Merate, P.L: scendere dalle auto e camminare. Così si può guardare e...vedere

Le segnalazioni da parte dei cittadini di disservizi, incuria, distrazioni della pubblica amministrazione, come si vede, crescono di giorno in giorno. E pensiamo che altrettante saranno indirizzate direttamente al Comune grazie a conoscenze interne alla Giunta.
Nella maggior parte dei casi si tratta di situazioni ben visibili, a volte note, spesso dimenticate, sempre evitabili.
Evitabili nella misura in cui qualcuno “rastrelli” la città non solo guardando ma anche vedendo.
E qui ci riferiamo direttamente agli agenti della Polizia locale. Chi ha qualche capello grigio ricorderà senz’altro il vigile Gritti, piantato sulle due gambe divaricate, modello Clint Eastwood, in piazza, oppure sulla moto Guzzi – estate e inverno – a girare per la città. E con lui, Coscia, Cameroni e tanti altri fino ad arrivare a Alfiniti e Pezzella (senza dimenticare Giovanna Magnani, entrata in servizio il 1° gennaio 1983 e Damiano De Mori). Con loro vigeva la disposizione di essere fisicamente presenti, battere strade e piazze, parlare con le persone, guardare, vedere, capire, prevenire. Per un periodo, purtroppo breve causa scarsità di personale, era stato istituito persino il vigile di quartiere. Sempre lo stesso, che camminando in lungo e in largo per il territorio assegnato finiva per conoscere la gente, raccogliere suggerimenti, lamentele, informazioni utili anche alle forze dell’ordine. Il vigile di quartiere era il ponte di collegamento tra i cittadini e i membri del Palazzo.
Oggi non è più così: gli agenti passano in macchina, a parte qualche servizio alle scuole e ai posti di controllo. Non scendono dai mezzi, chiusi dentro, passano a velocità di lumaca per guardare e, forse, farsi guardare. Ma che vedano è improbabile. Solo chi cammina o va in bicicletta vede davvero ciò che lo circonda. Con la macchina si guarda – giustamente – avanti non ai lati.
Scendere in strada, quindi, a nostro sommesso avviso, deve essere la nuova parola d’ordine, il principio semplicissimo e rivoluzionario per ridare slancio (e fiducia) all’attività della Polizia locale.
Se poi tra le numerose deleghe il Sindaco nominasse un consigliere delegato al decoro urbano cui gli agenti possono riferire quanto raccolto nelle aree di competenze, siamo certi che il servizio alla cittadinanza ne trarrebbe grande beneficio e il numero di segnalazioni crollerebbe.
Per noi con qualche dispiacere, ma con la consapevolezza che la città è sotto controllo, che il decoro urbano viaggia di pari passo al rispetto delle regole. E che in città qualcuno deputato a garantire entrambe le necessità democratiche, c’è, esiste, è in campo, controlla, verifica, ascolta, guarda, vede. E agisce.
Oggi, diciamolo, purtroppo non è così. 
Claudio Brambilla
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