Tempi di guerra: che fare?
Ieri a Roma si è tenuta una delle riunioni più decisive del gruppo “Weimar Plus” di come i 5 Governi europei si regoleranno per continuare il sostegno militare alla guerra fratricida in Ucraina, presieduta dal Segretario Generale della NATO Mark Rutte e Kaia Kallas in rappresentanza della UE.
Oggi ci siamo svegliati con l’aggressione militare di Israele all’Iran, vari attacchi generalizzati in otto città dell’Iran su obbiettivi strategici militari e strutture civili mirate, che preludono ad una reazione militare equivalente al momento imprevedibile dall’Iran contro Israele.
Due grandi guerre che hanno cause distinte, ad Est e a Sud accerchiano l’Europa, ma entrambi hanno denominatori comuni, responsabilità storiche documentate colpevolmente lasciate fomentare tra le popolazioni coinvolte, ma con evidenti regie ed interessi stranieri che ci conducono a Washington.
E’ noto che il nostro paese abbia una sovranità limitata in politica estera, così non era per l’Europa creata dai nostri padri fondatori.
Dalla caduta del muro di Berlino e dal dissolvimento dell’ Unione Sovietica la stessa Europa che abbiamo conosciuto si è ritagliata una propria subalternità, accettando o subendo un progressivo servilismo politico, rinunciando ad un proprio ruolo sinergico propositivo nel contesto internazionale e nella stessa alleanza militare la NATO.
Ora, dalla elezione USA alla presidenza di Donald Trump, dalle sue promesse, impegni e disimpegni, guerre commerciali sui dazi, le deportazioni illegali di immigrati, dalle guerre che non finiscono, ma al contrario si accentuano e si aggravano, la comunità internazionale dovrebbe chiedersi, che fare?
E’ sempre più evidente che apparati della CIA del Pentagono e molti rappresentanti democratici e repubblicani sono profondamente e storicamente russofobi non vedono di buon occhio l’apparente avvicinamento ed incontro con Putin e la diplomazia russa.
Un altro soggetto sulla scena è l’Inghilterra, con il laburista Starmer, che si è fatto promotore dei “volenterosi” non verso la pace e l’Europa, ma per capeggiare e favorire il riarmo generalizzato dell’Europa, qui la russofobia ha radici storiche.
Già con l’impero zarista, quale diretto competitore, ma anche successivamente alla Rivoluzione d’Ottobre con l’Unione Sovietica, dopo la seconda guerra mondiale, la Russia post sovietica e la Federazione russa attuale a guida Putin.
La Francia con Macron è sempre più debole e poco influente, più fuori che dentro, la Germania a nuova guida Merz, è assai lontana dall’influenza che i suoi primi ministri hanno sempre esercitato in Europa, l’Italia con la nostra Meloni ed il suo filo trumpismo opportunista, chiude il cerchio dei falliti.
E’ difficile per loro ammetterlo, ma è la risultante conseguenza per non essere riusciti in tutti questi anni di guerra reale scientemente aizzata in Ucraina contro la Russia, ad evitarla a prevenirla, ed ancora oggi che si sono aperti degli spazi, non hanno ancora deciso di andare insieme a Mosca a parlare con il “mostro Putin”, ma di riarmarsi per difenderci.
Diverso è lo scenario in Medio Oriente, molto più pericoloso ed a rischio per noi italiani ed Europei.
Le responsabilità sono storiche da quando lo Stato di Israele dal 14 Maggio 1948 è sorto mai la comunità internazionale ha seriamente pensato al popolo Palestinese che avesse alla pari il diritto ad un loro Stato di Palestina.
Questo rappresenta la chiave di volta della crisi Medio Orientale, la causa dei conflitti interni ed esterni, che hanno avuto troppe vittime in questi 80 anni, ed al momento, con l’aggressione d’Israele in Iran saranno destinati a crescere.
Il fanatismo di Netanyahu della destra estrema spalleggiata dai coloni, hanno occupato illegalmente i loro territori, con la chiara intenzione di deportare i palestinesi da Gaza ed annettersi unilateralmente l’intera Cisgiordania.
Sapranno i nostri rappresentanti, nazionali ed europei battersi apertamente per allontanare i pericoli di una terza guerra mondiale che sempre più vediamo avvicinarsi alle nostre case?
Oppure continueranno a mentire a se stessi al Paese e parlare di armamenti, di difesa e sicurezza?
Oggi ci siamo svegliati con l’aggressione militare di Israele all’Iran, vari attacchi generalizzati in otto città dell’Iran su obbiettivi strategici militari e strutture civili mirate, che preludono ad una reazione militare equivalente al momento imprevedibile dall’Iran contro Israele.
Due grandi guerre che hanno cause distinte, ad Est e a Sud accerchiano l’Europa, ma entrambi hanno denominatori comuni, responsabilità storiche documentate colpevolmente lasciate fomentare tra le popolazioni coinvolte, ma con evidenti regie ed interessi stranieri che ci conducono a Washington.
E’ noto che il nostro paese abbia una sovranità limitata in politica estera, così non era per l’Europa creata dai nostri padri fondatori.
Dalla caduta del muro di Berlino e dal dissolvimento dell’ Unione Sovietica la stessa Europa che abbiamo conosciuto si è ritagliata una propria subalternità, accettando o subendo un progressivo servilismo politico, rinunciando ad un proprio ruolo sinergico propositivo nel contesto internazionale e nella stessa alleanza militare la NATO.
Ora, dalla elezione USA alla presidenza di Donald Trump, dalle sue promesse, impegni e disimpegni, guerre commerciali sui dazi, le deportazioni illegali di immigrati, dalle guerre che non finiscono, ma al contrario si accentuano e si aggravano, la comunità internazionale dovrebbe chiedersi, che fare?
E’ sempre più evidente che apparati della CIA del Pentagono e molti rappresentanti democratici e repubblicani sono profondamente e storicamente russofobi non vedono di buon occhio l’apparente avvicinamento ed incontro con Putin e la diplomazia russa.
Un altro soggetto sulla scena è l’Inghilterra, con il laburista Starmer, che si è fatto promotore dei “volenterosi” non verso la pace e l’Europa, ma per capeggiare e favorire il riarmo generalizzato dell’Europa, qui la russofobia ha radici storiche.
Già con l’impero zarista, quale diretto competitore, ma anche successivamente alla Rivoluzione d’Ottobre con l’Unione Sovietica, dopo la seconda guerra mondiale, la Russia post sovietica e la Federazione russa attuale a guida Putin.
La Francia con Macron è sempre più debole e poco influente, più fuori che dentro, la Germania a nuova guida Merz, è assai lontana dall’influenza che i suoi primi ministri hanno sempre esercitato in Europa, l’Italia con la nostra Meloni ed il suo filo trumpismo opportunista, chiude il cerchio dei falliti.
E’ difficile per loro ammetterlo, ma è la risultante conseguenza per non essere riusciti in tutti questi anni di guerra reale scientemente aizzata in Ucraina contro la Russia, ad evitarla a prevenirla, ed ancora oggi che si sono aperti degli spazi, non hanno ancora deciso di andare insieme a Mosca a parlare con il “mostro Putin”, ma di riarmarsi per difenderci.
Diverso è lo scenario in Medio Oriente, molto più pericoloso ed a rischio per noi italiani ed Europei.
Le responsabilità sono storiche da quando lo Stato di Israele dal 14 Maggio 1948 è sorto mai la comunità internazionale ha seriamente pensato al popolo Palestinese che avesse alla pari il diritto ad un loro Stato di Palestina.
Questo rappresenta la chiave di volta della crisi Medio Orientale, la causa dei conflitti interni ed esterni, che hanno avuto troppe vittime in questi 80 anni, ed al momento, con l’aggressione d’Israele in Iran saranno destinati a crescere.
Il fanatismo di Netanyahu della destra estrema spalleggiata dai coloni, hanno occupato illegalmente i loro territori, con la chiara intenzione di deportare i palestinesi da Gaza ed annettersi unilateralmente l’intera Cisgiordania.
Sapranno i nostri rappresentanti, nazionali ed europei battersi apertamente per allontanare i pericoli di una terza guerra mondiale che sempre più vediamo avvicinarsi alle nostre case?
Oppure continueranno a mentire a se stessi al Paese e parlare di armamenti, di difesa e sicurezza?
Sergio Fenaroli