Paola Panzeri: sul bullismo sollecitavo una riflessione

Spettabile Redazione,
per dovuta completezza di informazione, colgo volentieri il Vostro invito ad inviare una sintesi della mia dichiarazione di insoddisfazione rispetto alla risposta fornita dall’Assessore Riva alla mia interrogazione in tema bullismo. Come correttamente avete osservato, il mio era un intervento per larga parte “a braccio”; ho quindi predisposto un testo riepilogativo degli argomenti che mi ero appuntata e che ho poi sviluppato in Consiglio Permettetemi però prima di chiarire brevemente le ragioni che mi hanno spinto a presentare questa interrogazione. Ho la profonda convinzione (e dai numerosi interventi che ho letto anche sul Vostro giornale sono certa di non essere l’unica) che il bullismo non sia un fatto isolato, né una questione da relegare all’ambito strettamente personale o familiare. È un fenomeno sociale che coinvolge tutti noi, perché colpisce la dignità delle persone, mina il senso di sicurezza e genera ferite profonde che si ripercuotono sull'intera comunità. Per questo motivo è dovere di tutti – cittadini, istituzioni, scuole, famiglie – non girarsi dall’altra parte. In particolare, il Sindaco, che di questa comunità è il riferimento istituzionale, ha una responsabilità fondamentale: vigilare, intervenire e promuovere azioni concrete per prevenire e contrastare ogni forma di violenza, emarginazione o prevaricazione. Non basta condannare il bullismo a parole. Occorre approfondire, ascoltare, collaborare così da costruire una rete solida di protezione e inclusione. Pertanto, partendo da questa mia convinzione ed a seguito del noto fatto di cronaca, ho presentato un’interrogazione per domandare al Sindaco se: - l’amministrazione avesse provveduto ad approfondire la vicenda con i competenti referenti scolastici; - avesse verificato se vi fossero stati altri episodi di bullismo, sia nella scuola oggetto della vicenda sia in altre strutture scolastiche della Città di Merate; - avesse verificato che ogni plesso scolastico stesse adottando un regolamento di Istituto così come previsto dal Decreto Ministeriale n. 18 del 2021 e se in tale regolamento vi fossero previsti provvedimenti di giustizia riparativa; - le scuole interrogate avessero previsto azioni concrete e tangibili di prevenzione e di contrasto al fenomeno del bullismo; - il Comune avesse stanziato risorse o attivato iniziative e percorsi informativi rivolti a scuole e genitori, finalizzati a contrastare il fenomeno del bullismo. Ed ecco perché non ho potuto ritenermi soddisfatta dopo la lettura della risposta dell’Assessore Riva, ahimè sottoscritta anche dal Sindaco. Anzitutto, ho ritenuto inappropriata la critica all’interrogazione stessa, laddove mi è stato rimproverato che la “pubblicità data in sede consiliare” potesse “arrecare ulteriori danni al minore coinvolto”. L’ho trovata inappropriata perché vi ho letto, fra le righe, che per l’Amministrazione fosse preferibile non parlarne. Da parte mia non vi era alcun intento di dare “pubblicità”. L’intento dell’interrogazione era di capire se, nella Comunità di Merate, vi fosse consapevolezza del problema e se fossero state attivate tutte le risorse necessarie per farvi fronte. Si stava cercando di capire, in altre parole, se di fronte ad un episodio che aveva già ricevuto una sua visibilità – non per “colpa” dell’interrogazione ma per l’assenza di risposte ed interventi da parte delle Istituzioni - il Comune intendesse farsi carico del problema, fornendo risposte concrete alla cittadinanza oppure se, come è invece emerso dalla risposta all’interrogazione, ritenesse di non doversene occupare, nascondendosi dietro questioni di pura forma. Ho percepito peraltro una vena di permalosità della risposta, laddove si è affermato che dall’interrogazione “traspare una non completa comprensione dei diversi ruoli istituzionali, dal momento che attribuisce al sindaco responsabilità che non gli competono”. Ora, il Sindaco non ha “competenze” nemmeno in tema di Pace nel mondo o in tema di lotta alle Mafie; eppure, questa Amministrazione ha convintamente impegnato il Consiglio su tali argomenti, ritenendo addirittura opportuno sottoscrivere convenzioni ed investirvi risorse pubbliche. Ma se il Sindaco e i suoi Assessori hanno ritenuto che fosse doveroso occuparsi di questi macro temi, perché paradossalmente il bullismo – che è un problematica che affligge da vicino la nostra Comunità, della quale, come detto, il Sindaco è il riferimento istituzionale - è stato trascurato ed archiviato? Nell’interrogazione avevo anche richiesto di verificare se nelle scuole si fossero riscontrati altri episodi di bullismo, così da poter fare una valutazione d’insieme e raccogliere dati su cui basare un’azione mirata. Su questo punto non è stata fornita alcuna risposta, presumibilmente perché non è stata effettuata alcuna verifica. Ad oggi, quindi, non conosciamo nemmeno l’entità del problema. Ancora più preoccupante per me è stato constatare che l’episodio che ha dato origine al dibattito sia stato minimizzato, definendolo non già “episodio riconducibili in senso stretto” al bullismo, ma come mero “comportamento premonitore”. Mi domando come sia possibile accettare una risposta di questo genere. Il bambino è stato incollato ad una sedia! E pare che non fosse affatto il primo episodio, tanto che la famiglia è stata costretta a cambiargli scuola. È evidente a chiunque che quanto avvenuto non possa essere degradato a semplice “comportamento premonitore”, ma sia – proprio come stabilito dalle linee guida ministeriali e dalla legge 71/2017 richiamati nella riposta – un vero e proprio episodio di “violenza verbale, fisica o psicologica, ripetuta e intenzionale”. E non è necessario possedere conoscenze giuridiche o psicoterapeutiche per giungere a questa (ovvia) conclusione, ma solo buonsenso. In conclusione, è evidente che questa Amministrazione si sia voluta smarcare dal problema, facendone un tema di forma, anziché di sostanza. Mi auguravo, per Merate, una risposta diversa. Non posso accettare che passi questa forma di tacita accettazione o sottovalutazione del bullismo, perché credo che quando una comunità tollera il bullismo con il silenzio o minimizzandone gli episodi, contribuisce a creare un ambiente in cui il bullismo prolifera. Ciò che mi preoccupa ulteriormente è che Amministrazione non ha compreso appieno il senso della mia interrogazione, limitandosi ciecamente a riferire (molto, molto parzialmente) sul singolo caso concreto, senza cogliere l’opportunità di approfondire seriamente il tema su scala più ampia. In conclusione, ho voluto rivolgere al Sindaco e all’Assessore Riva, da semplice consigliere di opposizione quale sono, il suggerimento di non archiviare questa vicenda ma di agire, senza delegare, impegnandosi concretamente nella promozione di azioni efficaci e tangibili per la prevenzione e il contrasto di questa grande e grave piaga sociale che è il bullismo.
per dovuta completezza di informazione, colgo volentieri il Vostro invito ad inviare una sintesi della mia dichiarazione di insoddisfazione rispetto alla risposta fornita dall’Assessore Riva alla mia interrogazione in tema bullismo. Come correttamente avete osservato, il mio era un intervento per larga parte “a braccio”; ho quindi predisposto un testo riepilogativo degli argomenti che mi ero appuntata e che ho poi sviluppato in Consiglio Permettetemi però prima di chiarire brevemente le ragioni che mi hanno spinto a presentare questa interrogazione. Ho la profonda convinzione (e dai numerosi interventi che ho letto anche sul Vostro giornale sono certa di non essere l’unica) che il bullismo non sia un fatto isolato, né una questione da relegare all’ambito strettamente personale o familiare. È un fenomeno sociale che coinvolge tutti noi, perché colpisce la dignità delle persone, mina il senso di sicurezza e genera ferite profonde che si ripercuotono sull'intera comunità. Per questo motivo è dovere di tutti – cittadini, istituzioni, scuole, famiglie – non girarsi dall’altra parte. In particolare, il Sindaco, che di questa comunità è il riferimento istituzionale, ha una responsabilità fondamentale: vigilare, intervenire e promuovere azioni concrete per prevenire e contrastare ogni forma di violenza, emarginazione o prevaricazione. Non basta condannare il bullismo a parole. Occorre approfondire, ascoltare, collaborare così da costruire una rete solida di protezione e inclusione. Pertanto, partendo da questa mia convinzione ed a seguito del noto fatto di cronaca, ho presentato un’interrogazione per domandare al Sindaco se: - l’amministrazione avesse provveduto ad approfondire la vicenda con i competenti referenti scolastici; - avesse verificato se vi fossero stati altri episodi di bullismo, sia nella scuola oggetto della vicenda sia in altre strutture scolastiche della Città di Merate; - avesse verificato che ogni plesso scolastico stesse adottando un regolamento di Istituto così come previsto dal Decreto Ministeriale n. 18 del 2021 e se in tale regolamento vi fossero previsti provvedimenti di giustizia riparativa; - le scuole interrogate avessero previsto azioni concrete e tangibili di prevenzione e di contrasto al fenomeno del bullismo; - il Comune avesse stanziato risorse o attivato iniziative e percorsi informativi rivolti a scuole e genitori, finalizzati a contrastare il fenomeno del bullismo. Ed ecco perché non ho potuto ritenermi soddisfatta dopo la lettura della risposta dell’Assessore Riva, ahimè sottoscritta anche dal Sindaco. Anzitutto, ho ritenuto inappropriata la critica all’interrogazione stessa, laddove mi è stato rimproverato che la “pubblicità data in sede consiliare” potesse “arrecare ulteriori danni al minore coinvolto”. L’ho trovata inappropriata perché vi ho letto, fra le righe, che per l’Amministrazione fosse preferibile non parlarne. Da parte mia non vi era alcun intento di dare “pubblicità”. L’intento dell’interrogazione era di capire se, nella Comunità di Merate, vi fosse consapevolezza del problema e se fossero state attivate tutte le risorse necessarie per farvi fronte. Si stava cercando di capire, in altre parole, se di fronte ad un episodio che aveva già ricevuto una sua visibilità – non per “colpa” dell’interrogazione ma per l’assenza di risposte ed interventi da parte delle Istituzioni - il Comune intendesse farsi carico del problema, fornendo risposte concrete alla cittadinanza oppure se, come è invece emerso dalla risposta all’interrogazione, ritenesse di non doversene occupare, nascondendosi dietro questioni di pura forma. Ho percepito peraltro una vena di permalosità della risposta, laddove si è affermato che dall’interrogazione “traspare una non completa comprensione dei diversi ruoli istituzionali, dal momento che attribuisce al sindaco responsabilità che non gli competono”. Ora, il Sindaco non ha “competenze” nemmeno in tema di Pace nel mondo o in tema di lotta alle Mafie; eppure, questa Amministrazione ha convintamente impegnato il Consiglio su tali argomenti, ritenendo addirittura opportuno sottoscrivere convenzioni ed investirvi risorse pubbliche. Ma se il Sindaco e i suoi Assessori hanno ritenuto che fosse doveroso occuparsi di questi macro temi, perché paradossalmente il bullismo – che è un problematica che affligge da vicino la nostra Comunità, della quale, come detto, il Sindaco è il riferimento istituzionale - è stato trascurato ed archiviato? Nell’interrogazione avevo anche richiesto di verificare se nelle scuole si fossero riscontrati altri episodi di bullismo, così da poter fare una valutazione d’insieme e raccogliere dati su cui basare un’azione mirata. Su questo punto non è stata fornita alcuna risposta, presumibilmente perché non è stata effettuata alcuna verifica. Ad oggi, quindi, non conosciamo nemmeno l’entità del problema. Ancora più preoccupante per me è stato constatare che l’episodio che ha dato origine al dibattito sia stato minimizzato, definendolo non già “episodio riconducibili in senso stretto” al bullismo, ma come mero “comportamento premonitore”. Mi domando come sia possibile accettare una risposta di questo genere. Il bambino è stato incollato ad una sedia! E pare che non fosse affatto il primo episodio, tanto che la famiglia è stata costretta a cambiargli scuola. È evidente a chiunque che quanto avvenuto non possa essere degradato a semplice “comportamento premonitore”, ma sia – proprio come stabilito dalle linee guida ministeriali e dalla legge 71/2017 richiamati nella riposta – un vero e proprio episodio di “violenza verbale, fisica o psicologica, ripetuta e intenzionale”. E non è necessario possedere conoscenze giuridiche o psicoterapeutiche per giungere a questa (ovvia) conclusione, ma solo buonsenso. In conclusione, è evidente che questa Amministrazione si sia voluta smarcare dal problema, facendone un tema di forma, anziché di sostanza. Mi auguravo, per Merate, una risposta diversa. Non posso accettare che passi questa forma di tacita accettazione o sottovalutazione del bullismo, perché credo che quando una comunità tollera il bullismo con il silenzio o minimizzandone gli episodi, contribuisce a creare un ambiente in cui il bullismo prolifera. Ciò che mi preoccupa ulteriormente è che Amministrazione non ha compreso appieno il senso della mia interrogazione, limitandosi ciecamente a riferire (molto, molto parzialmente) sul singolo caso concreto, senza cogliere l’opportunità di approfondire seriamente il tema su scala più ampia. In conclusione, ho voluto rivolgere al Sindaco e all’Assessore Riva, da semplice consigliere di opposizione quale sono, il suggerimento di non archiviare questa vicenda ma di agire, senza delegare, impegnandosi concretamente nella promozione di azioni efficaci e tangibili per la prevenzione e il contrasto di questa grande e grave piaga sociale che è il bullismo.
Paola Panzeri