Da Canterbury a Roma per il “Giubileo”. Vi racconto il viaggio lungo via Francigena

Damiano Fumagalli è nato a Merate il 16 giugno 1980, gemello con Veronica. Vive da sempre a Imbersago e lavora in una importante azienda di Verderio. Il padre, Ernesto Fumagalli, ha seguito quest’avventura giornalistica dal 2000 fino a quando è entrato come funzionario nel gruppo Lufthansa. Damiano è un grandissimo appassionato di ciclismo. Ha percorso in lungo e in largo Alpi e Pirenei, ha ripercorso le tappe del tour de France e oggi ci racconta l’avventura sulla via Francigena con don Agostino e gli amici casatesi.

Eravamo al finale di “stagione” ciclistica 2024. Tra settembre ed ottobre e mentre si stava facendo uno dei nostri giretti settimanali tra le valli e le montagne del lecchese io, Elia (Cesana) e Lorenzo (Panzeri) si discuteva di cosa ci sarebbe piaciuto fare l’anno successivo. Assieme o con altri amici avevamo già percorso, nel corso di vari anni, le Classiche del Nord, Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix, Amstel Gold Race e Liegi Bastogne Liegi; quindi, stavamo pensando di fare qualcosa di diverso. Ad un certo punto ad Elia si è accesa la lampadina ed ha esclamato: “Visto che tra poco si aprirà l’anno del Giubileo si potrebbe seguire la via Francigena, da Canterbury a Roma. Ho saputo che Don Agostino Frasson direttore dell’Istituto don Guanella, con il quale ho già percorso il Cammino di Santiago alcuni anni fa, sta giusto cercando di organizzare questo itinerario in bicicletta per l’inizio di giugno del prossimo anno.” Detto fatto. All’inizio del 2025 la partecipazione viene formalizzata. Con noi, oltre a Don Agostino ci saranno Renzo Pozzi di Monticello, Dario Molteni di Dolzago e Giorgio Mazzieri di Arlate. Giorgio sarà il vero cuore della spedizione.

Grazie alla sua ultradecennale esperienza in giro per tutta Europa e mezzo mondo, sia a piedi che in bicicletta si farà carico di tutta la parte logistica. Sarà lui a definire le tappe e i percorsi da seguire, si occuperà di trovare e scegliere le sistemazioni di fine giornata, si occuperà delle prenotazioni dei traghetti da Calais in Francia a Dover in Inghilterra e viceversa. Un lavoro immane, per lui poco più che un divertimento, ma che si rivelerà preziosissimo durante le due settimane con cui si è definito la durata del percorso di quasi 2 mila chilometri. Partendo da Canterbury, attraverserà la Francia, la Svizzera per fare ritorno in Italia attraverso il Passo del Gran San Bernardo per poi raggiungere Roma. Verrà utilizzato un furgone sul quale verranno caricate le biciclette, i ricambi oltre ai nostri effetti personali. Dopo la partenza da Canterbury a turno, ognuno di noi guiderà il furgone mentre gli altri seguiranno il percorso pedalando. Lo “chauffeur” di giornata si occuperà anche di fare la spesa per il “pranzo” di mezzogiorno, quasi sempre panini preparati però con estrema maestria da Don Agostino.  Verso la metà di maggio, incontro finale per definire i dettagli e per pianificare la partenza che avverrà sabato 31 maggio alle 3.30 di notte.

Il furgone verrà caricato il pomeriggio precedente. Il viaggio verso Canterbury anche se lungo, oltre mille e 100 chilometri, trascorrerà tranquillo e senza problemi attraverso il Tunnel del San Gottardo per poi raggiungere Basilea in Svizzera, attraversare la regione dei Vosgi e dello Champagne e infine l’Alta Francia fino a Calais. 90 minuti di traghetto ci portano sulla costa inglese a Dover e da lì a Canterbury dove giungeremo alla sera.  Il mattino seguente di buon’ora ci prepariamo alla partenza verso Roma. Tutti indossiamo la maglietta che è stata realizzata per questo viaggio e che rappresenta il volto di Don Guanella rivisitato da uno degli ospiti dell’Istituto Don Guanella diretto da Don Agostino Frasson, il logo del Giubileo 2025 e le tappe del tragitto che percorreremo. Foto accanto al cippo che identifica il KM zero della via Francigena. Prima di partire vorremmo vistare la splendida Cattedrale di Canterbury, che però apre al pubblico solo alle 10. Non possiamo aspettare così a lungo perché il traghetto che da Dover ci riporterà in Francia è previsto nel primo pomeriggio. Ci pensa Don Agostino a risolvere tutto. Transitiamo davanti alla chiesetta di Saint Thomas Becket o Thomas di Canterbury (una gentile signora mi spiega che all’interno è custodita una falange del dito di una mano del santo) nella quale si sta concludendo la celebrazione della messa.

Al termine della funzione Don Agostino si avvicina al sacerdote che ha officiato il rito e chiede al “collega” se può farci vistare di straforo la Cattedrale. In un amen siamo dentro il recinto del parco e poi entriamo nella Cattedrale in cui si stanno recitando le preghiere del mattino a cui possiamo assistere come unici visitatori ammessi. Spettacolo grandioso che ci lascia a bocca aperta. Dopo la visita subito in bicicletta per coprire i poco più di 30 chilometri per raggiungere l’imbarco dei traghetti a Dover. Dopo essere sbarcati in Francia, ormai quasi al tramonto, ci dirigiamo verso la nostra sistemazione per la notte. I giorni seguenti ci vedono pedalare in Francia da Nord a Sud Est verso Besançon lungo stradine con poco traffico e un paesaggio per lo più piatto e ventoso ma che ci consente di ammirare minuscoli ma a loro modo interessanti paesini rurali della campagna francese. Ad ogni tappa ci facciamo mettere il timbro della destinazione raggiunta sul libretto delle “Credenziali del Pellegrino” che l’immancabile Giorgio si è procurato a San Miniato mentre, a piedi, faceva ritorno a casa ad Arlate da Roma e che ha distribuito ad ognuno di noi. Non sono mancati i momenti divertenti come quando siamo giunti a Reims e Don Agostino ci ha stupito ancora una. Eravamo un poco in ritardo sull’orario previsto di arrivo nel pomeriggio. Uno dei nostri desideri era quello di vistare la famosissima cattedrale. Purtroppo, però, l’orario di chiusura era già passato e non avremmo potuto entrare perché di lì a poco sarebbe iniziata la messa serale. Cosa ti inventa il Don? Confabula con il sacerdote che deve officiare il rito eucaristico e lo convince ad accettare che concelebri la messa con lui! Così è stato! Dopo la messa abbiamo visitato la cattedrale tutta per noi! Non sono mancati gli incontri con altri viandanti lungo la via. Il più insolito è stato indubbiamente quando a Chalons en Champagne abbiamo conosciuto una famiglia di americani. Il papà, il figlio e la figlia in sella alle proprie biciclette, dietro la moglie/mamma a bordo di una autovettura e tutti venivano seguiti da una troupe televisiva (???!!!!?) che faceva le riprese per un documentario da trasmettere negli Usa. Il loro viaggio era previsto sulla durata di 1 mese.

Ci hanno chiesto l’autorizzazione a riprenderci e molto volentieri abbiamo illustrato il nostro progetto. Dopo la Francia abbiamo fatto una tappa in Svizzera nei sobborghi di Montreux e poi il giorno seguente il ritorno in Italia attraverso il Passo del Gran San Bernardo che, come la cattedrale di Canterbury, è stato riaperto nelle ore in cui transitavamo noi! Dopo la Val d’Aosta il Piemonte, il passo della Cisa tra Emilia e Liguria e poi San Gimignano e la tappa finale prima di Roma nella stupenda Viterbo. Lungo il percorso italiano abbiamo incontrato molti altri ciclisti che seguivano la via Francigena ognuno con uno scopo e una modalità molto personali. Per il nostro arrivo a Roma, Don Agostino ne ha inventata un’altra delle sue organizzando una staffetta di agenti della Polizia Locale di Roma Capitale che ci ha scortati aprendoci la strada fino a Piazza San Pietro tra lo stupore e la curiosità dei tanti fedeli e turisti presenti. Sabato 14 giugno abbiamo partecipato al Giubileo dello Sportivo in Piazza del Popolo con tutte le federazioni nazionale e internazionali che hanno allestito dei propri stands mentre sul palco si sono succediti molti sportivi del passato e in attività per testimoniare ognuno la propria esperienza.

Abbiamo partecipato alla processione degli sportivi da Castel Sant’Angelo fino alla Porta Santa in Piazza San Pietro sotto la guida del Cardinale portoghese Jose Tolentino de Mendoca che dal  9 maggio 2025 ricopre il ruolo di prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione per la Santa Sede. Domenica 15 giugno la chiusura della nostra avventura ciclistica in maniera spettacolare. Abbiamo assistito alla Messa solenne celebrata dal Santo Padre Leone XIV assistito da oltre venti sacerdoti, tra cui non poteva certo mancare il nostro Don Agostino. Una chiusura degna del percorso e dell’esperienza delle due settimane precedenti. Cariche di novità ma anche di molte consapevolezze. Un gruppo molto coeso e che ha trovato presto il proprio affiatamento. La scoperta di una via, la Via Francigena che a dispetto dei suoi oltre 1500 anni, è stata aperta infatti nel corso del VI Secolo, si è dimostrata ancora molto attuale e molto “Viva” percorsa ogni anno da molti pellegrini o da semplici viaggiatori che, probabilmente, voglio riscoprire un modo diverso di vivere un’esperienza che sia di vacanza o mistica.

Due settimane scandite, oltre che da piacevoli pedalate, anche dalle battute di Renzo instancabile narratore. Una menzione a Giorgio che oltre ad essersi occupato di tutta la parte logistica prima dell’inizio del viaggio ogni mattina prima di affrontare il percorso quotidiano realizzava un breve video con le riflessioni della giornata. Questi video verranno riassunti in un filmato che racconterà l’intero tragitto. Un grande riconoscimento va a Don Agostino Frasson che, instancabile, dopo ogni tappa alla sera prima di coricarci ci raccoglieva in un momento di preghiera al termine del quale ognuno di noi si sentiva libero di condividere con gli altri i propri pensieri e le proprie riflessioni. Ecco tutto questo è stata per me e, ne sono certo anche per i miei compagni di viaggio, la via Francigena nell’anno del Giubileo 2025.
Damiano Fumagalli
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