A Cernusco l'incontro "Volano missili e dazi"
L’Europa è sempre più in fermento: da una parte la guerra che continua a infuriare, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia del 24 febbraio 2022; dall’altra, le misure protezionistiche lanciate al di là dell’Atlantico (i controversi dazi) che rischiano di avere un effetto dirompente sulle economie che puntano sull’export.

A Cernusco Lombardone la Fondazione Costruiamo il Futuro ha organizzato un incontro, "Volano Missili e Dazi – Il nuovo cielo sopra l’Europa", con esperti di grande esperienza per cercare di trovare nuovi spunti di riflessione. D’altra parte, come ha sottolineato nel corso dell’evento Maurizio Lupi, presidente della Fondazione Costruiamo il Futuro, "l’elemento più importante è “conoscere”. Bisogna comprendere per essere consapevoli. In questo modo ci si può creare un’idea personale e attivarsi con responsabilità. L’errore maggiore che può essere fatto è, dunque, non capire che cosa stia accadendo, sottovalutare le situazioni". E, anche da questo punto di vista, i 90 minuti di confronto al cine-teatro San Luigi si sono rivelati molto apprezzati da parte delle oltre duecento persone intervenute.
Dopo l’introduzione del moderatore Marco Bardazzi, co-founder e chairman di Bea – Be a Media Company. Monica Maggioni, direttrice editoriale per l’offerta informativa Rai, richiamando i contenuti del suo nuovo libro The presidents, ha invitato a non considerare Donald Trump soltanto come una persona "esuberante, eccessiva, abituata a decidere da sé e fare ciò che gli passa per la testa".

"Attenzione, non è un uomo solo al comando", ha scandito dal palco. Ciò che sta facendo oggi, piuttosto, è conseguenza di "un disegno di un gruppo di persone più ampio, che in questo momento storico, pur non avendo la medesima visione su ogni cosa, ha interessi convergenti".
Un gruppo che avrebbe poco in simpatia le istituzioni perché associate a processi decisionali lunghi. Inoltre, quegli stessi processi decisionali sono governati da regole. E, aggiunge Maggioni, "tutto ciò che è “regola” o “regolatorio” è uno dei grandi nemici del governo Trump". Da qui si comprende, in parte, anche l’avversione del presidente Usa e del suo gruppo per l’Europa, sistema regolatorio per eccellenza, «che va contro i loro interessi".
Massimo Gaggi, premettendo che "la politica di Trump è difficile da decifrare", ha invece spiegato che il concetto di dazio nella testa del leader americano c’è da sempre. "Li ha già applicati nel suo primo mandato presidenziale, seppur in modo più limitato", ha ricordato. L’aspetto particolare su cui riflettere riguarda però la loro natura: "Non hanno una logica esclusivamente economica, ma piuttosto punitiva", ha sottolineato il giornalista del Corriere della Sera. Questo modo di agire, però, "sta generando una confusione che porta incertezza sui mercati e sulle politiche, indebolendo le alleanze occidentali".

Spostando poi l’attenzione sul secondo tema del dibattito, quello legato “ai missili” e dunque alla guerra in corso, Gaggi ha spiegato che "la questione difesa oggi si pone in termini importanti per l’Europa". Almeno due gli elementi da considerare: Il primo, "la minaccia russa va presa sul serio". Il secondo, "l’allontanamento degli Stati Uniti rappresenta un problema". Ed è soprattutto su quest’ultimo punto che bisogna riflettere; sì, perché "il rapporto con gli Usa, che fino a un certo punto è stato molto collaborativo, ora è più complicato e parzialmente conflittuale". In questo contesto le prospettive non sono rosee perché, ha chiosato Gaggi ricordando il titolo del convegno, "volano missili, ma fermarli sarà arduo. E difficile, considerando anche i diversi punti di vista dei vari Paesi, sarà anche costruire un sistema di difesa comune in Europa".
E non bisogna dimenticare un altro elemento, che ha a che fare più strettamente con le persone e il loro approccio nei confronti delle situazioni più difficili. "Abbiamo avuto l’illusione per qualche decennio che il mondo non ci avrebbe più messo di fronte a scelte estreme – è stata la riflessione di Maggioni –. Pensavamo che le guerre fossero ormai un tema che non ci riguardava più. Ci siamo quindi presi tutta la calma possibile per affrontare la situazione. E le conseguenze delle “non scelte” le vediamo adesso davanti a noi. Non c’è consapevolezza del tempo estremo che stiamo vivendo. Siamo forse abituati a pensare che “tanto poi, in qualche modo, le cose si aggiustano”. Si consideri, però, che anche le persone che abitavano nelle città oggi bombardate ritenevano probabilmente che la guerra riguardasse qualcun altro. Gli abitanti di Kiev, fino a prima di tre anni fa, non immaginavano di vivere questa realtà. Se ora abbiamo davanti a noi una strada per cavarci d’impaccio è la consapevolezza. È necessaria un’analisi razionale della situazione. Continuare a dividersi tra “pacifisti” e “guerrafondai” è inutile e fuori dalla storia".

A Cernusco Lombardone la Fondazione Costruiamo il Futuro ha organizzato un incontro, "Volano Missili e Dazi – Il nuovo cielo sopra l’Europa", con esperti di grande esperienza per cercare di trovare nuovi spunti di riflessione. D’altra parte, come ha sottolineato nel corso dell’evento Maurizio Lupi, presidente della Fondazione Costruiamo il Futuro, "l’elemento più importante è “conoscere”. Bisogna comprendere per essere consapevoli. In questo modo ci si può creare un’idea personale e attivarsi con responsabilità. L’errore maggiore che può essere fatto è, dunque, non capire che cosa stia accadendo, sottovalutare le situazioni". E, anche da questo punto di vista, i 90 minuti di confronto al cine-teatro San Luigi si sono rivelati molto apprezzati da parte delle oltre duecento persone intervenute.
Dopo l’introduzione del moderatore Marco Bardazzi, co-founder e chairman di Bea – Be a Media Company. Monica Maggioni, direttrice editoriale per l’offerta informativa Rai, richiamando i contenuti del suo nuovo libro The presidents, ha invitato a non considerare Donald Trump soltanto come una persona "esuberante, eccessiva, abituata a decidere da sé e fare ciò che gli passa per la testa".

"Attenzione, non è un uomo solo al comando", ha scandito dal palco. Ciò che sta facendo oggi, piuttosto, è conseguenza di "un disegno di un gruppo di persone più ampio, che in questo momento storico, pur non avendo la medesima visione su ogni cosa, ha interessi convergenti".
Un gruppo che avrebbe poco in simpatia le istituzioni perché associate a processi decisionali lunghi. Inoltre, quegli stessi processi decisionali sono governati da regole. E, aggiunge Maggioni, "tutto ciò che è “regola” o “regolatorio” è uno dei grandi nemici del governo Trump". Da qui si comprende, in parte, anche l’avversione del presidente Usa e del suo gruppo per l’Europa, sistema regolatorio per eccellenza, «che va contro i loro interessi".
Massimo Gaggi, premettendo che "la politica di Trump è difficile da decifrare", ha invece spiegato che il concetto di dazio nella testa del leader americano c’è da sempre. "Li ha già applicati nel suo primo mandato presidenziale, seppur in modo più limitato", ha ricordato. L’aspetto particolare su cui riflettere riguarda però la loro natura: "Non hanno una logica esclusivamente economica, ma piuttosto punitiva", ha sottolineato il giornalista del Corriere della Sera. Questo modo di agire, però, "sta generando una confusione che porta incertezza sui mercati e sulle politiche, indebolendo le alleanze occidentali".

Spostando poi l’attenzione sul secondo tema del dibattito, quello legato “ai missili” e dunque alla guerra in corso, Gaggi ha spiegato che "la questione difesa oggi si pone in termini importanti per l’Europa". Almeno due gli elementi da considerare: Il primo, "la minaccia russa va presa sul serio". Il secondo, "l’allontanamento degli Stati Uniti rappresenta un problema". Ed è soprattutto su quest’ultimo punto che bisogna riflettere; sì, perché "il rapporto con gli Usa, che fino a un certo punto è stato molto collaborativo, ora è più complicato e parzialmente conflittuale". In questo contesto le prospettive non sono rosee perché, ha chiosato Gaggi ricordando il titolo del convegno, "volano missili, ma fermarli sarà arduo. E difficile, considerando anche i diversi punti di vista dei vari Paesi, sarà anche costruire un sistema di difesa comune in Europa".
E non bisogna dimenticare un altro elemento, che ha a che fare più strettamente con le persone e il loro approccio nei confronti delle situazioni più difficili. "Abbiamo avuto l’illusione per qualche decennio che il mondo non ci avrebbe più messo di fronte a scelte estreme – è stata la riflessione di Maggioni –. Pensavamo che le guerre fossero ormai un tema che non ci riguardava più. Ci siamo quindi presi tutta la calma possibile per affrontare la situazione. E le conseguenze delle “non scelte” le vediamo adesso davanti a noi. Non c’è consapevolezza del tempo estremo che stiamo vivendo. Siamo forse abituati a pensare che “tanto poi, in qualche modo, le cose si aggiustano”. Si consideri, però, che anche le persone che abitavano nelle città oggi bombardate ritenevano probabilmente che la guerra riguardasse qualcun altro. Gli abitanti di Kiev, fino a prima di tre anni fa, non immaginavano di vivere questa realtà. Se ora abbiamo davanti a noi una strada per cavarci d’impaccio è la consapevolezza. È necessaria un’analisi razionale della situazione. Continuare a dividersi tra “pacifisti” e “guerrafondai” è inutile e fuori dalla storia".
