Das o Tari? più della giustizia fiscale, vale la tecnologia

Alla voce “innovazione”, la giunta comunale di Merate ha dato una risposta concreta: un investimento da 145.000 euro per realizzare un’infrastruttura DAS (Distributed Antenna System), finalizzata a migliorare la ricezione del segnale telefonico nel centro città. Otto mini router, dislocati tra via Manzoni e la parrocchia Sant’Ambrogio, porteranno una rete “neutral host” per intercettare tutti i segnali disponibili sul mercato e ridistribuirli tramite fibra. Un progetto annunciato in campagna elettorale e ora trasformato in studio di fattibilità. Ma è proprio questo il punto: una promessa elettorale giustifica qualsiasi priorità di spesa? E soprattutto: è questa oggi la priorità per la cittadinanza? Nel frattempo, come noto, la TARI – la tassa sui rifiuti – ha subito un aumento sensibile. L’Amministrazione ha attribuito la responsabilità a fattori normativi, inflazione e decisioni della precedente giunta. Tuttavia, non ha fatto nulla per compensare questi rincari, pur avendo a disposizione strumenti e risorse per farlo. Mi riferisco, ad esempio, ai premi Silea: oltre 90.000 euro ricevuti in due anni, destinati solo in parte (40.000 euro annui) a riduzioni tariƯarie. Una quota importante è stata utilizzata per sostenere il tessuto associativo, senza però un beneficio diretto per i cittadini che – con senso civico – hanno reso possibile proprio quei premi, praticando la raccolta diƯerenziata con continuità e attenzione. In questo contesto, non sarebbe stato più equo e coerente utilizzare i fondi del progetto DAS o una parte dei premi ambientali per alleggerire almeno in parte la TARI? Il tema, a ben vedere, non è solo economico, ma politico: riguarda le priorità e i criteri di spesa. Non si tratta di mettere in discussione la modernizzazione tecnologica, ma di chiedere trasparenza e coerenza. Se si dispone di risorse importanti, la scelta tra finanziare un’infrastruttura digitale o restituire qualcosa ai cittadini passa da una precisa visione amministrativa. La realtà è che oggi le famiglie pagano di più, senza aver ottenuto alcun beneficio misurabile o incentivo in cambio. Nessun piano concreto per il 2025, nessuna anticipazione su un sistema premiale personalizzato, nessuna forma di restituzione pro-quota della TARI. Solo dichiarazioni generiche su future misure “in via di studio”. Merate è da anni un Comune virtuoso nella raccolta diƯerenziata. È stato scelto da Silea come sede del primo “Centro di Raccolta 4.0” grazie anche a fondi PNRR. Un primato, questo sì, che andrebbe riconosciuto ai suoi cittadini. Invece, oggi si chiede loro un sacrificio in più – la TARI aumentata – mentre si investe in una rete di mini-router per il centro città. Si può parlare davvero di buon governo, se a pagare di più sono sempre quelli che fanno il loro dovere? Se l’unico modo per rendere tangibile l’azione amministrativa è finanziare ciò che “si vede”, mentre le buone pratiche restano senza ritorno? Nel 2025, fare politica significa anche premiare i comportamenti responsabili. Non basta dichiararsi trasparenti e responsabili: occorre dimostrarlo con atti tracciabili, misurabili e sostenibili, restituendo parte del valore generato proprio da chi rende Merate un Comune virtuoso.  
Massimiliano
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