Nuovo ponte tra Villa d'Adda e Imbersago: varie demolizioni di case e un "imbuto" al reale bisogno di traffico est-ovest
Con riferimento al “Dibattito Pubblico” riguardante la fase progettuale del Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (DocFAP) e avente per tema la realizzazione del nuovo ponte ferroviario-stradale, in sostituzione dell’esistente ponte ferrostradale “San Michele” tra Calusco d’Adda e Paderno d’Adda, alla luce dei contenuti esposti nell’incontro plenario di avvio del 22 maggio 2025, la Consulta territorio, ambiente ed ecologia del Comune di Imbersago sottolinea quanto segue:
- Si apprende con stupore e incredulità che ben due dei tre scenari alternativi prospettati nella relazione progettuale illustrata da Rete Ferroviaria Italiana (RFI) prevedono la realizzazione di un nuovo ponte stradale di collegamento fra i territori di Imbersago (con intersezione alla rotonda sulla Sp 56, piazza Diaz) e Villa d’Adda (con intersezione alla rotonda sulla Sp 166), che verrebbe attuata attraverso una soluzione di scavalco del fiume Adda posta 3,5 chilometri a nord rispetto al tracciato ferroviario.

- Nella citata relazione si legge tra l’altro che “l’intervento ha una lunghezza di circa 750 metri ed impatta sulle abitazioni esistenti causando varie demolizioni lato Imbersago” e che “la soluzione prevede la realizzazione di una viabilità di categoria extraurbana con marciapiedi con corsie da 3,50 m che permettono la circolazione di tutte le tipologie di mezzi definiti dal paragrafo 3.4.2 del D.M. 5/11/2001”, aggiungendo inoltre che il prospettato viadotto consentirà “il passaggio dei mezzi pesanti con doppio senso di marcia, eliminando l’attuale limite al transito rispetto al peso (3.5 t) e alla larghezza (2.30 m). Nelle successive fasi progettuali verrà valutata la necessità di adeguare i tratti urbani del
percorso per l’eventuale passaggio dei mezzi pesanti”, adeguando le intersezioni per permettere il transito a tutte le tipologie di mezzi.
- Si tenga anzitutto presente che l’ipotesi di un ponte di attraversamento del fiume Adda tra Villa d’Adda e Imbersago - oltre all’impatto ambientale e paesaggistico fortemente negativo su una delle aree di maggior pregio del fiume e su un prospetto visivo dall’area del traghetto verso nord tra i più suggestivi - nasce dal nulla anche da un punto di vista della pianificazione territoriale, visto che il Piano Regionale della Mobilità e dei Trasporti e i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali di Lecco e Bergamo non solo non lo prevedono, ma individuano altre aree del fiume per la realizzazione di viadotti sull’Adda,
stradali o ferroviari, con relative connessioni a vie di comunicazione in grado di far fronte alle effettive esigenze di mobilità dei rispettivi territori.
- Il solo fatto che si proponga la soluzione Imbersago-Villa d’Adda come alternativa alla viabilità dell’attuale ponte San Michele e come risolutiva rispetto ai problemi in essere e futuri legati all’attraversamento dell’Adda appare del tutto fuori dalla realtà: un vero e proprio azzardo viabilistico, che andrebbe ad aggravare la già precaria situazione esistente.
Oltre al sopra citato impatto devastante su alcune abitazioni private in quell’area di Imbersago (per mancanza di spazio), ci si troverebbe con un nuovo ponte sull’asse est- ovest di soli 750 metri che andrebbe a immettersi sulla Sp 56 il cui sviluppo è sull’asse nord-sud, con la prospettiva certa di non intercettare il reale bisogno di mobilità sull’asse est-ovest (come avviene attualmente con la Sp 54, dall’attuale ponte di Paderno a Cernusco), creando un “imbuto” che farebbe collassare la viabilità sulla Sp 56, specie in direzione Robbiate nelle ore di punta e soprattutto spingendo il traffico automobilistico a cercare ancor più vie alternative nelle strade secondarie (spesso con tratti molto stretti) nell’area collinare di Imbersago, Cassina Fra’ Martino, Sartirana, fino al centro di Merate e a Robbiate. A ciò si aggiungano i noti problemi legati ai pericoli della discesa della curva della Sp 56 in via Moratti a Imbersago e di via dei Tigli a Robbiate, legati non solo al calibro stradale, ma anche alle pendenze e alle velocità elevate che si verificherebbero in caso di allargamento in zona Respiro. In estrema sintesi: è bene che RFI – di concerto con chi di dovere - rifletta seriamente sulla non percorribilità di un’ipotesi viabilistica che appare assolutamente non adeguata.
- In conclusione, la Consulta territorio, ambiente ed ecologia del Comune di Imbersago, consapevole della complessità del tema e delle numerose variabili in gioco, auspica che il confronto sulla realizzazione del nuovo ponte ferroviario-stradale in sostituzione del ponte San Michele possa proseguire fra RFI, Regione, Province, Comuni, Parco Adda Nord ed Enti interessati nel solco dei princìpi e delle linee guida contenute in una mozione (che si allega in copia) promossa dai Comuni nel meratese nel 2024 e approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Imbersago il 19 settembre 2024, agendo tra l’altro in coerenza con gli intendimenti espressi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in risposta a un’interrogazione parlamentare su questo argomento lo scorso 18 settembre 2024. La Consulta attende infine le risultanze dell’Analisi di traffico degli effetti indotti sulla rete
stradale provinciale e comunale a seguito della realizzazione del nuovo ponte San Michele, che verrà realizzata a seguito di apposita convenzione fra la Provincia di Lecco e gran parte dei Comuni del meratese, fra cui Imbersago.
Imbersago, 4 giugno 2025
- Si apprende con stupore e incredulità che ben due dei tre scenari alternativi prospettati nella relazione progettuale illustrata da Rete Ferroviaria Italiana (RFI) prevedono la realizzazione di un nuovo ponte stradale di collegamento fra i territori di Imbersago (con intersezione alla rotonda sulla Sp 56, piazza Diaz) e Villa d’Adda (con intersezione alla rotonda sulla Sp 166), che verrebbe attuata attraverso una soluzione di scavalco del fiume Adda posta 3,5 chilometri a nord rispetto al tracciato ferroviario.

La rotonda di Imbersago che sale verso Madonna del bosco, dove si collocherebbe l'arrivo del ponte a scavalco del fiume da Villa d'Adda
- Nella citata relazione si legge tra l’altro che “l’intervento ha una lunghezza di circa 750 metri ed impatta sulle abitazioni esistenti causando varie demolizioni lato Imbersago” e che “la soluzione prevede la realizzazione di una viabilità di categoria extraurbana con marciapiedi con corsie da 3,50 m che permettono la circolazione di tutte le tipologie di mezzi definiti dal paragrafo 3.4.2 del D.M. 5/11/2001”, aggiungendo inoltre che il prospettato viadotto consentirà “il passaggio dei mezzi pesanti con doppio senso di marcia, eliminando l’attuale limite al transito rispetto al peso (3.5 t) e alla larghezza (2.30 m). Nelle successive fasi progettuali verrà valutata la necessità di adeguare i tratti urbani del
percorso per l’eventuale passaggio dei mezzi pesanti”, adeguando le intersezioni per permettere il transito a tutte le tipologie di mezzi.
- Si tenga anzitutto presente che l’ipotesi di un ponte di attraversamento del fiume Adda tra Villa d’Adda e Imbersago - oltre all’impatto ambientale e paesaggistico fortemente negativo su una delle aree di maggior pregio del fiume e su un prospetto visivo dall’area del traghetto verso nord tra i più suggestivi - nasce dal nulla anche da un punto di vista della pianificazione territoriale, visto che il Piano Regionale della Mobilità e dei Trasporti e i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciali di Lecco e Bergamo non solo non lo prevedono, ma individuano altre aree del fiume per la realizzazione di viadotti sull’Adda,
stradali o ferroviari, con relative connessioni a vie di comunicazione in grado di far fronte alle effettive esigenze di mobilità dei rispettivi territori.
- Il solo fatto che si proponga la soluzione Imbersago-Villa d’Adda come alternativa alla viabilità dell’attuale ponte San Michele e come risolutiva rispetto ai problemi in essere e futuri legati all’attraversamento dell’Adda appare del tutto fuori dalla realtà: un vero e proprio azzardo viabilistico, che andrebbe ad aggravare la già precaria situazione esistente.
Oltre al sopra citato impatto devastante su alcune abitazioni private in quell’area di Imbersago (per mancanza di spazio), ci si troverebbe con un nuovo ponte sull’asse est- ovest di soli 750 metri che andrebbe a immettersi sulla Sp 56 il cui sviluppo è sull’asse nord-sud, con la prospettiva certa di non intercettare il reale bisogno di mobilità sull’asse est-ovest (come avviene attualmente con la Sp 54, dall’attuale ponte di Paderno a Cernusco), creando un “imbuto” che farebbe collassare la viabilità sulla Sp 56, specie in direzione Robbiate nelle ore di punta e soprattutto spingendo il traffico automobilistico a cercare ancor più vie alternative nelle strade secondarie (spesso con tratti molto stretti) nell’area collinare di Imbersago, Cassina Fra’ Martino, Sartirana, fino al centro di Merate e a Robbiate. A ciò si aggiungano i noti problemi legati ai pericoli della discesa della curva della Sp 56 in via Moratti a Imbersago e di via dei Tigli a Robbiate, legati non solo al calibro stradale, ma anche alle pendenze e alle velocità elevate che si verificherebbero in caso di allargamento in zona Respiro. In estrema sintesi: è bene che RFI – di concerto con chi di dovere - rifletta seriamente sulla non percorribilità di un’ipotesi viabilistica che appare assolutamente non adeguata.
- In conclusione, la Consulta territorio, ambiente ed ecologia del Comune di Imbersago, consapevole della complessità del tema e delle numerose variabili in gioco, auspica che il confronto sulla realizzazione del nuovo ponte ferroviario-stradale in sostituzione del ponte San Michele possa proseguire fra RFI, Regione, Province, Comuni, Parco Adda Nord ed Enti interessati nel solco dei princìpi e delle linee guida contenute in una mozione (che si allega in copia) promossa dai Comuni nel meratese nel 2024 e approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Imbersago il 19 settembre 2024, agendo tra l’altro in coerenza con gli intendimenti espressi dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in risposta a un’interrogazione parlamentare su questo argomento lo scorso 18 settembre 2024. La Consulta attende infine le risultanze dell’Analisi di traffico degli effetti indotti sulla rete
stradale provinciale e comunale a seguito della realizzazione del nuovo ponte San Michele, che verrà realizzata a seguito di apposita convenzione fra la Provincia di Lecco e gran parte dei Comuni del meratese, fra cui Imbersago.
Imbersago, 4 giugno 2025
La Consulta territorio, ambiente ed ecologia del Comune di Imbersago