita di cose vere, piene di significato e che restano così da poterle custodire con cura”.

Un ricordo commosso e affranto di Giulio lo hanno fatto i colleghi della “Tecnica 7 srl” di Calco che con lui avevano condivisolo solo due anni di vita professionale ma ne avevano sperimentato le qualità professionali e umane. “Lavorava presso la filiale di Beverate con altri 10 tecnici, aveva iniziato come manutentore per l'edilizia residenziale nel post vendita. Si era dimostrato da subito come una persona dalla massima disponibilità e competenza. Con i colleghi si era messo a disposizione per la formazione, condividendo le sue competenze. Era sempre pronto a dare una mano. Aveva iniziato le cure, facendo qualche assenza. E tutti speravamo in una guarigion. Ma una fine così repentina e tragica non se la aspettava nessuno...”.
Al termine della funzione la salma è stata traslata al tempio crematorio.
Giulio Gorini è morto dopo il rapido decorso della malattia che in poco più di un anno lo ha strappato al cuore di una vita piena di progetti e di affetti.

Termini usati in particolar modo in queste occasioni di dolore e sofferenza, specie quelle “ingiuste” come la morte di un giovane uomo.
“Le parole sono importanti e vanno usate con rispetto, nel loro significato più profondo” ha detto nel corso della sua riflessione “Condoglianze si usa in queste occasioni ma è un termine che parla di una realtà profonda: è un dolore condiviso. La sofferenza che sta vivendo la famiglia è di tutti, è un patimento condiviso. E dice anche bene il clima di una comunità che si fa vicina in questi momenti. E poi, appunto. c'è la parola consolazione che esprime la vicinanza e la prossimità di chi sta attorno ai famigliari. Il Signore vive con noi queste sofferenze che spesso sono incomprensibili ma noi dobbiamo fermarci sulla soglia del Mistero. L'invito è quello a riempire la nostra vita di cose vere, piene di significato e che restano così da poterle custodire con cura”.

Un ricordo commosso e affranto di Giulio lo hanno fatto i colleghi della “Tecnica 7 srl” di Calco che con lui avevano condivisolo solo due anni di vita professionale ma ne avevano sperimentato le qualità professionali e umane. “Lavorava presso la filiale di Beverate con altri 10 tecnici, aveva iniziato come manutentore per l'edilizia residenziale nel post vendita. Si era dimostrato da subito come una persona dalla massima disponibilità e competenza. Con i colleghi si era messo a disposizione per la formazione, condividendo le sue competenze. Era sempre pronto a dare una mano. Aveva iniziato le cure, facendo qualche assenza. E tutti speravamo in una guarigion. Ma una fine così repentina e tragica non se la aspettava nessuno...”.
Al termine della funzione la salma è stata traslata al tempio crematorio.
S.V.