Merate: San Rocco i lavori sono in ritardo e già serve una prima manutenzione
Nonostante il mese e più di ritardo sulla consegna, i lavori di riqualificazione dell’area umida di San Rocco appaiono ancora ben lontani dall’essere conclusi. Nel frattempo però, l’elemento di maggiore attrattività, cioè lo specchio d’acqua, già è aggredito dalla vegetazione: canneto che avanza inesorabile e residui melmosi che tornano in superficie. E ciò nonostante il buon flusso di acqua che arriva dal lago di Sartirana attraverso la roggia Ruschetta, anche questa in pessime condizioni.


Aveva suscitato più di una perplessità la fase di asportazione della fanghiglia in quanto, essendo il bacino, artificiale, il fondo dovrebbe essere con pietra a vista. Invece era apparso sin dall’afflusso dell’immissario un fondo ancora ricoperto di melma. Non sono chiare le ragioni del perché non sia stata asportata – e ce ne saranno sicuramente – però lo strato fangoso è immaginabile che prima o poi sarebbe tornato in superficie. Inoltre si poteva sperare in una profondità di almeno un metro e mezzo anche per ospitare la fauna ittica invece, almeno in apparenza, la profondità non supera il metro.


Tutt’intorno l’area è stata spianata, seminata a erba e piantumata. Le sponde sono sostenute da massi ciclopici mentre barriere in legno spiccano in diversi punti attorno allo specchio lacustre.
Il nuovo sentiero ghiaioso, molto invitante, gira attorno al lato ovest dello stagno e poi si inerpica sulla collina dove, giunto in cima, scende snodandosi con curve a gomito sino a terminare sulla via Marconi.


Il cosiddetto “Sentiero Beatrice” sarà presumibilmente agganciato al marciapiede sul lato opposto di via Marconi da un attraversamento pedonale.

L’inizio dei lavori del progetto avviato durante la consigliatura Panzeri, dall’assessore all’ambiente Andrea Robbiani risale al 18 novembre 2024. Durata 160 giorni, quindi 27 aprile. L’inaugurazione dovrebbe avvenire nelle prossime settimane ma sarà necessaria una prima manutenzione con l’asporto di cannette, e lo studio di una modalità per aumentare la corrente nello stagno. Altrimenti tra un anno si rischia di tornare a prima dell’inizio lavori.


Aveva suscitato più di una perplessità la fase di asportazione della fanghiglia in quanto, essendo il bacino, artificiale, il fondo dovrebbe essere con pietra a vista. Invece era apparso sin dall’afflusso dell’immissario un fondo ancora ricoperto di melma. Non sono chiare le ragioni del perché non sia stata asportata – e ce ne saranno sicuramente – però lo strato fangoso è immaginabile che prima o poi sarebbe tornato in superficie. Inoltre si poteva sperare in una profondità di almeno un metro e mezzo anche per ospitare la fauna ittica invece, almeno in apparenza, la profondità non supera il metro.


Tutt’intorno l’area è stata spianata, seminata a erba e piantumata. Le sponde sono sostenute da massi ciclopici mentre barriere in legno spiccano in diversi punti attorno allo specchio lacustre.
Il nuovo sentiero ghiaioso, molto invitante, gira attorno al lato ovest dello stagno e poi si inerpica sulla collina dove, giunto in cima, scende snodandosi con curve a gomito sino a terminare sulla via Marconi.


Il cosiddetto “Sentiero Beatrice” sarà presumibilmente agganciato al marciapiede sul lato opposto di via Marconi da un attraversamento pedonale.



