Don Agostino: in viaggio la “Condivisione” è la parola d’ordine che noi accettiamo

Don Agostino Frasson 62 anni, Direttore della Casa Don Guanella di Lecco, dell’Istituto Sant’Antonio di Cassago e presidente dell’Azienda Agricola Don Guanella di Valmadrera non è solo un sacerdote molto impegnato nel portare avanti queste realtà destinate agli emarginati e agli ultimi ma è anche un grande sportivo appassionato di ciclismo. E’ lui l’ideatore di viaggi lungo percorsi che, attraverso Italia ed Europa vede sempre destinazioni storiche per il cattolicesimo e la Cristianità. L’ultimo in ordine di tempo si è da poco concluso ed ha portato 9 ciclisti amatoriali da Canterbury in Inghilterra a Roma per le celebrazioni del Giubileo dello Sportivo che si sono svolte nel fine settimana del 13, 14 e 15 giugno scorsi. Incontriamo Don Agostino tra i suoi ragazzi a Cassago per una chiacchierata sulle motivazioni che lo spingono ad organizzare queste esperienze sulle strade di tutta Europa.
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“Questi viaggi rappresentano principalmente il mio modo di intendere la vita e la spiritualità. Per me la vita rappresenta il cammino che ognuno di noi compie nell’arco della propria esistenza, con le proprie cadute, le proprie bellezze, le proprie virtù e le proprie debolezze. Intendo la vita come un pellegrinaggio fatto in modo lento senza nessuna fretta. La spiritualità invece è rappresentata da una frase del nostro Papa Leone XIV e cioè quella di “Entrare in noi stessi”. Ecco questo pellegrinaggio lento e senza disturbi dal mondo moderno mi permette di confrontarmi con me stesso”

Che tipo sono persone che decidono di condividere con lei queste esperienze?

“Le persone che vengono con noi spesso non si conoscono tra di loro prima della partenza ma sono persone a cui chiedo di essere pronti a creare una comunità con gli altri, ad essere pronti ad aprirsi agli altri. Uno dei più grandi doni che ognuno di noi può fare è quello di regalare il proprio pensiero così da arricchirci ogni giorno di più. Condivisione è la sola parola d’ordine che noi accettiamo. Mi piace usare come esempio l’acqua di un lago. Se questo lago non ha immissari o emissari prima o poi l’acqua comincerà a puzzare e il lago morirà. Se invece ogni giorno l’acqua scorre in entrata ed in uscita il lago si rinnoverà e si arricchirà costantemente.  Ecco la comunità che parte per un viaggio come il nostro deve essere pronta a comunicare le proprie emozioni e a condividerle con gli altri.”


Come sono stati organizzati i momenti di condivisione durante le vostre giornate?

“Ogni mattina Giorgio Mazzieri realizzava un breve video con la riflessione della giornata che ha sempre riguardato uno dei tre temi che ci eravamo dati e cioè la Bellezza, La Verità e la Libertà. La sera, dopo cena veniva celebrata la messa, seguendo il Vangelo di San Giovanni, al termine della quale ognuno di noi esprimeva le proprie impressioni, le proprie idee e le proprie interpretazioni di quanto accaduto, visto e percepito durante la giornata appena trascorsa e sulla Parola di Dio ricordata nella celebrazione.  Questi momenti sono stati molto importanti per la nostra piccola comunità in movimento. Sono stati un eccellente allenamento per ognuno di noi per aprirsi sempre di più verso gli altri. Devo sottolineare che durante tutti i miei pellegrinaggi di questo tipo e non soltanto in quest’ultimo non ci sono mai stati litigi o incomprensioni di nessun genere, segno che chi ha deciso di unirsi a noi lo ha fatto in modo molto consapevole. Di questo sono molto orgoglioso.”

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C’è un momento particolare che ricorda di questo viaggio?

“Sono state giornate molto interessanti e molto istruttive e di questo ringrazio tutti quelli che hanno partecipato. Sono stati un gruppo molto coese, affiatato che ha condiviso ogni momento con serenità e positività. Devo però soffermarmi sulla messa celebrata dal Papa Leone XIV a chiusura del Giubileo dello Sportivo, il quale ha voluto esaltare gli insegnamenti di Sant’Agostino a cui sono devoto. Mi piace ricordare che l’allora semplice prelato Robert Francis Prévost ha visitato il sito agostiniano di Cassago uno dei siti più importanti nella storia del Santo.”

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Ha già pensato al prossimo viaggio/pellegrinaggio?

“Mi piacerebbe ripercorrere il cammino di Sant’Agostino in Tunisia, a Cartagine, fino all’Algeria. Ma vorrei farlo in modo diverso rispetto ai viaggi fatti finora. Vorrei cioè non avere l’appoggio di un furgone che ci assiste e aiuta durante il percorso. Questa idea ha una ragione precisa. Ognuno può portare quello che crede ma dovrà portarlo sulla propria bicicletta. Ognuno potrà portare il proprio “peso” sulle proprie spalle senza l’aiuto degli altri. Bisognerà essere bravi, nel momento di preparare i bagagli a scegliere le cose che riteniamo assolutamente necessarie e indispensabili per non avere troppo peso e a rinunciare a tutto il resto. Credo che per chi parteciperà la preparazione dei bagagli sarà il momento più difficile del viaggio!”
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