Venticinque anni fa. Io c'ero

Venticinque anni! Io c'ero. Mi ricordo ancora una telefonata una sera, per chiedermi se fossi interessato al progetto una telefonata a casa, sul telefono di casa, perché i telefonini c'erano ma le telefonate sul e col telefonini costavano ancora tantissimo. E poi le prime chiacchierate, i preparativi, per me il primo approccio con il web, i pezzi scritti e riscritti mille volte sotto la guida di Claudio e Chicco perché la sintesi migliora la qualità del pezzo e la notizia deve stare nelle prime righe... Mi ricordo la partecipazione ad ogni consiglio comunale, commissione, riunione pubblici, ma anche riservati, nascosto per sentire ciò che non si voleva che i cittadini sentissero. I passaggi quotidiani in municipio per incontrare il sindaco, gli assessori, il segretario comunale, bere un caffè con i dipendenti municipali. E poi la fatica di riuscire a entrare in caserma dei carabinieri, perché i concorrenti “non ci volevano”. L'ascolto quotidiano degli scanner, sempre appresso e accesi ovunque, per sapere dove andassero i carabinieri, i vigili del fuoco, perché... i delta dieci per gli incidenti senza feriti, i delta undici con feriti, le romeo per le rapine, Mike 1 per Merate... Le telefonate ogni tot ore in centrale operativa di Areu. Oppure le battaglie per l'ospedale, quando tutti ci davano dei pazzi, degli allarmisti, dei fanatici... e invece guardiamolo ora il nostro caro San Leopoldo Mandic... Ricordo soprattutto tanta amicizia, una seconda famiglia, un nuovo modo di fare giornalismo, che da lì in poi ha cambiato per tutti il giornalismo provinciale: per i giornalisti e per i lettori. E ha cambiato anche il modo dei cittadini di approcciarsi alla politica, all'amministrazione, alle istituzioni, perché le ha rese accessibili immediatamente a tutti, ha diradato la nebbia di mistero che le avvolgeva e nascondeva. Io c'ero: un onore, un privilegio, una fortuna che non so nemmeno come mai sia toccata proprio a me. Grazie Claudio, grazie Luisa, grazie Chicco. E grazie a tutti gli altri che hanno condiviso con me quegli esordi: Ernesto, Claudione, Roberto, Fabrizio, Sergio, poi Saba e tanti altri colleghi. “Il motore? La passione per la cronaca locale, l’affetto per la propria città, il desiderio di svolgere una funzione, modesta certo, ma abbastanza importante per la comunità nella quale siamo nati e cresciuti”: sì, è vero, è stato proprio così e auguro a chi ancora porta avanti Merateonline e a Merateonline lavora, che sia ancora e sempre così.
Daniele De Salvo - DDS
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