Ha ragione Raffaella
Morti annegati: io la penso come Raffaella. Posso sembrare cinico, ma preferisco passare per cinico piuttosto che populista, e scrivere le cose che attirano il consenso della gente. Dopotutto se i cartelli di divieto di balneazione ci sono ovunque, per quale motivo dovremmo pagare noi il recupero della salma se una persona non rispetta il divieto? È giusto sapere che le spese sono generalmente a carico del comune di ultima residenza del defunto. È come se un a mattina una persona si alzasse e pensasse: “sai che c’è? Che noia questa regola che con il rosso mi devo fermare al semaforo, da oggi ho deciso che io passo dritto”. Uno volta gli può andar bene, forse due, ma poi l’incidente succede! E qui vale la stessa cosa: c’è il divieto di balneazione ma io ho caldo, voglio rinfrescarmi. Magari non succede nulla, oppure muoio annegato. Chi lo sa? Queste cose non sono fatalità. E non dobbiamo essere noi a pagare il “danno” che crea l’individuo che decide di non rispettare le regole (cartelli stradali, leggi, eccetera).
Alessandro