Paderno: in tanti a ricordare i caduti del paese tra il 1915/19
Una prima serata, all'interno della rassegna “I Percorsi della Memoria”, per parlare dei caduti di Paderno nella Prima Guerra Mondiale, del contesto italiano e la realtà del piccolo paese sull'Adda.

Fabio Luini, dopo aver a lungo consultato l'archivio comunale di Paderno, l'archivio di stato di Como e il fondo del distretto militare di Como e Lecco, è riuscito a individuare i 35 caduti padernesi periti durante il primo grande conflitto, due dei quali morti il 5 marzo e 5 aprile del 1919 per le conseguenze lasciate dai combattimenti. Agli inizi del novecento Paderno contava 1700 abitanti, di cui circa 450 uomini adulti, 225 dei quali parteciparono alla guerra, tornando più o meno indenni. Con l'ingresso in guerra dell'Italia, il 24 maggio 1915, il primo caduto padernese, si registra un mese dopo, il 24 giugno 1915 a San Floriano: fu Paolo Panzeri di Angelo che morì per ferite di mitragliatrice a petto e testa, fu sepolto al crocevia che separa San Floriano e Gorizia. Seguì Luigi Spini di Francesco, morto per ferita di proiettile il 7 luglio, nelle prime battaglie dell'Isonzo. Poi toccò a Giuseppe Villa di Luigi e Giuseppe Bassani di Paolo, l'ultimo perito per gastroenterite, una delle malattie infettive più comuni nelle trincee per il clima e le condizioni d'igiene. La morte per malattia, che spesso non veniva ricondotta al servizio militare, non garantiva la pensione di guerra, l'unico supporto che veniva offerto alle famiglie del caduto. L'ultimo padernese scomparso nel 1915 fu Mauro Brivio di Angelo, che risultò disperso il 6 dicembre.

Nel 1916 il 14 gennaio fu la fine di Edoardo Clapis di Luigi, nel cui documento di morte viene indicato che non sapeva né leggere né scrivere. Tanti soldati erano analfabeti, ma con il servizio militare, dal secondo anno, veniva riconosciuto che qualcosa era stato appreso. Seguirono il disperso Carlo Landreani di Beniamino, Augusto Bernasconi di Giuseppe, Giovanni Nava di Angelo, Vittorio Bonalume di Giuseppe e il panettiere Luigi Corneo di Antonio, considerato eroe di guerra per aver conquistato il rango di generale, morì il 16 agosto colpito da una granata. Nel 1917 persero la vita Eugenio Vismara di Fermo, Giovanni Panzeri, Ambrogio Nava di Carlo, Vittore Riva di Giovanni, Battista Sirtori di Gaetano, Giuseppe Stella di Cesare, Giuseppe Rotta di Angelo, Stefano Barelli di Vincenzo, Giovanni Consonni di Luigi, Francesco Sozzi di Galdino, Mario Sandroni di Attilio e Giuseppe Salomoni di Luigi. Le famiglie venivano avvisate del decesso del proprio caro dal sindaco, che essendo spesso uno dei pochi a saper leggere e scrivere, riceveva la comunicazione ufficiale dall'esercito.


Una serata fondamentale per affrontare il tema della guerra, oggi molto vicino, e comprendere la necessità di percorrere una strada di pace. “L'impatto del conflitto sulle persone che vivevano a Paderno 100 anni fa ci può aiutare a tenere aperti gli occhi sulla necessità di lavorare costantemente per costruire la pace” ha concluso il sindaco Gianpaolo Torchio. Il prossimo incontro si terrà l'anno prossimo e avrà un focus maggiore sul territorio, sulle ripercussioni su Paderno portate dalla Prima Guerra Mondiale.

Fabio Luini, dopo aver a lungo consultato l'archivio comunale di Paderno, l'archivio di stato di Como e il fondo del distretto militare di Como e Lecco, è riuscito a individuare i 35 caduti padernesi periti durante il primo grande conflitto, due dei quali morti il 5 marzo e 5 aprile del 1919 per le conseguenze lasciate dai combattimenti. Agli inizi del novecento Paderno contava 1700 abitanti, di cui circa 450 uomini adulti, 225 dei quali parteciparono alla guerra, tornando più o meno indenni. Con l'ingresso in guerra dell'Italia, il 24 maggio 1915, il primo caduto padernese, si registra un mese dopo, il 24 giugno 1915 a San Floriano: fu Paolo Panzeri di Angelo che morì per ferite di mitragliatrice a petto e testa, fu sepolto al crocevia che separa San Floriano e Gorizia. Seguì Luigi Spini di Francesco, morto per ferita di proiettile il 7 luglio, nelle prime battaglie dell'Isonzo. Poi toccò a Giuseppe Villa di Luigi e Giuseppe Bassani di Paolo, l'ultimo perito per gastroenterite, una delle malattie infettive più comuni nelle trincee per il clima e le condizioni d'igiene. La morte per malattia, che spesso non veniva ricondotta al servizio militare, non garantiva la pensione di guerra, l'unico supporto che veniva offerto alle famiglie del caduto. L'ultimo padernese scomparso nel 1915 fu Mauro Brivio di Angelo, che risultò disperso il 6 dicembre.

Il sindaco Gianpaolo Torchio
Nel 1916 il 14 gennaio fu la fine di Edoardo Clapis di Luigi, nel cui documento di morte viene indicato che non sapeva né leggere né scrivere. Tanti soldati erano analfabeti, ma con il servizio militare, dal secondo anno, veniva riconosciuto che qualcosa era stato appreso. Seguirono il disperso Carlo Landreani di Beniamino, Augusto Bernasconi di Giuseppe, Giovanni Nava di Angelo, Vittorio Bonalume di Giuseppe e il panettiere Luigi Corneo di Antonio, considerato eroe di guerra per aver conquistato il rango di generale, morì il 16 agosto colpito da una granata. Nel 1917 persero la vita Eugenio Vismara di Fermo, Giovanni Panzeri, Ambrogio Nava di Carlo, Vittore Riva di Giovanni, Battista Sirtori di Gaetano, Giuseppe Stella di Cesare, Giuseppe Rotta di Angelo, Stefano Barelli di Vincenzo, Giovanni Consonni di Luigi, Francesco Sozzi di Galdino, Mario Sandroni di Attilio e Giuseppe Salomoni di Luigi. Le famiglie venivano avvisate del decesso del proprio caro dal sindaco, che essendo spesso uno dei pochi a saper leggere e scrivere, riceveva la comunicazione ufficiale dall'esercito.

Maria Cristina Carminati e Fabio Luini
Nel 1918 persero la vita Alessandro Airoldi di Carlo, Giuseppe Villa di Giovanni e Carlo Colombo di Luigi il più giovane caduto di Paderno, a soli 19 anni perì sul monte Coston a seguito di ferite di proiettile. Poco dopo, il 28 marzo, scomparve il più anziano soldato del paese, Luigi Davide Francesco Landreani. Quando fu chiamato alle armi aveva ormai quarant'anni e cinque figli, fu dunque stato assegnato nelle retrovie, morì per lo scoppio casuale di una bomba a mano e fu identificato solamente grazie alla sua piastrina di riconoscimento. Il caduto successivo fu Giovanni Brembati di Cesare, che venne fatto prigioniero e portato in un campo in Repubblica Ceca. In questi campi di prigionia moltissimi italiani morirono di fame alla fine delle Guerra, anche perché l'Italia fu l'unico paese a ostacolare l'intervento della Croce Rossa, perché il prigioniero di guerra era considerato un codardo marchiato di infamia. Perirono inoltre Aurelio Piazzalunga di Pietro, Onorato Villa di Giuseppe, Gaetano Brivio di Angelo e Giovanni Mandelli di Luigi, che venne portato a Mauthausen dove rimase per tutta la durata del conflitto, con l'armistizio venne liberato, arrivò a Trieste dove venne ricoverato e dove morì il 19 novembre di broncopolmonite. Nel 1919 Pietro Panzeri di Francesco morì di malattia a Paderno e Luigi Clapis di Francesco di tubercolosi a Tripoli il 5 aprile 1919 per le conseguenze della Guerra.
Una serata fondamentale per affrontare il tema della guerra, oggi molto vicino, e comprendere la necessità di percorrere una strada di pace. “L'impatto del conflitto sulle persone che vivevano a Paderno 100 anni fa ci può aiutare a tenere aperti gli occhi sulla necessità di lavorare costantemente per costruire la pace” ha concluso il sindaco Gianpaolo Torchio. Il prossimo incontro si terrà l'anno prossimo e avrà un focus maggiore sul territorio, sulle ripercussioni su Paderno portate dalla Prima Guerra Mondiale.
I.Bi.