Merate: dopo 42 anni e mezzo Giovanna Magnani, la "vigilessa", va in pensione. Allieva di Coscia, prima ghisa in gonnella
Venerdì 6 giugno per Giovanna Magnani sarà l'ultimo giorno di lavoro.
Dopo quarantadue anni e mezzo (iniziati il 1° gennaio 1983), infatti, è arrivata la pensione per la vigilessa più temuta ma di sicuro anche colei che alla città di Merate è stata più legata e a cui ha dedicato tutta la sua carriera professionale.

Arrivata giovanissima, all'età di 21 anni, a Villa Confalonieri è stata la prima agente di polizia locale donna, probabilmente anche della provincia, in un mondo prettamente maschile.
Con Morea, Verde e Minniti è andata a rimpolpare l'organico formato dai colleghi Coscia, Gritti, Cameroni, sotto la guida del comandante Coscia.
Cinque anni di “gavetta” con lui che hanno segnato profondamente il senso del dovere, della responsabilità, del rispetto per la divisa e del rigore verso la legge per il bene della comunità, di tutti i giovani agenti.
Una vita nel corpo di polizia locale di Merate che sicuramente fa detenere una sorta di record a Giovanna Magnani che oggi, all'uscita di scuola di Montello, ha forse vissuto uno dei momenti più emozionanti. “Le mamme quando hanno saputo che da settimana prossima non ci sarei più stata mi hanno abbracciato, hanno voluto una foto ricordo con i loro bambini. Mi hanno davvero emozionato e commosso” ha raccontato.
Con i colleghi e l'amministrazione farà un piccolo brindisi a chiusura della giornata lavorativa di venerdì poi per lei inizierà una fase nuova della vita.
“In questi anni non ho avuto tempo di coltivarmi delle passioni. Amo molto viaggiare, visitare luoghi e città e magari ora avrò qualche possibilità in più di farlo. Ma il lavoro sono sicura mi mancherà molto e i primi tempi non saranno facili. Per oltre quarant'anni la mia vita è stata scandita dai turni, con sei giorni su sette in pattuglia. Ma ora è anche giusto avere un po' di riposo per sé e da trascorrere con la propria famiglia.
Entrata a Villa Confalonieri con il sindaco Giuseppe Ghezzi, chiuderà a Palazzo Tettamanti con il giovane Mattia Salvioni. Una città e una professione che in questi quarant'anni sono profondamente cambiate.

I carichi i lavoro, le responsabilità, i settori di cui oggi si occupa la polizia locale sono diventati molto più pesanti e abbracciano più campi rispetto a quattro decadi fa. E lo stesso rapporto con il cittadino è mutato, a partire dal fatto che se un tempo il vigile conosceva praticamente tutti oggi spesso manca questo rapporto personale e diretto, che una volta consentiva di risolvere molte problematiche con un po' di sana mediazione. Lo stesso rispetto e rigore per e della divisa sono venuti meno e per chi è cresciuto con una guida come Coscia, non è una situazione sempre facile da accettare.
“Nel bene e nel male mi mancherà di sicuro il rapporto con le persone, il contatto costante con il cittadino. Merate è una realtà media che consente di essere nel mezzo tra una grande centro dove si è solo dei numeri e un qualcosa di più di un piccolo borgo dove si può fare ben poco. Ora però è il momento di lasciare spazio ai giovani a cui ho sempre detto: o questo lavoro lo si ama oppure è meglio cambiare”.
Non resta dunque che augurarLe una buona e serena pensione.
Dopo quarantadue anni e mezzo (iniziati il 1° gennaio 1983), infatti, è arrivata la pensione per la vigilessa più temuta ma di sicuro anche colei che alla città di Merate è stata più legata e a cui ha dedicato tutta la sua carriera professionale.

Arrivata giovanissima, all'età di 21 anni, a Villa Confalonieri è stata la prima agente di polizia locale donna, probabilmente anche della provincia, in un mondo prettamente maschile.
Con Morea, Verde e Minniti è andata a rimpolpare l'organico formato dai colleghi Coscia, Gritti, Cameroni, sotto la guida del comandante Coscia.
Cinque anni di “gavetta” con lui che hanno segnato profondamente il senso del dovere, della responsabilità, del rispetto per la divisa e del rigore verso la legge per il bene della comunità, di tutti i giovani agenti.
Una vita nel corpo di polizia locale di Merate che sicuramente fa detenere una sorta di record a Giovanna Magnani che oggi, all'uscita di scuola di Montello, ha forse vissuto uno dei momenti più emozionanti. “Le mamme quando hanno saputo che da settimana prossima non ci sarei più stata mi hanno abbracciato, hanno voluto una foto ricordo con i loro bambini. Mi hanno davvero emozionato e commosso” ha raccontato.

“In questi anni non ho avuto tempo di coltivarmi delle passioni. Amo molto viaggiare, visitare luoghi e città e magari ora avrò qualche possibilità in più di farlo. Ma il lavoro sono sicura mi mancherà molto e i primi tempi non saranno facili. Per oltre quarant'anni la mia vita è stata scandita dai turni, con sei giorni su sette in pattuglia. Ma ora è anche giusto avere un po' di riposo per sé e da trascorrere con la propria famiglia.
Entrata a Villa Confalonieri con il sindaco Giuseppe Ghezzi, chiuderà a Palazzo Tettamanti con il giovane Mattia Salvioni. Una città e una professione che in questi quarant'anni sono profondamente cambiate.

I carichi i lavoro, le responsabilità, i settori di cui oggi si occupa la polizia locale sono diventati molto più pesanti e abbracciano più campi rispetto a quattro decadi fa. E lo stesso rapporto con il cittadino è mutato, a partire dal fatto che se un tempo il vigile conosceva praticamente tutti oggi spesso manca questo rapporto personale e diretto, che una volta consentiva di risolvere molte problematiche con un po' di sana mediazione. Lo stesso rispetto e rigore per e della divisa sono venuti meno e per chi è cresciuto con una guida come Coscia, non è una situazione sempre facile da accettare.
“Nel bene e nel male mi mancherà di sicuro il rapporto con le persone, il contatto costante con il cittadino. Merate è una realtà media che consente di essere nel mezzo tra una grande centro dove si è solo dei numeri e un qualcosa di più di un piccolo borgo dove si può fare ben poco. Ora però è il momento di lasciare spazio ai giovani a cui ho sempre detto: o questo lavoro lo si ama oppure è meglio cambiare”.
Non resta dunque che augurarLe una buona e serena pensione.
S.V.