Gli utenti di Volontaria-Mente in Val Viola

Per il secondo anno consecutivo Volontaria-Mente ODV di Merate (organizzazione di volontariato operante dal 2005 nell'ambito della salute mentale, per favorire il reinserimento sociale di persone colpite da disagio psichico) ha organizzato un soggiorno educativo gli utenti in cura presso i servizi psichiatrici del territorio.
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A raccontare l'esperienza è stato il presidente del sodalizio Marcello Ripamonti.
“Abbiamo scelto appositamente una baita di montagna da affittare in totale autogestione nel paese di Valdidentro (Sondrio), alle porte della Val Viola. Infatti uno degli obiettivi primari del progetto era proprio quello di sviluppare l'autonomia dei ragazzi di Volontaria-Mente nelle pratiche quotidiane (pulizia, preparazione dei pasti, riordino delle camere, fare la spesa).
In totale il soggiorno è durato cinque giorni, durante i quali il gruppo si è dimostrato molto unito, sia nelle diverse attività da svolgere sia nei lavori più impegnativi, come la preparazione dei pasti per tutti e le pulizie dell'intera struttura. Ulteriore particolarità e novità di quest'anno è stata la partecipazione di alcuni utenti della cooperativa l'Arcobaleno, con la quale collaboriamo da alcuni anni, accompagnati da una operatrice. Il loro inserimento nel gruppo è risultato molto positivo e tutti quanti si sono trovati molto bene fin dal primo giorno. 
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Ogni giornata è stata dedicata al raggiungimento di obiettivi specifici: il rafforzamento della coesione del gruppo, attraverso la condivisione di esperienze personali; l'aumento della fiducia nel prossimo attraverso la cooperazione per raggiungere lo scopo finale di ogni attività; la condivisione dei diversi problemi che possono sorgere nella vita di tutti i giorni, per dimostrare come a volte è molto utile parlarne con persone a noi vicine che possono darci consigli e sostenerci per superare i momenti più difficili (problem solving). 

Durante le lunghe passeggiate nel bosco della Val Viola vi è stata sempre l'occasione, mentre si ammirava il bellissimo paesaggio, di entrare in sintonia con tutti i ragazzi parlando con loro e lasciandoli liberi di sfogarsi e raccontare tutto ciò che volevano, senza mai sentirsi giudicati. L'atmosfera serena, e la quiete che la natura incontaminata trasmette, hanno contribuito molto a far trascorrere a tutto il gruppo l'intero soggiorno in un clima sereno e ricco di stimoli.
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Non sono mancate infatti attività ricreative come "le olimpiadi della mente", durante le quali all'aria aperta due squadre si sono sfidate nei giochi di bandiera, palla prigioniera e tiro alla fune. Ogni mattina, dopo la colazione, sono state svolte delle sessioni di risveglio muscolare, in modo da attivare non solo la mente ma anche tutti i muscoli che concorrono al benessere psicofisico.

Non sono mancate attività dedicate alla condivisione dei sentimenti, come i "giochi della fiducia", durante i quali ognuno ha potuto condividere le proprie esperienze, i timori personali e anche le difficoltà con cui quotidianamente ci si trova a combattere. Uno di questi giochi ha visto i ragazzi passarsi tra loro un gomitolo viola, tenendo tra le mani di volta in volta un pezzo del filo ed esprimendo una propria emozione; in questo modo si è creata una ragnatela che abbiamo chiamato "ragnatela delle emozioni" dalla quale sono stati poi creati dei braccialetti che ognuno di noi si è portato a casa, e che simboleggia il momento di unione che si è creato. Momenti creativi e divertenti si sono poi verificati durante la serata dedicata alle improvvisazioni teatrali, che ha contribuito molto a inserire ulteriormente nel gruppo i nuovi partecipanti al progetto.
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Molto emozionante è stata infine la visione del documentario di Simone Cristicchi "Dall'altra parte del cancello", che racconta della chiusura dei manicomi e della terribile situazione degli ex internati, sottolineando l'importanza della Legge Basaglia anche per tutti gli attuali utenti dei servizi psichiatrici. 
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Gli obiettivi che il progetto si è posto di raggiungere sono stati i seguenti: 1) Sviluppare il confronto cognitivo ed emozionale degli utenti con spazi diversi da quelli quotidiani, che spesso sono alla base di paure, ansie, con conseguente timore di mettersi in gioco. 2) Dare loro la possibilità di mostrare la loro capacità di rendersi autonomi, sviluppandone l’autostima. 3) Mostrare l’importanza del gruppo e della fiducia nei compagni. 4) Svolgere brevi momenti di attività fisica, mai stancanti o troppo duraturi. 5) Incentivare la rielaborazione delle esperienze appena vissute alla fine di ogni giornata, per dare corpo alle emozioni e sviluppare il senso critico. 6) Evidenziare per ognuno la capacità di elaborare il distacco dalla famiglia senza farsi prendere dalle paure, mostrando queste ultime come superabili con le proprie forze. Dando anche la possibilità di riappropriarsi di uno spazio e di un tempo che nel quotidiano è assorbito totalmente dall’ansia per la propria situazione”.
S.V.
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