Verderio: nella lite fra vicini spunta anche una pistola. In aula il racconto delle vittime
Una convivenza difficile, segnata da ripetuti episodi di conflitto, degenerati - ad un certo punto - in vere e proprie minacce. Una giovane coppia residente a Verderio ha raccontato stamani, al cospetto del giudice Paolo Salvatore del Tribunale di Lecco, una quotidianità fatta di insulti e molto altro. Una situazione pesante ed esasperante che li avrebbe portati a rivolgersi alle autorità, denunciando per stalking la propria vicina di casa.
Secondo la loro versione dei fatti resa appunto quest'oggi in aula, tutto avrebbe avuto inizio nel periodo della pandemia quando, nella stessa palazzina abitata dai fidanzati, si è insediata l'imputata. All'inizio i rapporti erano tranquilli, quasi all'insegna dell'indifferenza; all'improvviso però, la giovane donna avrebbe iniziato ad assumere atteggiamenti ''sopra le righe'' all'indirizzo della coppia.
Il principale motivo del contendere? Il cane della nuova arrivata, un molosso che tendeva ad abbaiare ripetutamente e che talvolta veniva lasciato libero all'esterno, nelle aree comuni. Un'altra fonte di conflitto erano i rifiuti, esibiti spesso in maniera difforme rispetto alle consuete regole del vivere civile, ma anche i posti auto, utilizzati impropriamente.
Se la coppia di fidanzati non si sarebbe mai mostrata più di tanto ostile nonostante una marcata e montante insofferenza per le ragioni sopra esposte, l'imputata al contrario avrebbe cercato a più riprese lo scontro con i due vicini.
''La prima volta si è presentata a casa mia in tarda serata chiedendomi se le facessi delle telefonate anonime per via del suo cane'' ha detto stamani in aula la vittima, costituitasi parte civile insieme al compagno tramite l'avvocato Elena Ammannato. ''Una notte invece, mi ha svegliata per chiedermi di spostare un'auto, ma non era mia e non ne sapevo nulla. Il cane invece, mi è saltato addosso un giorno mentre rincasavo, strappandomi la maglietta''.
Ad acuire la tensione, una telefonata del padre dell'imputata all'indirizzo della coppia, nella quale chiedeva di lasciar stare la figlia: era la primavera 2022. Pochi giorni più tardi l'uomo si sarebbe scagliato contro i due, cercando lo scontro fisico e costringendo le presunte vittime ad allertare i Carabinieri. Se questi ultimi per la prima volta si erano dovuti portare sul posto proprio in quell'occasione, invitando le parti ad una conciliazione, nulla di tutto ciò è avvenuto, al contrario.
In aula le parti civili hanno ripercorso una serie di episodi andati avanti sino al gennaio 2024, quando la donna ha definitivamente lasciato l'abitazione verderiese. Due di particolare gravità: il primo occorso nell'agosto 2022. ''Il mio compagno le aveva chiesto di spostare l'auto, ma lei ci ha urlato contro, prendendo a calci la nostra macchina'' ha riferito stamani la donna, rivolgendosi al giudice. ''Prima che arrivassero i Carabinieri ha estratto un coltello da caccia dal vano della portiera: era una lama seghettata, puntata contro il mio compagno. E' stata questione di secondi, poi è andata via assicurandoci che ce l'avrebbe fatta pagare e accusandoci davanti ai presenti di avvelenare i cani''.
Se per un intero anno la situazione sembrava essersi placata, complice il reciproco evitarsi, il peggio doveva ancora arrivare. Il 29 settembre 2023, l'imputata avrebbe minacciato la vicina di casa con una pistola, al culmine di un litigio dovuto ancora una volta al cane che, lasciato libero, aveva urinato sullo zerbino della parte offesa.
''Ho chiuso subito la porta chiedendo l'intervento delle forze dell'ordine'' ha ricordato la teste, che non ha nascosto la paura vissuta in quegli istanti e le minacce ricevute. ''Mi sono ritrovata quell'arma puntata in faccia, era nera, senza tappo rosso. Io non conosco le pistole, ma non mi sembrava affatto un giocattolo''.
Se i due fidanzati pensavano di aver toccato il fondo, gli episodi di stalking a loro carico non erano cessati. In aula la parte civile ha riferito di continui black-out energetici dovuti alla corrente staccata di proposito e di un episodio tanto grave quanto disgustoso. ''Un giorno ho trovato la mia auto cosparsa di escrementi di cane. In un'altra occasione sotto il tergicristallo c'era un fazzoletto sporco di sangue''.
Una condotta che aveva spinto la donna a modificare alcune abitudini di vita: dal vietare ai parenti di recarsi in visita presso la sua abitazione - a scopo preventivo - a posteggiare l'auto in posti di volta in volta diversi. ''Non stavo mai da sola in casa, sono stata costretta a montare una telecacamera all'ingresso della mia abitazione per monitorare eventuali accessi'' ha concluso la parte civile.
Il compagno ha invece riferito di aver subito danni alla propria auto (con tanto di scritta ''stalker'' incisa nella carrozzeria) e di essere dovuto ricorrere ad un professionista per lo stato di costante ansia e stress nel quale era piombato.
Della vicenda si tornerà a parlare il prossimo 17 settembre, data della prossima udienza calendarizzata dal giudice per l'esaurimento dell'istruttoria. Stamani non era presente l'imputata, nè il suo difensore di fiducia; un'istanza di legittimo impedimento presentata all'ultimo minuto dal legale non è stata accolta dal dottor Salvatore, che ha ritenuto di procedere con l'escussione dei due testi nominando un sostituto.
Secondo la loro versione dei fatti resa appunto quest'oggi in aula, tutto avrebbe avuto inizio nel periodo della pandemia quando, nella stessa palazzina abitata dai fidanzati, si è insediata l'imputata. All'inizio i rapporti erano tranquilli, quasi all'insegna dell'indifferenza; all'improvviso però, la giovane donna avrebbe iniziato ad assumere atteggiamenti ''sopra le righe'' all'indirizzo della coppia.
Il principale motivo del contendere? Il cane della nuova arrivata, un molosso che tendeva ad abbaiare ripetutamente e che talvolta veniva lasciato libero all'esterno, nelle aree comuni. Un'altra fonte di conflitto erano i rifiuti, esibiti spesso in maniera difforme rispetto alle consuete regole del vivere civile, ma anche i posti auto, utilizzati impropriamente.
Se la coppia di fidanzati non si sarebbe mai mostrata più di tanto ostile nonostante una marcata e montante insofferenza per le ragioni sopra esposte, l'imputata al contrario avrebbe cercato a più riprese lo scontro con i due vicini.
''La prima volta si è presentata a casa mia in tarda serata chiedendomi se le facessi delle telefonate anonime per via del suo cane'' ha detto stamani in aula la vittima, costituitasi parte civile insieme al compagno tramite l'avvocato Elena Ammannato. ''Una notte invece, mi ha svegliata per chiedermi di spostare un'auto, ma non era mia e non ne sapevo nulla. Il cane invece, mi è saltato addosso un giorno mentre rincasavo, strappandomi la maglietta''.
Ad acuire la tensione, una telefonata del padre dell'imputata all'indirizzo della coppia, nella quale chiedeva di lasciar stare la figlia: era la primavera 2022. Pochi giorni più tardi l'uomo si sarebbe scagliato contro i due, cercando lo scontro fisico e costringendo le presunte vittime ad allertare i Carabinieri. Se questi ultimi per la prima volta si erano dovuti portare sul posto proprio in quell'occasione, invitando le parti ad una conciliazione, nulla di tutto ciò è avvenuto, al contrario.
In aula le parti civili hanno ripercorso una serie di episodi andati avanti sino al gennaio 2024, quando la donna ha definitivamente lasciato l'abitazione verderiese. Due di particolare gravità: il primo occorso nell'agosto 2022. ''Il mio compagno le aveva chiesto di spostare l'auto, ma lei ci ha urlato contro, prendendo a calci la nostra macchina'' ha riferito stamani la donna, rivolgendosi al giudice. ''Prima che arrivassero i Carabinieri ha estratto un coltello da caccia dal vano della portiera: era una lama seghettata, puntata contro il mio compagno. E' stata questione di secondi, poi è andata via assicurandoci che ce l'avrebbe fatta pagare e accusandoci davanti ai presenti di avvelenare i cani''.
Se per un intero anno la situazione sembrava essersi placata, complice il reciproco evitarsi, il peggio doveva ancora arrivare. Il 29 settembre 2023, l'imputata avrebbe minacciato la vicina di casa con una pistola, al culmine di un litigio dovuto ancora una volta al cane che, lasciato libero, aveva urinato sullo zerbino della parte offesa.
''Ho chiuso subito la porta chiedendo l'intervento delle forze dell'ordine'' ha ricordato la teste, che non ha nascosto la paura vissuta in quegli istanti e le minacce ricevute. ''Mi sono ritrovata quell'arma puntata in faccia, era nera, senza tappo rosso. Io non conosco le pistole, ma non mi sembrava affatto un giocattolo''.
Se i due fidanzati pensavano di aver toccato il fondo, gli episodi di stalking a loro carico non erano cessati. In aula la parte civile ha riferito di continui black-out energetici dovuti alla corrente staccata di proposito e di un episodio tanto grave quanto disgustoso. ''Un giorno ho trovato la mia auto cosparsa di escrementi di cane. In un'altra occasione sotto il tergicristallo c'era un fazzoletto sporco di sangue''.
Una condotta che aveva spinto la donna a modificare alcune abitudini di vita: dal vietare ai parenti di recarsi in visita presso la sua abitazione - a scopo preventivo - a posteggiare l'auto in posti di volta in volta diversi. ''Non stavo mai da sola in casa, sono stata costretta a montare una telecacamera all'ingresso della mia abitazione per monitorare eventuali accessi'' ha concluso la parte civile.
Il compagno ha invece riferito di aver subito danni alla propria auto (con tanto di scritta ''stalker'' incisa nella carrozzeria) e di essere dovuto ricorrere ad un professionista per lo stato di costante ansia e stress nel quale era piombato.
Della vicenda si tornerà a parlare il prossimo 17 settembre, data della prossima udienza calendarizzata dal giudice per l'esaurimento dell'istruttoria. Stamani non era presente l'imputata, nè il suo difensore di fiducia; un'istanza di legittimo impedimento presentata all'ultimo minuto dal legale non è stata accolta dal dottor Salvatore, che ha ritenuto di procedere con l'escussione dei due testi nominando un sostituto.
G.C.