Referendum: suoniamo i campanelli di tutte le case

L’appuntamento dell’ 8 e 9 Giugno rappresenterà una data di spartiacque per la democrazia in Italia. Sarà un’occasione unica straordinaria per ogni cittadino di dimostrare la propria maturità a sè stesso, alla propria famiglia ed alla società in cui viviamo, saranno in molti nel mondo a guardare noi italiani.
Saremo chiamati a rispondere a dei quesiti referendari che porranno nel loro insieme una tematica  centrale per la nostra società, i lavoratori, il variegato mondo del lavoro, la sua qualità anche valoriale, la sua sicurezza, il diritto, la tutela, contro la precarietà, il riconoscimento e la responsabilità di chi lo compie i molti emigrati che lavorano in Italia.

Un grande merito va ai promotori.               
In questa società sviluppata e matura in continua evoluzione dove le decisioni importanti vengono assunte da sempre meno persone, potentati multinazionali, dove il grande mondo del lavoro con i propri rappresentanti ne è rimasto escluso e marginalizzato.
La forza sindacale del mondo del lavoro è indubbiamente diminuita in questi ultimi decenni, la globalizzazione dell’economia, le delocalizzazioni di imprese ed attività in paesi in via di sviluppo, lo smembramento delle imprese, le divisioni delle Organizzazioni Sindacali, hanno concorso nell’indebolimento della loro rappresentatività e peso politico nella società e nelle Istituzioni.
La chiamata al voto referendario assume in questo contesto un valore politico e morale che va ben oltre lo spirito e le finalità originali che gli stessi promotori si erano preposti nell’impegno profuso alla raccolta delle firme sui 5 quesiti posti e riconosciuti dalla Corte Costituzionale.
Le forze politiche della destra che oggi governano l’Italia, sono impegnate a farli fallire, hanno scelto di boicottarle, silenziando i grandi mezzi di comunicazione della RAI ed altri privati, esplicitamente stanno invitando i cittadini ad andare al mare. 

Oggi ti invitano ad evitare il voto, domani ce lo vieteranno.
Questa scelta di boicottaggio del voto, in un Paese dove l’astensionismo è di per sé già elevato, è un fatto di una gravità assoluta irresponsabile da parte delle cariche più apicali di questo governo della destra nazionale.    
Quindi è una ragione in più, per un impegno diffuso in queste ultime settimane che ci distanziano dal voto, nel vivere questo appuntamento da protagonisti, andando a votare ed invitando amici e conoscenti, rispetto all’importanza ed alla necessità di essere presenti e partecipi al voto.
Sergio Fenaroli
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