Olgiate: un’onorificenza a Stefano Panzeri per il suo spettacolo “Terra matta”

Sabato 24 maggio si è commemorato il 110° anniversario dello scoppio della Grande Guerra. È in questa occasione che l’attore teatrale olgiatese Stefano Panzeri è stato premiato a Seren del Grappa per il suo impegno profuso nel diffondere testimonianze e storie dell’epoca attraverso lo spettacolo “Terra matta”, che più volte ha portato in scena nella zona, ma anche per tutto il mondo.
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In particolare Panzeri ha ottenuto una “croce dei popoli” e una pergamena con le motivazioni. La cerimonia si è tenuta fuori dal museo “Eugenio Secco” poco prima dell’inaugurazione di una mostra dedicata alla Grande Guerra. Il perché di questo importante riconoscimento lo spiega Panzeri stesso: “Qui anni fa ho portato in scena uno spettacolo che si chiama Terra matta, poi diventato una tetralogia di monologhi, che racconta l’autobiografia di un ragazzo siciliano del 1899, Vincenzo Rabito. Questo signore, analfabeta, ha scritto a macchina la storia della sua vita quando suo figlio si è laureato in Ingegneria, raccontando le sue esperienze sul Piave”. 
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Undici anni fa, nel 2014, Panzeri fece il primo spettacolo sulla storia di Rabito. “Tra le tante repliche, ne ho fatte diverse sul Monte Grappa, nel rifugio Val Tosella, poi al Sacrario Militare” ha proseguito, spiegando che negli anni lo spettacolo ha raggiunto quasi tutti i continenti: grazie a Panzeri la storia di Rabito è stata narrata in Argentina, Uruguay, Londra, Belfast, Oxford, Bedford, Zurigo Winterthur, Basilea, Arzo, Sidney, Melbourne, Canberra, New York e Boston. “È diventata una sorta di ‘cavatappi’ di memorie. Raccontata questa storia, me ne sono state raccontante altre e così sono andato avanti a portare in giro la storia di Vincenzo Rabito e a raccogliere quelle di altri uomini come lui” ha aggiunto. 
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In particolare la pergamena che accompagna l’onorificenza, recita come motivazione: “Attore di riconosciute capacità, ha portato in scena, in centinaia di repliche, Io spettacolo: “Terra matta", storia di Vincenzo Rabito, contadino del sud che lotta contro la guerra e la sua crudeltà e insensatezza sullo sfondo dell'Italia rurale di inizio secolo, nel tentativo di emanciparsi e sopravvivere alla miseria di un mondo dilaniato dal conflitto. Dai palchi spesso allestiti lungo la vecchia prima linea del 15-18, i contenuti di profonda umanità, sensibilità d’animo e rifiuto della guerra del protagonista, sono i medesimi che riesce a trasmettere al suo vasto pubblico, riuscendo in un opera educativa e di formazione di enorme importanza, attraverso uno strumento nobile ed efficace come quello della recitazione teatrale”. 
E.Ma.
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