I diritti si conquistano con le lotte

La partecipazione degli italiani ai quesiti referendari, sul lavoro e la cittadinanza, è stata davvero molto deludente il 30 %, hanno risposto poco più della metà degli italiani che ad ogni tornata elettorale diminuiscono inesorabilmente, con le elezioni Europee si è giunti al 49%.

Lo stesso istituto, che dovrebbe favorire il maggiore coinvolgimento democratico, il referendum, è stato di per sé svilito, questo pone un serio interrogativo in primis ai promotori ma all’insieme della società e la politica italiana.

Oltre 14 milioni di italiani hanno scelto tuttavia di dire la loro su tematiche molto importanti e delicate che meritano tuttavia una risposta che il legislatore non potrà evitare, in particolare per le forze di governo che hanno i numeri in Parlamento ed ovviamente per le forze di opposizione che hanno condiviso e sostenuto la partecipazione attiva ai seggi elettorali.

Sarebbe un errore molto semplicistico affermare la sconfitta dei promotori, la CGIL con le opposizioni, e autoproclamarsi vincitori perché il 70% degli italiani non hanno votato disertando le urne come suggerito dagli esponenti della destra governativa.

E’ una lezione per tutti gli italiani sia che abbiano scelto di votare, sia chi ha scelto di disertare le urne, la centralità dei quesiti posti, del loro valore reclama delle risposte conseguenti.

Questo passaggio referendario, rappresenterà una svolta significativa, l’inizio e la continuità di un impegno che porrà al centro il mondo del lavoro che reclama maggiori tutele, dignità, sicurezza, remunerazione, contro la precarietà, e maggiori diritti di cittadinanza ed inclusione ai lavoratori immigrati, con la consapevolezza di avere da questa parte ben 14 milioni di persone che condividono queste finalità.

La nostra esperienza di battaglie sindacali, ci insegna di indicare obbiettivi e percorsi alle generazioni che verranno, non abbiamo raggiunto il quorum, ce ne dispiace, ma si inizia una nuova fase. 

La Storia ci insegna che i diritti si conquistano e si difendono non con le lacrime e nemmeno con le preghiere, ma con l’intelligenza, la cultura e le lotte.
Sergio Fenaroli
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