"Merate incontra l'autore": e diventa Città che legge. 5 libri presentati e discussi
Una giornata interamente dedicata alla lettura, al dialogo e alla scoperta di voci del territorio. È con questo spirito che il Comune di Merate – recentemente insignito del titolo di "Città che Legge" – ha riproposto il tradizionale appuntamento con "Merate incontra l’autore", trasformando la biblioteca comunale, sabato 10 maggio, nel palcoscenico per cinque autori locali con le loro storie in un susseguirsi di incontri dalle 10 alle 16.
Il ciclo di incontri ha preso avvio con la presentazione di "È l'ora di andare" di Valentino Albani, autore meratese. L'opera, autopubblicata tramite la piattaforma Youcanprint, è stata illustrata dall'autore, stimolato da domande e considerazioni del collega Marco Redenti, il quale, insieme ad altri colleghi di lavoro, aveva già collaborato alla rilettura e correzione delle bozze del libro. "È l'ora di andare" narra la storia di Tinus, soprannominato il Dissuasore, la cui missione, in breve, è salvare aspiranti suicidi. Tinus custodisce un segreto legato al suicidio della madre, manifestato attraverso "visioni" che gli consentono di percepire in anticipo l'intento suicida di alcune persone, accompagnate dalle inquietanti note del "Dies irae" di Giuseppe Verdi. La sinossi anticipa la presenza di figure atipiche come un monaco eremita con un passato da rockstar e un'improbabile maga catalana che lo assistono in casi complessi. Il protagonista si troverà ad affrontare un amore incompiuto e un patto di sangue che gli impongono una scelta difficile: porre fine alla vita di una donna speciale.

L'interrogativo centrale del libro riguarda la sua riuscita in questo intento e la sua capacità di salvare sé stesso, mentre il finale è lasciato alla scelta del lettore. Particolarmente apprezzata dai presenti è stata la riflessione sul tema centrale del libro: il suicidio. Albani ha spiegato come la scelta sia maturata da un’approfondita analisi di dati e testimonianze, rivelando la portata globale di un fenomeno che colpisce quasi un milione di persone ogni anno, molti dei quali giovani. "Nessuno sa perché, forse nemmeno loro", recita il sottotitolo, emblema di un mistero che l’autore non pretende di svelare, ma che intende condividere con il lettore come spunto di riflessione. Nonostante l’ambientazione non venga mai dichiarata esplicitamente, il pubblico presente ha colto nella narrazione e nei personaggi echi riconoscibili della realtà meratese, tra luoghi familiari e figure simboliche. Una peculiarità dell’opera è l’inserimento di vere e proprie colonne sonore, che accompagnano lo sviluppo della trama e aiutano a delineare meglio tempi e stati d’animo. Albani ha infine spiegato il significato del titolo, che torna nell’ultima pagina del romanzo per lasciare aperta una porta sulla coscienza del lettore.

Il racconto, un noir, culmina nell'isola di Porquerolles, luogo caro a Georges Simenon, alla cui memoria l'opera è dedicata. "La bottega di Roger" rappresenta il quinto libro dell'autore e il quarto volume di una saga familiare: gli altri titoli menzionati sono "Un letto a tre piazze", "Delitto in canonica" e "Spietati. La vendetta del sangue", mentre "Il mio nome è Gianni" si distingue come unico libro esterno alla saga e ispirato a un incontro di lavoro avuto anni prima. Il genere è un noir di fantasia, benché saldamente inserito nel contesto storico del Novecento, con richiami precisi a fatti, persone e oggetti dell'epoca. L'autore si distingue per l'accuratezza nella ricostruzione delle scene, descrivendo luoghi e fatti con precisione, arrivando persino a far coincidere le condizioni meteorologiche reali con quelle della narrazione. Andreotti ha spiegato di aver iniziato la sua attività di scrittore all'età di 66 anni, nel 2020, sviluppando progressivamente la sua passione. Ha condiviso in modo aneddotico l'esperienza del primo libro, scritto interamente a mano per la sua iniziale poca familiarità con il computer, prima di essere incoraggiato dal figlio all'uso degli strumenti informatici, il che gli ha permesso di scrivere e correggere più velocemente, realizzando così un libro all'anno. Sfruttando l'incontro pubblico Andreotti ha poi annunciato la pubblicazione di un nuovo libro tra settembre e ottobre dell'anno corrente.


Altro tema principale è la chemioterapia, inizialmente vissuta come un'ulteriore malattia, per poi essere compresa come un'alleata nella lotta contro il cancro, il vero male da sconfiggere, riflettendo come la se stessa senza capelli post-chemio era più sana della sua versione antecedente con i capelli lunghi. Questo processo di cura, oltre a combattere il grande male, le ha conferito una visione diversa della vita, lontana dalle apparenze, ma ancor più vicina al vero valore della vita. Valentina ha inoltre raccontato di aver collaborato, a fine 2023, alla realizzazione di un calendario benefico per il 2024 dell'associazione Faresalute, raccogliendo l'adesione di dieci donne che, come lei, stavano combattendo il cancro. Tra gli aneddoti finali inerenti al libro, l'autrice ha spiegato che il titolo dell'opera è stato scelto tra i commenti ricevuti sotto un post sui social in cui Valentina raccontava la sua esperienza. L'autrice ha concluso con una riflessione sul cambiamento: "Tutti noi vorremmo che qualcosa cambiasse nel mondo, ma alle volte non siamo pronti a stravolgere la nostra vita. I cambiamenti avvengono poco a poco, giorno per giorno. Prima di inneggiare al cambiamento globale dobbiamo capire quali cose possiamo cambiare nelle nostre vite e quali no".


Per evitare un riferimento esclusivo a Mandello, l'autrice ha inserito in tutti gli episodi richiami a letteratura, scritture, canzoni e film, per analogia o contrasto, definendoli veri e propri "extra". L'autrice ha spiegato che, nel pubblicare il libro, si è interrogata sull'opportunità di ridere delle storie altrui, trovando una risposta nella riflessione di Erri De Luca, il quale affronta un quesito simile: De Luca suggerisce che a Napoli, il ridicolo può aiutare a tramandare la memoria di una persona più di un caso tragico, quasi invitando a offrirsi volontariamente per lasciare una memoria buffa di sé. Adriana, in conclusione della presentazione, ha inoltre anche citato il poeta Iosif Brodskij: "L'unico strumento di cui un essere umano disponga per cercare di tenere testa al tempo è ricordare", ha conlcuso la sua presentazione l'autrice, con queste parole del poeta Iosif Brodskij.


Terminata la lunga giornata di presentazioni e tirate le somme in merito all'iniziativa, è innegabile dire che "Merate Incontra l'Autore" si conferma come un’importante iniziativa per promuovere la lettura e favorire il dialogo tra scrittori e lettori. Ogni incontro ha offerto l’opportunità di scoprire storie diverse, ma tutte caratterizzate da una forte componente emotiva e di riflessione. La partecipazione attiva del pubblico, che ha potuto interagire direttamente con gli autori, ha inoltre reso ogni presentazione un’occasione unica di crescita culturale e umana. Un evento, insomma, che ha fatto di Merate una città ancora più vicina al cuore dei suoi lettori.

"È l'ora di andare" di Valentino Albani

L'interrogativo centrale del libro riguarda la sua riuscita in questo intento e la sua capacità di salvare sé stesso, mentre il finale è lasciato alla scelta del lettore. Particolarmente apprezzata dai presenti è stata la riflessione sul tema centrale del libro: il suicidio. Albani ha spiegato come la scelta sia maturata da un’approfondita analisi di dati e testimonianze, rivelando la portata globale di un fenomeno che colpisce quasi un milione di persone ogni anno, molti dei quali giovani. "Nessuno sa perché, forse nemmeno loro", recita il sottotitolo, emblema di un mistero che l’autore non pretende di svelare, ma che intende condividere con il lettore come spunto di riflessione. Nonostante l’ambientazione non venga mai dichiarata esplicitamente, il pubblico presente ha colto nella narrazione e nei personaggi echi riconoscibili della realtà meratese, tra luoghi familiari e figure simboliche. Una peculiarità dell’opera è l’inserimento di vere e proprie colonne sonore, che accompagnano lo sviluppo della trama e aiutano a delineare meglio tempi e stati d’animo. Albani ha infine spiegato il significato del titolo, che torna nell’ultima pagina del romanzo per lasciare aperta una porta sulla coscienza del lettore.

"La bottega di Roger" di Ambrogio Andreotti
Il secondo appuntamento, fissato per le ore 11.00, ha visto protagonista Ambrogio Andreotti con la presentazione del suo libro "La bottega di Roger". Andreotti è stato affiancato dall'amica storica Giulia Livilla Ranzato, descritta come una delle sue più grandi sostenitrici e collaboratrice nella lettura delle bozze. La sinossi introduce Antonio, un investigatore privato in età avanzata, che accetta di indagare sulla scomparsa del nipote prediletto di un commerciante valtellinese. Trasferitosi in Toscana, a San Gimignano, insieme alla compagna Mina, Antonio si avvicina ai luoghi della presunta scomparsa. La vicenda si snoda tra la scoperta di malavitosi legati allo sfruttamento minorile e l'incontro con preziosi alleati, il tutto incorniciato dall'ottima cucina locale. 

"Molto più di prima" di Valentina Alba
Alle ore 14:00 si è tenuto il terzo incontro, dedicato alla presentazione di "Molto più di prima" di Valentina Alba. L'autrice è stata affiancata da Matteo Scerri, conosciuto grazie a un'intervista realizzata per il Giornale di Merate. Il libro si configura come l'autobiografia di un periodo definito della vita dell'autrice, che va dalla diagnosi di tumore al seno nel dicembre 2022 fino al completamento della radioterapia nel novembre 2023. Valentina l'ha descritta come un racconto sincero, trasparente, doloroso e autoironico, concepito come una testimonianza positiva non esclusivamente per chi affronta percorsi simili. I temi centrali sono la Gratitudine e l’Amore, intesi sia verso sé stessi che verso gli altri. Partendo dallo smarrimento iniziale, l'autrice descrive i movimenti esterni legati all'iter terapeutico e all'organizzazione familiare, così come quelli interni, quali pensieri, paure e rabbia. Viene narrata la quotidianità, fatta di fatica ma anche di momenti di sorriso, con l'aneddoto del marito che la soprannomina "Collina" (in riferimento all'ex arbitro di calcio) quando l'autrice mostra la testa priva di capelli a causa delle cure, per strapparle un sorriso in un momento di grande difficoltà. La narrazione si conclude con un tema caro all'autrice: quello dei caregiver, definiti "eroi moderni" per il loro fondamentale ruolo. 
Altro tema principale è la chemioterapia, inizialmente vissuta come un'ulteriore malattia, per poi essere compresa come un'alleata nella lotta contro il cancro, il vero male da sconfiggere, riflettendo come la se stessa senza capelli post-chemio era più sana della sua versione antecedente con i capelli lunghi. Questo processo di cura, oltre a combattere il grande male, le ha conferito una visione diversa della vita, lontana dalle apparenze, ma ancor più vicina al vero valore della vita. Valentina ha inoltre raccontato di aver collaborato, a fine 2023, alla realizzazione di un calendario benefico per il 2024 dell'associazione Faresalute, raccogliendo l'adesione di dieci donne che, come lei, stavano combattendo il cancro. Tra gli aneddoti finali inerenti al libro, l'autrice ha spiegato che il titolo dell'opera è stato scelto tra i commenti ricevuti sotto un post sui social in cui Valentina raccontava la sua esperienza. L'autrice ha concluso con una riflessione sul cambiamento: "Tutti noi vorremmo che qualcosa cambiasse nel mondo, ma alle volte non siamo pronti a stravolgere la nostra vita. I cambiamenti avvengono poco a poco, giorno per giorno. Prima di inneggiare al cambiamento globale dobbiamo capire quali cose possiamo cambiare nelle nostre vite e quali no".

"Il paese sul lago" di Adriana Lanfranconi
Il quarto incontro, alle ore 15.00, ha visto la presentazione di "Il paese sul lago" di Adriana Lanfranconi, originaria di Mandello, la quale ha descritto il libro come nato da un gioco di rievocazione di momenti di vita e del paese tra due donne, uno spirito ludico che si riflette nello stile narrativo comico-ironico. L'opera si propone come spazio di riflessione divertente per il lettore, un'occasione per ritrovarsi, recuperare ricordi e conoscere un mondo vissuto da uomini e donne a metà del secolo scorso in un paese di lago. I temi affrontati includono conflitti e amore, problemi quotidiani ed esistenziali, trasgressioni ed etica, vita familiare e orizzonti più ampi, nascita e morte, impegno per la vita eterna e peccato, tutti trattati con una leggerezza che dipinge la realtà. Il sottotitolo dell'opera, "Cento e uno personaggi in scena", allude alla raccolta di racconti e aneddoti riguardanti i cittadini di questo paese, alcuni con nome reale, altri di fantasia. 
Per evitare un riferimento esclusivo a Mandello, l'autrice ha inserito in tutti gli episodi richiami a letteratura, scritture, canzoni e film, per analogia o contrasto, definendoli veri e propri "extra". L'autrice ha spiegato che, nel pubblicare il libro, si è interrogata sull'opportunità di ridere delle storie altrui, trovando una risposta nella riflessione di Erri De Luca, il quale affronta un quesito simile: De Luca suggerisce che a Napoli, il ridicolo può aiutare a tramandare la memoria di una persona più di un caso tragico, quasi invitando a offrirsi volontariamente per lasciare una memoria buffa di sé. Adriana, in conclusione della presentazione, ha inoltre anche citato il poeta Iosif Brodskij: "L'unico strumento di cui un essere umano disponga per cercare di tenere testa al tempo è ricordare", ha conlcuso la sua presentazione l'autrice, con queste parole del poeta Iosif Brodskij.

"Edda" di Raffaella Legramandi
Infine, alle 16.00, è stato il turno di Raffaella Legramandi, che ha presentato "Edda", romanzo di una storia vera dedicato alla vita della sua amica, vissuta nel contesto storico e sociale segnato dal dopoguerra. La sinossi anticipa un'atmosfera iniziale ovattata, tipica di una famiglia borghese italiana negli anni '30-'40, un periodo in cui la figura di Mussolini era percepita come portatrice di ordine e modernità. La narrazione si sviluppa poi negli anni del dopoguerra e oltre, fino ai giorni nostri. L'autrice ha scelto di romanzare una storia vera, cogliendo le sfumature di una società in cui i diversi livelli sociali si confrontano: la nobiltà e la borghesia con i loro privilegi e la loro cultura si confrontano con la servitù e le classi rurali, descritte come viventi con fatica e "non odoranti di buono". Edda, la protagonista, è una giovane di carattere forte che, vivendo in un contesto familiare agiato, si innamora precocemente di un ufficiale tedesco e, dopo essere stata abbandonata, non riesce a reagire e rimane ancorata al suo ricordo. Su consiglio di un'amica, acconsente a sposare un uomo di estrazione contadina, scelta che trasformerà drasticamente la sua esistenza. Gli anni successivi saranno segnati da umiliazione, sacrificio e sofferenza, ma il suo carattere emergerà prepotentemente per ridisegnare la sua vita. Al termine della presentazione, Raffaella ha annunciato con grande emozione che avrà piacere di presentare il suo libro in un'intervista al Salone del libro di Torino.
Matteo Pennati