Verderio: incontro sul caso Italcementi. La battaglia dei Comuni non si ferma al Tar

Una serata per fare il punto sulla situazione ex Italcementi - oggi Heidelberg Materials - di Calusco: si è tenuta ieri sera in Villa Gallavresi l'assemblea pubblica indetta dal gruppo di maggioranza Siamo Verderio. Un incontro molto partecipato dalla cittadinanza, che, dopo quello di Merate e Sotto il Monte, punta ad essere il terzo di una lunga serie per invitare gli abitanti del territorio a non abbandonare la battaglia per ricevere risposte sull'impatto ambientale della cementeria.
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Da Sinistra Lorena Panzeri, Iris Corberi, Alessandro Origo, Andrea Pirovano
Ora che è stato respinto dal TAR di Brescia il ricorso presentato dai Comuni di Paderno d’Adda, Robbiate, Verderio, Imbersago, Merate, Cornate d’Adda e Solza (in sostanza confermando la correttezza dell'operato dell'azienda e autorizzandone l'aumento da 30 mila a 110 mila tonnellate di combustibili alternativi) ci si pone l'inevitabile domanda: “cosa possiamo fare ora noi cittadini e forze politiche? Come possiamo mettere in atto tutte quelle misure alla pretesa del rispetto delle normative di controllo e che devono essere in grado di portare alla salvaguardia di preziosi e irrinunciabili beni come l'aria, l'acqua, il suolo, che abbiamo ricevuto in custodia e lasceremo alle generazioni future?”. È con questo quesito, posto dal coordinatore del gruppo Andrea Pirovano, che si è aperto il confronto fra i presenti e amministratori.
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È quindi intervenuta Iris Corberi, consigliera comunale con delega all'ambiente, nonché esponente del Consiglio di Gestione del Parco Adda Nord, con una piccola e doverosa introduzione sulla storia e l'operato della cementeria. Tra i principali produttori di materiali di costruzione al mondo, nel 2016, Heidelberg ha acquisito lo storico stabilimento di Italcementi di Calusco. Il problema per cui ci si trova oggi a parlare della questione nasce nel 2013: negli ultimi anni la linea industriale dell'azienda si è sempre più orientata verso l'utilizzo dei CSS (combustibili solidi secondari, cioè rifiuti non più riciclabili che vengono bruciati e producono energia), una modalità di produzione di energia che vuole andare a sostituire l'utilizzo dei combustibili fossili.

“Proprio nel 2013” ha spiegato la consigliera comunale “inizia l'iter amministrativo per la richiesta da parte di Italcementi di un aumento delle quantità CSS da bruciare nel proprio camino: l'obiettivo è quello di passare da 30 mila tonnellate annue a 110 mila”. Da allora ad oggi si sono susseguite, come è noto, una serie di attività e scambi istituzionali. L'unica richiesta delle varie amministrazioni che si sono succedute negli anni è sempre stata la stessa: uno studio epidemiologico che attestasse l'incidenza dell'aumento delle CSS bruciate sull'inquinamento e sulla popolazione, una richiesta che, ad oggi, non ha ancora ottenuto una risposta: “dobbiamo essere uniti, amministrazioni, cittadini e cittadine per chiedere a Heidelberg e agli enti preposti al monitoraggio delle questioni ambientali e della salute pubblica più trasparenza, responsabilità e soprattutto più ascolto”.
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La parola è quindi passata al vero “relatore” della serata, l'ex sindaco di Verderio Alessandro Origo, che della questione si è occupato fin dalle origini. Con un excursus storico di oltre vent'anni, Origo ha ripercorso le vicissitudini che hanno riguardato – dal 2004 – il “Caminun” appena costruito e i Comuni limitrofi. Già all'epoca la richiesta di Italcementi di utilizzare il combustibile da rifiuti (CDR) ed alcuni materiali classificati come “rifiuti pericolosi”, aveva imposto la necessità di costituire un tavolo d'intesa fra (all'epoca) 15 comuni della bergamasca e del meratese: “vista la nostra contrarietà ad utilizzare questi rifiuti, negli anni successivi l’azienda aveva rinunciato”. Due anni dopo sarebbe stato autorizzato nell'utilizzo del CDR, non senza un monitoraggio delle prestazioni ambientali dell'impianto, valutato positivamente dal tavolo territoriale.

Arriviamo quindi all'ottobre di undici anni fa, con la richiesta da parte dell'azienda di aumentare il quantitativo dei rifiuti utilizzati nel processo produttivo.
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Nel 2015 si è così riattivato il tavolo d'intesa fra dieci comuni del territorio, mentre si procedeva con la Valutazione di Impatto Ambientale, procedura a cui i Comuni erano stati ammessi. L'iter si è interrotto bruscamente al pervenire della richiesta degli enti territoriali di realizzare uno studio di tipo epidemiologico, che l'azienda si è rifiutata di redigere. “Avevamo reperito un documento dell'ASL di Bergamo, rispetto alle criticità presenti nell'isola bergamasca” ha spiegato Origo “veniva evidenziata, per esempio, nel Comune di Calusco d'Adda una elevata mortalità tumorale che andava approfondita”. Quando la Provincia di Bergamo avrebbe chiesto all'azienda di dare il via all'indagine epidemiologica, la stessa si sarebbe opposta presentando ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale di Brescia.

Dopo un lungo periodo di silenzio, nel 2021 arriva la notizia che Heidelberg aveva finalmente provveduto all'indagine epidemiologica incaricando l'Università Tor Vergata di Roma. Valutazione che ha avuto un esito positivo, ma cui i Comuni hanno replicato con alcune osservazioni, già presentate nelle Conferenze dei Servizi tenutesi a luglio e agosto del 2022 grazie all'approfondimento tecnico di due consulenti (dott. Fabrizio Bianchi e dott. Stefano Scarselli).
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Si è poi avviata nel 2023 la procedura per l'Autorizzazione Integrata Ambientale, cui i Comuni hanno chiesto di partecipare come rappresentanti di cittadini e tutori della salute pubblica. Netto e marcato il rifiuto della Provincia di Bergamo, che ha ammesso gli enti territoriali al di fuori di Calusco d'Adda solo come uditori, escludendoli, quindi, dal processo decisorio (al contrario di quanto era avvenuto per la Valutazione di Impatto Ambientale): “in previsione della Conferenza dei Servizi dell'AIA che è stata convocata per il 16 novembre 2023 diversi comuni hanno comunicato che non avrebbero partecipato per non dimostrare acquiescenza al ruolo da loro assegnato alla Provincia di Bergamo”. In quell'occasione le amministrazioni comunali si sono riservate di attivare iniziative adeguate, evidenziando insufficiente la risposta dell'ATS di Bergamo all'impatto sulla salute dei cittadini redatto dal dottor Bianchi.
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Si approda così nel 2024 alla battaglia legale davanti al TAR di Brescia, terminato quest'anno con la sentenza che ha respinto il ricorso promosso dai sette Comuni “attori”.

Si è lasciato quindi spazio alle domande e al dibattito fra i cittadini intervenuti, da cui è emersa la grande preoccupazione per il tema, soprattutto vista la recente chiusura di fronte alle richieste dei Comuni da parte di ATS, l'unico ente a cui si potrebbe effettivamente ricorrere, ad oggi, per riaprire un dialogo costruttivo.
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Il sindaco di Verderio Danilo Villa
“È una storia che si è aggrovigliata in più vent'anni e siamo arrivati a una sentenza del TAR che purtroppo si stratifica su un atteggiamento dell'ATS dell'ARPA, che si è basato su ricerche fatte da Heidelberg, che è quello che abbiamo contestato noi” ha commentato il Sindaco di Verderio Danilo Villa. “Il dato di fatto oggi è che i comuni hanno perso con una sentenza molto negativa: quindi, evidentemente, la situazione è complicata e ci vede in una condizione di difficoltà a trovare degli strumenti legali per poter fare pressione e ottenere quello che abbiamo bisogno di sapere, ovvero quanto contribuiscono ad incrementare il rischio sulla salute dei cittadini le emissioni di Heidelberg”.

Il Primo Cittadino ha sottolineato come il problema sia tutt'altro che risolto con il riscontro positivo della VIA e dell'AIA: “lo stesso TAR dice che dobbiamo stare tranquilli perché tanto nel piano di incremento del CSS che viene utilizzato sono previste delle verifiche a fasi: vuole dire che nessuno sa che cosa succede a pieno regime. Io sono ancora più preoccupato perché la sperimentazione la fanno sulla nostra pelle”. Con queste parole il Sindaco si è appellato ai cittadini: “a questo punto l'unico linguaggio che i nostri interlocutori possono ascoltare è quello della pressione dell'opinione pubblica”.
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Il sindaco di Robbiate, Marco Magni
“Non ci aspettavamo così tanta partecipazione” ha chiosato la consigliera Lorena Panzeri, ringraziando i presenti “Di solito le conclusioni si fanno in situazioni un po' diverse, ma in questo caso, quello che possiamo fare è raccogliere la necessità dei cittadini qui presenti di continuare questa partita e questo penso sia un elemento di conforto per noi amministratori. Non possiamo mollare adesso dopo tutto quello che abbiamo fatto”.

Infine è intervenuto anche il Sindaco di Robbiate Marco Magni, che, oltre a ringraziare per gli spunti offerti dall'assemblea, ha assicurato che il Comune di Robbiate si sta già adoperando per l'eventuale futura costruzione del nuovo ponte di Paderno e il suo impatto sull'ambiente: “anche i comuni del meratese con la Provincia di Lecco stanno avviando un percorso di studio del traffico sulle nostre zone. Abbiamo già messo in campo delle risorse per avere un quadro completo della situazione e per continuare questo percorso di monitoraggio, ma soprattutto di tutela per tutti noi”.
F.F.
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