Concordo con Longo sul Referendum
L'espressione REFERENDUM non deve costituire un rifugio peccatorum, nel nostro Paese sta divenendo una moda mentre il PARLAMENTO non discute più, non recepisce il malcontento e la volontà popolare. Se torniamo un pò indietro con i tempi, anche recenti, possiamo constatare che alcuni di essi siano stati disattesi, pur in presenza di un largo consenso, ma con sostituzioni ed interpretazioni vaghe da parte di una politica disattenta ed astuta. Potrei far riferimento agli esiti referendari sull'ACQUA PUBBLICA, sul FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI, divenuto CONTRIBUTO ELETTORALE e via discorrendo. Bisogna essere chiari e trasparenti, meno burocratizzati, evitare interpretazioni, cavilli e codicini che lasciano l'amaro in bocca, basterebbero degli ordini del giorno con relativa discussione nelle aule parlamentari su tematiche più vicine alle esigenze dei cittadini, come ad esempio sul SALARIO MINIMO, sull'EQUITA' FISCALE, sul WELFARE, SULL' OPZIONE DONNA, su un riordino legislativo in materia di LAVORO e SICUREZZA. Assistiamo invece al disconoscimento di alcuni diritti acquisiti e poi negati in pratica, mi riferisco ai 3 paletti inseriti nell'OPZIONE DONNA che, di fatto, pregiudicano in partenza la fruibilità della stessa, a danno di numerosissime lavoratrici costrette a lavorare per un periodo lavorativo maggiore rispetto a quello previsto dalla normativa originaria. In sostanza si invitano i cittadini ad andare a votare, quando sappiamo benissimo che i quesiti referendari proposti dalla CGIL, alla quale purtroppo sono iscritto, a questo punto mio malgrado, sono a mezzo servizio, ossia parziali e con clausole molto discutibili. Quando si parla di OPZIONI, vuol dire che dal 2012 tutti i lavoratori e lavoratrici sono passati dal sistema retributivo al contributivo e che l'assegno pensionistico viene calcolato in base ai contributi versati durante l'arco della vita lavorativa, che può essere decurtato di una percentuale qualora le necessità lo richiedano, ma non attraverso norme rigide che eludono e annullano l'essenza della legge specifica. Dicasi altrettanto della rivalutazione pensionistica, rimasta bloccata per lunghi 10 anni, rimessa in carreggiata dal Governo CONTE 2 e nuovamente bloccata e poi rinviata al 2026 dall'attuale compagine governativa. Ma a che gioco giochiamo? Questa non è serietà, non significa andare incontro alle esigenze dei ceti medio-bassi, quando poi assistiamo anche ad un aggravio del peso fiscale con un rialzo dell'aliquota fiscale media, dal 25 al 35%, sui redditi lordi annui da 28.001 a 50.000 €, CHE COME BEN SAPPIAMO, ha prodotto un esborso di circa 900€ annue di imposta IRPEF nella fascia suindicata. Ecco, i SINDACATI e nello specifico la CGIL, oltre alla classe politica in generale, dovrebbero fare un mea culpa e dire agli italiani che con il risparmio ottenuto dal taglio del numero dei parlamentari, forse hanno preferito aggiornare stipendi ed emolumenti vari ai restanti rappresentanti del popolo, siano essi parlamentari, governatori regionali, consiglieri, assessori, sindaci, mentre si è preferito destinare 1,90 € ai semplici pensionati, oppure circa 8 € come piccolo acconto ai comuni mortali. Ma vi sembra logico che una pensione sociale di un qualsiasi cittadino che, pur avendo lavorato, non ha mai versato contributi nel corso dei suoi anni, arriva a percepire un assegno mensile di 538 € mensili, cifra indecorosa che non garantisce alcuna forma di sopravvivenza, rispetto però ad un qualsiasi lavoratore o lavoratrice part-time con 35 anni di effettiva contribuzione che arriva a percepire una pensione di appena 600 € mensili? Queste sono le storture ed i meccanismi perversi di un sistema che non si riesce a correggere, di certo non saranno quegli occasionali quesiti referendari a sbrogliare l'intera matassa, manca la volontà politica e sindacale che, purtroppo, rema sempre contro i cittadini più indifesi, pensionati e lavoratori che pagano regolarmente le tasse, mentre molte classi privilegiate continuano a fare profitti a largo raggio. Con la presente, intendevo esprimere il mio dissenso e dopo tanti anni, ho dedotto che, pur esaminando i vari quesiti, non sono riuscito a recepire i contenuti basilari e formali di una competizione fumogena. Cordiali saluti
Francesco Mastropaolo