Lecco: 12 interventi di cardiologia di protesi transapicali e transfemorali all’osp. Manzoni
I cardiologhi Gianluca Tiberti, Felice Achilli (direttore del dipartimento cardiovascolare) e Luca Mircoli
Ad oggi sono stati eseguiti all' ospedale Manzoni di Lecco dodici interventi di cardiologia interventistica per trattare la stenosi valvolare aortica severa sintomatica. Nella stenosi valvolare il paziente ha un' ostruzione nell'efflusso di sangue dal ventricolo sinistro dovuta a un malfunzionamento della valvola aortica. La sintomatologia prevede: mancanza di fiato e dolore al petto sotto sforzo e perdita di coscienza.
"Con l'aumento dell'età media della popolazione, aumenta questo tipo di patologia" ha spiegato il dottor Felice Achilli, direttore del dipartimento cardiovascolare "Fino a qualche anno fa gli anziani sopra i 75/ 80 anni venivano esclusi dai trattamenti salvavita, anche perchè affetti, in molti casi, da malattie collaterali, oltre alla cardiaca, che potevano mettere a repentaglio l'andamento clinico dell'intervento, quali insufficienze renali o epatiche, arteriopatia periferica di grado avanzato, diabete complicato... A fronte di un intervento cardiochirurgico tradizionale, sono stati messi a punto nuovi metodi d'intervento che consentono di curare proprio quella fetta di pazienti inoperabili o con elevato rischio chirurgico attraverso l' impianto transcatetere di protesi valvolare aortica".
"L'intervento di cardiologia interventistica si esegue o con accesso arterioso transfemorale, bucando un'arteria periferica, in genere quella femorale, si posiziona quindi la protesi con un apposito sistema di posizionamento e di rilascio" ha continuato il cardiologo Gianluca Tiberti "O con valvole transapicali, approccio che si riserva ai pazienti con cattivi accessi periferici, eseguendo un taglio all'altezza del cuore, inserendo una guida e facendo arrivare la valvola all'altezza della valvola aortica stenotica attraverso la punta del cuore. La valvola nativa viene dilatata e sostituita nella sua funzionalità dalle protesi".
Il primo impianto di protesi valvolare aortica mediante questo tipo di intervento risale al 18 dicembre 2009.
L'età media dei pazienti operati è di 82 anni e la degenza è intorno ai 9 giorni. 11 sono gli interventi eseguiti mediante accesso arterioso periferico e 1 da accesso transapicale.
Il dottor Felice Achilli
"Tutti i pazienti operati sono vivi e con un rischio di mortalità pari a quello dei coetanei senza stenosi" ha aggiunto il dottor Gianluca Tiberti "Sono risultati lusinghieri pur nei limiti di una casistica iniziale e limitata e sono stati possibili grazie alla cruciale collaborazione tra il cardiologo interventista, il chirurgo vascolare intervenuto in un terzo dei casi per localizzare il punto migliore in cui pungere l'arteria, il cardiochirurgo, l'anestesista e il personale infermieristico".
Un grazie dovuto è quello rivolto dal dottor Achilli al gruppo ' Humanitas Gavazzeni', da cui è giunta un'équipe medica per operare congiuntamente ai cardiochirurghi del Manzoni in un difficile intervento transapicale, formata dai chirurghi Paolo Tartara, Nicola Valerio, dai cardiologi Emanuela Tavasci e Elena Perlasca e dall' anestesista Davide Guzzon. Un grazie per la collaborazione, nata dalla conoscenza e dalla stima reciproca, va anche alla dottoressa Federica Ettori, degli Spedali civili di Brescia.
Si è fatto portavoce di un'ulteriore, ma temporanea possibilità d'intervento della cardiologia interventistica, il dottor Luca Mircoli, cioè la valvuloplastica.
"La valvuloplastica viene eseguita dilatando la valvola nativa del paziente generalmente per prepararlo all'impianto della protesi, ma è in casi urgenti anche l'unico intervento possibile in pazienti con elevato rischio chirurgico. E' tuttavia una procedura temporanea perchè si è visto che a distanza di un anno, il paziente torna nelle precedenti condizioni cliniche".
Oggi in Italia sono state impiantate circa un migliaio di protesi transfemorali o transapicali, possibilità d'intervento che può essere soddisfatta anche dal Dipartimento cardiovascolare dell' ospedale Manzoni di Lecco.
V.M.