Merate: mostra e concerto alla 2 giorni per Ezio Bosso

“Un regalo donato ai cittadini di Merate”: così era stata presentata dagli organizzatori la due giorni dedicata a Ezio Bosso nel week-end appena trascorso. Un regalo che i meratesi hanno dimostrato di apprezzare visto il consistente afflusso alla mostra dell’artista Bruno Lucchi in villa Confalonieri e il gran pienone al concerto dello Zero Piano Trio nell’auditorium comunale.
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Ma l’evento ha avuto un respiro anche più ampio, perché il nome del grande musicista, compositore e direttore d’orchestra scomparso a soli 49 anni dopo un’intensa carriera ha attirato appassionati anche da diversi luoghi della Penisola, da Trento a Udine, passando per Firenze e Roma. Così che per 48 ore Merate è diventata polo attrattivo per un pubblico ben più ampio di quello brianzolo.
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Se la mostra dello scultore e fotografo Bruno Lucchi ha incantato per le immagini sia in bianco e nero che a colori del musicista ripreso in diversi momenti della sua attività e soprattutto durante le prove aperte delle sue esibizioni, il concerto ha dato modo di vivere l’emozione di una musica travolgente grazie alla passione di chi l’ha composta ma anche dei tre esecutori.
Giacomo Agazzini, al violino, Claudia Ravetto al violoncello, Feryanto Demichelis, al pianoforte, componenti dello Zero Piano Trio, hanno eseguito accompagnati da molti applausi dieci brani a firma di Ezio Bosso. Al termine del penultimo brano “Rain, in Your Black Eyes, è scattata una standing ovation con il pubblico in platea e galleria in piedi ad applaudire l’esecuzione.
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Giacomo Agazzini e Claudia Ravetto, uniti sul palco ma anche nella vita, sono storici collaboratori del grande musicista, mentre il giovane Feryanto Demichelis è stato prima suo allievo e poi collaboratore. Quest’ultimo, in occasione del concerto meratese, ha avuto anche il privilegio di suonare il pianoforte del Maestro, uno Steinway Gran coda da lui soprannominato il “fratellone”.
In Italia Bosso, torinese di origine, non ha probabilmente avuto la fama che si meritava perché il suo genere di musica faceva storcere il naso ad alcuni accademici puristi.
“Una musica minimalista”, la definisce Agazzini, “con radici nella musica barocca e contaminazioni con generi diversi come il tango e l’hip hop”.
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La base resta però sempre la musica classica, di cui Bosso apprezzava soprattutto Beethoven, ma anche altri grandi autori come Bach, Chopin, Tchaikovsky, Mendelssohn, Vivaldi e Ravel.
L’ispirazione per comporre, racconta sempre Agazzini, gli veniva dagli aspetti più disparati, dalla natura e dagli elementi climatici come dai cartelli stradali. A farlo conoscere a livello internazionale è stata la colonna sonora del film di Gabriele Salvatores “Io non ho paura” di cui Bosso è autore.
Un successo quello della due giorni appena trascorsa, che motiva gli organizzatori a pensare già ai prossimi eventi.
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“Il concerto e la mostra hanno permesso di immergersi in modo globale nella figura del musicista stando nella città”, commentano soddisfatti Gianni Sicoli e Daniela Cardani. “Siamo ottimisti anche per il futuro, perché ci sembra che il sindaco abbia compreso il valore di questo evento. Ma abbiamo tanti progetti e non è escluso che possano realizzarsi anche in altre località, perché il nostro obiettivo è far sì che la musica di Ezio Bosso raggiunga più persone possibile”.
A.Vi.
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