Lecco: casse vuote, difficile “risanare” Piazza Stoppani

Quest’anno la rassegna “Lecco città del Manzoni” ha avuto come tema cardine il rapporto tra il grande autore de “I promessi Sposi” e Antonio Stoppani, un sentito e doveroso omaggio all’illustre abate e geologo lecchese che però stride con lo stato di degrado in cui versa ormai da anni la piazza sul lungo lago cittadino che porta il suo nome.

Un degrado evidente e che è sotto gli occhi di tutti, compresi quelli dell’amministrazione comunale che ha inserito la riqualificazione dell’area nel lungo elenco di opere necessarie per la città presentato in commissione consiliare dall’assessore ai lavori pubblici Francesca Rota, sottolineando però che l’alto costo dell’intervento è al momento difficilmente sostenibile dalle sole casse comunali.

Decisamente malconcia è l’esedra in cotto, con annesse fontane non funzionanti ormai da oltre vent’anni, che ospita la statua in bronzo dello Stoppani (opera dello scultore milanese Michele Vedani che la consegnò alla città il 25 settembre del 1927) sin dal 1934, anno in cui il monumento venne spostato dai giardini sul lungolago, la posizione originaria, a seguito della riqualificazione subita dall’intera area in occasione della realizzazione della strada, datata 1933.

Le foto scattate in questi giorni mostrano inesorabilmente i segni lasciati da tempo e incuria, che hanno trasformato questo angolo della città in un brutto esempio di abbandono e trascuratezza, assai lontano dal ricordo ancora vivo soprattutto tra i cittadini lecchesi meno giovani, gli unici in grado di descrivere nostalgicamente lo spettacolo suggestivo che, in particolar modo la sera, le fontane accese e il loro avanguardistico gioco di luci erano in grado di regalare.

La situazione odierna però, come dicevamo, è frutto di un degrado sedimentato negli anni a cui anche gli amministratori del passato avevano già provato, senza successo, a trovare rimedio. Risale, infatti, ai primi anni novanta un progetto mai realizzato di risistemazione dell’impianto idraulico, che secondo le indagine tecniche condotte in quel periodo sarebbe l’intervento da privilegiare poiché sufficiente a riportate in vita buona parte dell’antico splendore che caratterizzava l’imponente struttura. Stando ad alcune indiscrezioni più recenti ci sarebbe anche l’interessamento da parte di una associazione del territorio, che avrebbe effettuato proprio nei giorni scorsi un sopralluogo al fine di verificare la fattibilità dell’intervento.
Indipendentemente dalle modalità con le quali si deciderà di agire rimane una sola cosa certa, questo angolo della città, a pochissimi passi dalle centralissime piazza Cermenati e Piazza XX Settembre, merita maggior decoro e attenzione, come sembra quasi suggerire anche il pensieroso sguardo che corruga il volto della statua di Stoppani, senza dubbio la prima vera vittima di questa totale non curanza, purtroppo ben lontana dal clamore che invece accompagnò la sua inaugurazione e che ancora oggi è ben testimoniato dalle cronache di quel lontano 25 settembre 1927: “quando le autorità hanno preso posto sul palco eretto di fianco al monumento, il Podestà, cav. Tubi pronuncia applaudite parole per esprimere la soddisfazione sua nel prendere in consegna il monumento al Grande che la città nostra e l’Italia tutta ha onorato col suo amore alla fede, alla scienza, alla patria”.

Le informazioni storiche sono tratte da: Gianfranco Scotti, La memoria scolpita: storia e vicende di monumenti lecchesi,
Rotary club Lecco Le Grigne, 2003, pp.61-69.
Rosa Valsecchi
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