Merate: la prima Messa di don Amilkar, novello prete
La raccomandazione più bella gliel'ha fatta sicuramente don Luigi Peraboni, parroco di Merate prima di don Mauro Malighetti, e che ha seguito il novello sacerdote nei suoi anni dij preparazione. “Sii un prete felice”.
Un augurio ma anche una esortazione ad accogliere sempre le persone con un sorriso, trasmettendo così la gioia di essere sacerdote, unito all'invito a non fermarsi all'apparenza e a non dimenticarsi ma che la sua missione è quella di servire e non di essere servito.
E' stata una celebrazione lunga ma molto sentita e a tratti anche commovente quella che questa mattina si è svolta in sant'Ambrogio per la prima Messa di don Amilkar Naranjo, ordinato dall'arcivescovo Mario Delpini, originario dell'Ecuador, a Merate con la famiglia dal 2006.
Sono state tantissime le persone che si sono strette attorno a lui e con la preghiera lo hanno accompagnato in questa prima Messa celebrata nella sua parrocchia.
Sull'altare diversi sacerdoti, nella navata centrale della chiesa i famigliari, gli amici, le suore, le catechiste, le autorità dei comuni di Merate, Villasanta e Besana dove ha esercitato, tanti connazionali e poi i giovani con i quali ha trascorso lunghi periodi.
La funzione è stata animata dalla corale parrocchiale e dalla corale degli amici equadoregni che hanno anche intonato alcuni canti in lingua, rendendo ancora più emozionante e suggestiva la celebrazione.
Nella sua omelia don Mauro ha parlato del dono del sacerdozio, della bellezza del silenzio contemplativo e, rifacendosi al motto scelto dalla classe dei novelli sacerdoti “Perchè nulla vada perduto”, ha esortato a custodire ogni frammento di esistenza.
Don Amilkar emozionatissimo ha preso la parola al termine della Messa e il suo è stato un lungo GRAZIE rivolto a tutti coloro che in questi anni lo hanno sostenuto, spronato, gli sono stati vicino facendogli sperimentare la tenerezza e la bontà di Dio.
Al termine, dopo le foto di rito, la festa si è spostata in oratorio per il pranzo comunitario mentre questa sera le quattro parrocchie si ritroveranno per una solenne processione con partenza dall'ospedale cittadino e arrivo in prepositurale.
Un augurio ma anche una esortazione ad accogliere sempre le persone con un sorriso, trasmettendo così la gioia di essere sacerdote, unito all'invito a non fermarsi all'apparenza e a non dimenticarsi ma che la sua missione è quella di servire e non di essere servito.
E' stata una celebrazione lunga ma molto sentita e a tratti anche commovente quella che questa mattina si è svolta in sant'Ambrogio per la prima Messa di don Amilkar Naranjo, ordinato dall'arcivescovo Mario Delpini, originario dell'Ecuador, a Merate con la famiglia dal 2006.
Sono state tantissime le persone che si sono strette attorno a lui e con la preghiera lo hanno accompagnato in questa prima Messa celebrata nella sua parrocchia.
Sull'altare diversi sacerdoti, nella navata centrale della chiesa i famigliari, gli amici, le suore, le catechiste, le autorità dei comuni di Merate, Villasanta e Besana dove ha esercitato, tanti connazionali e poi i giovani con i quali ha trascorso lunghi periodi.
La funzione è stata animata dalla corale parrocchiale e dalla corale degli amici equadoregni che hanno anche intonato alcuni canti in lingua, rendendo ancora più emozionante e suggestiva la celebrazione.
Nella sua omelia don Mauro ha parlato del dono del sacerdozio, della bellezza del silenzio contemplativo e, rifacendosi al motto scelto dalla classe dei novelli sacerdoti “Perchè nulla vada perduto”, ha esortato a custodire ogni frammento di esistenza.
Don Amilkar emozionatissimo ha preso la parola al termine della Messa e il suo è stato un lungo GRAZIE rivolto a tutti coloro che in questi anni lo hanno sostenuto, spronato, gli sono stati vicino facendogli sperimentare la tenerezza e la bontà di Dio.
Al termine, dopo le foto di rito, la festa si è spostata in oratorio per il pranzo comunitario mentre questa sera le quattro parrocchie si ritroveranno per una solenne processione con partenza dall'ospedale cittadino e arrivo in prepositurale.
S.V.