Referendum: cosa mi auguro prevalga
Sui Referendum molti sono i pareri e le considerazioni che si stanno susseguendo sui vari media e anche a livello locale non poche sono le prese di posizione.
Personalmente ritengo che questo passaggio partecipativo possa costituire un'occasione speciale per imprimere una direzione o l'altra alla concezione che il sistema ha della socialità e dei diritti/doveri ad essa collegati.
Come dire che votando, visto anche il particolare momento e oltre la specifica materia trattata (*), si può realmente contribuire alla costruzione di un tipo di mondo che tende o meno alla tutela degli interessi dei più deboli.
In altri termini se si vuole una Collettività con una precarietà ridotta per gran parte dei suoi membri e una miglior convivenza delle diversità.
Di fronte ad una società e a un sistema dove individualismo e ricerca del profitto a tutti i costi sembrano voler orientare il nostro vivere ripristinare maggiori tutele per i più esposti all'arbitrio e alla discriminazione può rappresentare realmente una significativa inversione di tendenza.
Contribuire a promuovere una cultura dei diritti e relativi doveri, spesso compromessi da una visione miope che strumentalmente banalizza come “buonismo” il doveroso senso di giustizia, a mio parere rappresenta un motivo in più per cogliere l'opportunità speciale d'inviare un qualificante segnale alla nostra cosiddetta classe dirigente.
Quindi ritengo semplice buon senso non lasciarsi sopraffare dalla rassegnazione ( del “tanto non cambia niente”) ne tanto meno dall'esplicito quanto interessato invito a disertare le urne da parte di quelle forze, non solo di governo, che vorrebbero, nei fatti, ridurre tutto alla solo dimensione corporativa e mercantile.
Un'occasione quindi speciale per iniziare a riequilibrare e ri-orientare ad una maggior equità il nostro vivere e per scuoterci da una autolesionistica apatia partecipativa.
Alla faccia di chi ha interesse a soffiare sul fuoco di un solo presunto realismo utilitaristico e di un populismo falsamente nazionalistico che non a caso invita apertamente al non voto per far fallire i 5 quesiti referendari.
La differenza la può fare ognuno di noi.
(*) https://www.la7.it/omnibus/video/referendum-sul-lavoro-le-ragioni-del-si-e-del-no-26-05-2025-597835
https://www.la7.it/intanto/video/referendum-2025-la-guida-al-voto-per-l8-e-9-giugno-23-05-2025-597647
Personalmente ritengo che questo passaggio partecipativo possa costituire un'occasione speciale per imprimere una direzione o l'altra alla concezione che il sistema ha della socialità e dei diritti/doveri ad essa collegati.
Come dire che votando, visto anche il particolare momento e oltre la specifica materia trattata (*), si può realmente contribuire alla costruzione di un tipo di mondo che tende o meno alla tutela degli interessi dei più deboli.
In altri termini se si vuole una Collettività con una precarietà ridotta per gran parte dei suoi membri e una miglior convivenza delle diversità.
Di fronte ad una società e a un sistema dove individualismo e ricerca del profitto a tutti i costi sembrano voler orientare il nostro vivere ripristinare maggiori tutele per i più esposti all'arbitrio e alla discriminazione può rappresentare realmente una significativa inversione di tendenza.
Contribuire a promuovere una cultura dei diritti e relativi doveri, spesso compromessi da una visione miope che strumentalmente banalizza come “buonismo” il doveroso senso di giustizia, a mio parere rappresenta un motivo in più per cogliere l'opportunità speciale d'inviare un qualificante segnale alla nostra cosiddetta classe dirigente.
Quindi ritengo semplice buon senso non lasciarsi sopraffare dalla rassegnazione ( del “tanto non cambia niente”) ne tanto meno dall'esplicito quanto interessato invito a disertare le urne da parte di quelle forze, non solo di governo, che vorrebbero, nei fatti, ridurre tutto alla solo dimensione corporativa e mercantile.
Un'occasione quindi speciale per iniziare a riequilibrare e ri-orientare ad una maggior equità il nostro vivere e per scuoterci da una autolesionistica apatia partecipativa.
Alla faccia di chi ha interesse a soffiare sul fuoco di un solo presunto realismo utilitaristico e di un populismo falsamente nazionalistico che non a caso invita apertamente al non voto per far fallire i 5 quesiti referendari.
La differenza la può fare ognuno di noi.
(*) https://www.la7.it/omnibus/video/referendum-sul-lavoro-le-ragioni-del-si-e-del-no-26-05-2025-597835
https://www.la7.it/intanto/video/referendum-2025-la-guida-al-voto-per-l8-e-9-giugno-23-05-2025-597647
Germano Bosisio