Paderno: avviato il confronto pubblico per il ponte con Rfi

Ha avuto ufficialmente inizio questa mattina, giovedì 22 maggio, con il primo incontro al Belvedere Berlusconi di Palazzo Lombardia, il “Dibattito pubblico” dedicato al nuovo ponte ferroviario e stradale che collegherà Calusco d’Adda e Paderno d’Adda in sostituzione del San Michele.
Una discussione che rimarrà aperta per 60 giorni, ai quali seguiranno una relazione, nei 60 giorni successivi, da parte del responsabile del Dibattito, per poi arrivare alle conclusioni di RFI entro la metà di novembre. Un processo che permetterà di esaminare le soluzioni progettuali derivanti dalle alternative studiate al fine di raccogliere le osservazioni e le proposte che consentiranno a Rfi di approfondire e migliorare la soluzione che risulterà tecnicamente e socialmente più sostenibile da realizzare.
Importante la presenza dei sindaci del meratese, della bergamasca, di Monza e Brianza e della Provincia di Lecco a un incontro che, vedendo solamente la presenza dei tecnici di RFI e nessun rappresentante della Regione, ha da subito inquadrato l''indirizzo della seduta: il potenziamento della direttrice che da Seregno-Monza va a Bergamo, in particolare con il raddoppio della tratta Carnate – Ponte San Pietro, raddoppio che verrà ripreso sul ponte, ignorando completamente l'impatto viabilistico che il nuovo viadotto avrebbe non solo sui paesi limitrofi all'opera, ma che intesserebbe le province di Lecco, Bergamo e Monza e Brianza.
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Ad aprire il colloquio è stato l'ingegnere referente del progetto Daniele Mari che ha presentato il cronoprogramma per la realizzazione del nuovo ponte, che prevederà un concorso di idee per la progettazione e che impiegherà 5 anni di costruzione, dal 2029 al 2033, in caso di stretto affiancamento con il San Michele. Una soluzione che sforerà di tre anni il tempo limite, posto al 2030, di esercizio del san Michele. “È un gap sfidante da accorciare, ma oggi nessuno può garantire che non ci sia una discontinuità del servizio, ciò che possiamo fare è porre le condizioni affinché la nuova opera venga realizzata il prima possibile, perché questo metterà nelle condizioni di estendere la vita utile del San Michele fino all'attivazione del nuovo ponte”. Una struttura che terrà conto del potenziamento della rete ferroviaria, con la presenza di un doppio binario per garantire il collegamento con l'aeroporto di Orio e la linea Carnate-Bergamo.
Tre sono le soluzioni proposte da RFI, illustrate per esteso dall'ingegnere Paola di Gennaro. La prima, con 5 anni di realizzazione e l'impiego di 356,60 milioni di euro, porta un nuovo ponte in stretto affiancamento al viadotto esistente, ospitando nella parte superiore la viabilità e nella parte inferiore la ferrovia.
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Una soluzione che mantiene la stessa configurazione del San Michele, con un ampliamento di larghezza a 10 metri per permettere due corsie di circolazione stradale e due binari per il collegamento ferroviario. L'impatto sul territorio viene minimizzato con la soppressione di 4 passaggi a livello sostituiti da due nuove viabilità, la realizzazione di una galleria artificiale e la demolizione e costruzione di 5 cavalcavia.
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Il secondo scenario, il più costoso, di 673 milioni di euro e il più duraturo in termine di realizzazione, coprendo 6 anni, prevede una variante ferroviaria di 3.5 km a sud e una variante stradale a 3.5 km a nord del san Michele, in prossimità di Imbersago. Spostando l'attraversamento ferroviario molto a sud si evitano i problemi di instabilità delle sponde franose dell'Adda, impattando però più ampiamente le aree abitate. Un intervento che comporterebbe la costruzione di una nuova stazione a Paderno e una a Calusco, tra Medolago e Suisio.
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La terza possibilità, che necessiterebbe di una spesa di 381,30 milioni di euro, propone una via di mezzo tra le altre due, con un ponte ferroviario in stretto affiancamento all'esistente e una variante stradale a nord, sempre a Imbersago, mantenendo la configurazione stradale attuale. 

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I.Bi.
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