Santoro ha il coraggio di leggere la Chiesa nel suo concreto

In risposta alle critiche a Pietro Santoro Leggo con crescente disagio gli attacchi rivolti a Pietro Santoro per i suoi ultimi articoli della rubrica Church Pocket. Alcuni interventi, più che confrontarsi nel merito, sembrano muoversi sul filo di un’irritazione ideologica: come se fosse scandaloso dire ad alta voce ciò che molti pensano in silenzio. Santoro è tra i pochi che ha il coraggio – e la pazienza – di leggere la Chiesa nel suo concreto, senza inchinarsi al linguaggio dell’apparenza o alle dinamiche di tifo. Può piacere o no, ma non mente, non si nasconde, non si adatta. Non demonizza Papa Francesco, ma prova a leggerne luci e ombre con spirito critico. Lo fa assumendosene ogni responsabilità, firmando ogni parola, distinguendo i livelli, senza mai attaccare sul piano personale. Trovo intellettualmente scorretto ridurre tutto a una presunta "difesa di Becciu" o a una "sconfessione" di Francesco. A maggior ragione se si ignorano i fatti gravi – e documentati – che stanno sullo sfondo: casi come Rupnik, Gisana e Zanchetta, dove non servono interpretazioni ma risposte. E chi solleva domande su queste ferite alla credibilità della Chiesa non va trattato come un nemico. Chi legge Santoro con onestà sa che non cerca consensi, ma verità. Una verità magari parziale, certo, ma cercata con serietà. E, in questi tempi rumorosi e appiattiti, questo è già molto.
Maria Colombo
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.