Parco del Curone: intervista alla neo-direttrice Nicastro

Da sole due settimane si è insediata alla direzione del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone, ma nella conversazione avuta nel corso dell’intervista Mariella Nicastro ha mostrato di essere già molto addentro alla realtà dell’ente che dovrà dirigere per il prossimo quinquennio. 
Quarantatré anni e un solido curriculum alle spalle, non ha perso tempo. Lunedì 9 ha incontrato le Gev (Guardie Ecologiche Volontarie) e i volontari del Parco e giovedì 12 ha avuto un primo abboccamento con l’assessora all’Ambiente, Silvia Sesana, e i tecnici del Comune di Merate. 
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La prima impressione che ne ha ricavato è complessivamente positiva.
“Le Gev sono un supporto importante, l’incontro con loro e con i volontari è stato molto costruttivo. Sono una risorsa indispensabile e al loro interno ho riscontrato diverse competenze tra loro complementari: si può dire che, nonostante operino a livello volontario, offrono un servizio assolutamente professionale e di grande attenzione al territorio. Ho invitato poi i singoli gruppi che operano nei diversi settori di intervento ad avere un contatto diretto passando nel mio ufficio”. 
La neo-direttrice è presente infatti tutte le mattine a Cascina Butto, garantendo quindi, nonostante il tempo parziale, una continuità di servizio, aspetto questo che ha giocato a suo favore al momento della scelta per la copertura dello scranno lasciato libero dall’ex dirigente Michele Cereda. 
Un altro aspetto che ha giocato a suo favore, facendole sbaragliare la concorrenza di 12 candidati poi ristretta a una rosa di tre considerati maggiormente idonei, è stata la sua competenza specifica nella gestione faunistica, cosa che ha permesso di colmare un vuoto relativo a questo particolare segmento.
Ma è stata valutata positivamente anche la sua specializzazione nella gestione dei Siti Natura 2000, un complesso di siti caratterizzati dalla presenza di habitat e specie animali e vegetali di interesse comunitario indicati nella Direttiva 92/43 Cee, la cui funzione è quella di garantire la sopravvivenza a lungo termine della biodiversità nel continente europeo. 
In Lombardia sono presenti attualmente 175 Zsc (Zone Speciali di Conservazione), di cui fanno parte la Valle S. Croce e Valle del Curone e la Riserva del Lago di Sartirana: quest’ultima è stata integrata nel Parco di Montevecchia e Valle del Curone il 4 maggio 2024. 
Ecco perché l’incontro di giovedì con l’Amministrazione comunale, allo scopo di coordinare le azioni dei due enti.
“Si è trattato di un primo incontro in cui abbiamo affrontato la gestione ordinaria, per il momento non si prevedono nuovi interventi. Ho però l’impressione che il messaggio di questo ingresso nel Parco non sia ancora del tutto passato tra i cittadini, così come l’idea che questo passaggio comporta onori ma anche oneri. Sarà utile quindi prevedere degli incontri sia con la cittadinanza che con i volontari civici per chiarire meglio che cosa comporta questo cambiamento. I volontari sono una risorsa, ma bisogna capire che ci sono delle regole”.
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Parlando con i frequentatori della Riserva capita spesso di sentire lamentele circa la chiusura da marzo a luglio di una parte del sentiero che recinge il bacino lacustre. 
“La chiusura è stabilita dal Piano di gestione, approvato anche dalla Regione. Non è quindi pensabile di non ottemperare a quanto previsto nel Piano. Quello che si può fare, però, è informare meglio anche attraverso una cartellonistica più aggiornata”. 
In effetti la comunicazione dell’ente verso l’esterno appare un po’ carente…
“La comunicazione verso l’esterno dovrà essere in generale migliorata, compatibilmente con le risorse economiche disponibili”.
Sollecitata a individuare eventuali particolari criticità, la neo-direttrice risponde che non ne vede, salvo una che tuttavia le risulta essere comune a tutti i Parchi, ovvero la carenza di personale. 
“Come detto, le specifiche aree di competenza sono tutte coperte, quello che risulta insufficiente è il personale di supporto. Mi propongo di supplire con una maggiore efficienza nell’organizzazione del lavoro e nella comunicazione tra gli uffici. Occorre mettere a sistema il lavoro svolto dai singoli e anche quello realizzato dalle Gev per avere un quadro complessivo. Questo servirà anche a far sì che i volontari vedano come i loro sforzi sono finalizzati e quindi a trarre maggiore soddisfazione dall’impegno da loro profuso”. 
A.Vi.
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