Church pocket/65. La pericolosa bellezza del cuore di Gesù (parte prima)
Giugno arriva puntuale con la sua strana pretesa: obbligarci a guardare un cuore, di quelli che non si trovano in gioielleria né si disegnano distrattamente sui margini di un foglio. Un cuore concreto, inquietante e persino rivoluzionario, quello di Gesù. Perché dietro la tenerezza apparente del simbolo, c’è qualcosa di sconvolgente: Dio si è preso la briga di amare seriamente e fino in fondo l’umanità. Salvo eventi eccezionali, la rubrica del mese di giugno sarà dedicata al culto cristologico del Sacro Cuore e del Corpus Domini, due celebrazioni visceralmente legate fra loro.
Questa spiritualità del Cuore di Gesù è tutto fuorché una dolce abitudine consolatoria. Al contrario, ci sfida continuamente. È come se Dio dicesse: “Ecco qui, guardate dentro, se ne avete il coraggio!”. Un cuore aperto, accogliente, misericordioso sì, ma capace di mettere sottosopra le nostre tiepide certezze religiose. Gesù non propone devozioni tranquille, bensì incontri sconvolgenti con un amore che diventa carne, sangue e scelte concrete di vita.

Papa Francesco, nella sua lettera apostolica “Misericordia et Misera” del 2016, coglie perfettamente questo rischio e lo rilancia con forza: l'incontro con la misericordia di Cristo è un evento che destabilizza le nostre comodità, costringendoci a uscire dalle chiusure e a diventare autenticamente umani perché è una misericordia che rompe sicuramente i parametri del perdono umano. È un invito ad amare non per dovere, ma per una strana e irresistibile urgenza interiore, come un imperativo spirituale. Anche Benedetto XVI, nell’enciclica “Deus Caritas Est”, insiste su un punto cruciale: il Cuore di Gesù non può essere solo un’immagine poetica, un santino da tenere in camera da letto: è il segno visibile di un Dio testardo che si ostina a restare vicino all’uomo. Vicino soprattutto quando ci sentiamo distanti, smarriti, magari con la spiacevole sensazione che Dio sia “in ferie”. E invece no, Lui è lì, nel cuore delle nostre miserie quotidiane. Non è una spiritualità da nostalgici del passato, da nostalgici del medioevo: il Cuore di Gesù è più attuale che mai, una provocazione continua in un tempo dominato da indifferenza e divisioni. Mentre il mondo cerca disperatamente una bussola, che rincorre modelli effimeri, ecco una spiritualità paradossale che indica sempre e solo una direzione: amare.

Allora, diamogli una possibilità a questo cuore che batte con ritmo divino. Guardiamoci dentro davvero, perché lì, nascosta dietro apparizioni misteriose e segnali appena accennati, continua a pulsare l’ironia sublime di un Dio che ha scelto proprio il cuore, debole e fragile, per mostrare la sua forza eterna. Ma delle apparizioni e di questa divina ironia avremo modo di parlare prossimamente…
P.S.: un piccolo errata corrige a Suor Maria Silvia.
Il 27 luglio 2018, il cardinale Theodore Edgar McCarrick ha formalmente rimesso il cardinalato nelle mani di Papa Francesco. Il giorno dopo, il 28 luglio, la Sala Stampa Vaticana ha reso noto che il Papa aveva accolto la rinuncia, imponendo al cardinale una vita appartata di preghiera e penitenza fino al termine del processo canonico a suo carico per gravi abusi sessuali su minori e adulti. Ben diversa, e meno radicale, è la situazione del cardinale Angelo Becciu. Il 24 settembre 2020, Francesco ha accolto solo la sua rinuncia alla guida della Congregazione delle Cause dei Santi e ai diritti connessi al cardinalato, lasciandogli però formalmente la dignità di cardinale, pur svuotata di ogni concreta prerogativa. La famosa lettera firmata nei giorni del Gemelli serviva proprio a chiarire, dal punto di vista canonico, una situazione che appariva confusa e ambigua. Come vede, il Diritto Canonico a volte è utile per orientarsi nelle vicende ecclesiali, anche quando sembrano sottili o complicate. Una distinzione apparentemente piccola, ma che aiuta a evitare equivoci tra la perdita totale del cardinalato con successiva dimissione dallo stato clericale (come nel caso di McCarrick) e la semplice sospensione dei diritti connessi al cardinalato (come nel caso di Becciu).
Segui Church pocket - Teologia Tascabile anche su Instagram, Facebook e TikTok per altri approfondimenti video.
Questa spiritualità del Cuore di Gesù è tutto fuorché una dolce abitudine consolatoria. Al contrario, ci sfida continuamente. È come se Dio dicesse: “Ecco qui, guardate dentro, se ne avete il coraggio!”. Un cuore aperto, accogliente, misericordioso sì, ma capace di mettere sottosopra le nostre tiepide certezze religiose. Gesù non propone devozioni tranquille, bensì incontri sconvolgenti con un amore che diventa carne, sangue e scelte concrete di vita.

Papa Francesco, nella sua lettera apostolica “Misericordia et Misera” del 2016, coglie perfettamente questo rischio e lo rilancia con forza: l'incontro con la misericordia di Cristo è un evento che destabilizza le nostre comodità, costringendoci a uscire dalle chiusure e a diventare autenticamente umani perché è una misericordia che rompe sicuramente i parametri del perdono umano. È un invito ad amare non per dovere, ma per una strana e irresistibile urgenza interiore, come un imperativo spirituale. Anche Benedetto XVI, nell’enciclica “Deus Caritas Est”, insiste su un punto cruciale: il Cuore di Gesù non può essere solo un’immagine poetica, un santino da tenere in camera da letto: è il segno visibile di un Dio testardo che si ostina a restare vicino all’uomo. Vicino soprattutto quando ci sentiamo distanti, smarriti, magari con la spiacevole sensazione che Dio sia “in ferie”. E invece no, Lui è lì, nel cuore delle nostre miserie quotidiane. Non è una spiritualità da nostalgici del passato, da nostalgici del medioevo: il Cuore di Gesù è più attuale che mai, una provocazione continua in un tempo dominato da indifferenza e divisioni. Mentre il mondo cerca disperatamente una bussola, che rincorre modelli effimeri, ecco una spiritualità paradossale che indica sempre e solo una direzione: amare.

Allora, diamogli una possibilità a questo cuore che batte con ritmo divino. Guardiamoci dentro davvero, perché lì, nascosta dietro apparizioni misteriose e segnali appena accennati, continua a pulsare l’ironia sublime di un Dio che ha scelto proprio il cuore, debole e fragile, per mostrare la sua forza eterna. Ma delle apparizioni e di questa divina ironia avremo modo di parlare prossimamente…
P.S.: un piccolo errata corrige a Suor Maria Silvia.
Il 27 luglio 2018, il cardinale Theodore Edgar McCarrick ha formalmente rimesso il cardinalato nelle mani di Papa Francesco. Il giorno dopo, il 28 luglio, la Sala Stampa Vaticana ha reso noto che il Papa aveva accolto la rinuncia, imponendo al cardinale una vita appartata di preghiera e penitenza fino al termine del processo canonico a suo carico per gravi abusi sessuali su minori e adulti. Ben diversa, e meno radicale, è la situazione del cardinale Angelo Becciu. Il 24 settembre 2020, Francesco ha accolto solo la sua rinuncia alla guida della Congregazione delle Cause dei Santi e ai diritti connessi al cardinalato, lasciandogli però formalmente la dignità di cardinale, pur svuotata di ogni concreta prerogativa. La famosa lettera firmata nei giorni del Gemelli serviva proprio a chiarire, dal punto di vista canonico, una situazione che appariva confusa e ambigua. Come vede, il Diritto Canonico a volte è utile per orientarsi nelle vicende ecclesiali, anche quando sembrano sottili o complicate. Una distinzione apparentemente piccola, ma che aiuta a evitare equivoci tra la perdita totale del cardinalato con successiva dimissione dallo stato clericale (come nel caso di McCarrick) e la semplice sospensione dei diritti connessi al cardinalato (come nel caso di Becciu).
Segui Church pocket - Teologia Tascabile anche su Instagram, Facebook e TikTok per altri approfondimenti video.
Rubrica a cura di Pietro Santoro