Accadeva 40 anni fa/48 febbraio 1985: aborti al Mandic. Il blocco operatorio. Le finanze dei comuni. CC in bici

Domenica 3 febbraio (1985) due distinti cortei si sono mossi da Cernusco e da Robbiate mentre le campane di alcune chiese, a intervalli di 15 minuti, rintoccavano a morto. Alle 16 circa mille persone si sono concentrate sul piazzale dell’oratorio di Merate e da lì hanno raggiunto l’ospedale dove il cappellano don Ettore, il prevosto di Merate don Felice e altri sacerdoti del decanato hanno concelebrato una Messa per la settima “Giornata della Vita” organizzata dall’omonimo Movimento creato per difendere il diritto di nascere e contro l’aborto.
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I dati nazionali sono agghiaccianti: oltre 230 mila aborti legali e altrettanti, forse di più ancora clandestini nonostante la legge 194. Ogni giorno in Italia – dicono dal Movimento – avvengono circa 1.300 “omicidi bianchi”. La legge ha regolato una pratica antica che ha sempre messo a repentaglio la vita della donna. Obiettori e poi cucchiai d’oro accusava Paolino Maggioni col coraggio che lo ha sempre contraddistinto nelle assemblee pubbliche organizzate prima del referendum del 1981. I dati dell’Ussl 14 di Merate segnano una lieve flessione: nel 1984 in ospedale risultano praticati 481 aborti contro i 548 del 1983 e i 600 del 1982. 
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Merate rilancia sul museo di storia naturale, con uno stanziamento nel bilancio 1985 di 50 milioni di lire destinati alla realizzazione di nuove sale espositive nell’ala del collegio Manzoni, con arredi, scaffalature, armadi, contenitori e, soprattutto, la risistemazione dei reperti. La storia del Museo di Merate risale agli inizi del Novecento quando don Michelangelo Ambrosioni e don Angelo Paganoni riuscirono a realizzare il loro vecchio “pallino” di dare vita a un museo di scienze naturali, con reperti storici di cui il meratese è ricco, soprattutto la Valle del Curone, animali imbalsamati e così via. Fino al dopoguerra il museo era ospitato nel Collegio Manzoni, poi i due religiosi lo cedettero all’amministrazione comunale che, motivando l’operazione con lavori urgenti al Collegio, trasferirono il tutto in villa Confalonieri dove sostanzialmente, a parte qualche visita di scolaresche è stato progressivamente abbandonato. Eppure nel 1981 il Consiglio comunale aveva varato il regolamento del museo, considerato da esperti uno dei più ricchi musei di Lombardia. Al dottor Bernardo Ticli era stato affidato il compito di verificare le condizioni dei reperti catalogati. Ticli aveva poi redatto due relazioni, nel 1981 e nel 1982 indicando le condizioni precarie del materiale contenuto nel museo. Lo stanziamento di bilancio si può affermare che ha dato l’avvio all’operazione di rilancio del museo che oggi meriterebbe ben altra attenzione e promozione per la quantità e la rarità del materiale conservato.

Ma a quanto ammontavano le risorse finanziarie dei nostri comuni nel 1985? Vediamo qualche esempio.

MERATE: la stima per l’anno 1985 è di 9 miliardi e 816 milioni di lire, poco più di 5 milioni di euro (che, attualizzato col coefficiente in uso di 2,792 corrisponde a circa 14 milioni di euro, più o meno il budget di oggi). Nel triennio 1985/1987 Vittorino Ripamonti, assessore alle finanze, stima entrate correnti per 27 miliardi di lire. La copertura del costo dei servizi a domanda individuale era del 61.85%. Tra i capitoli di spesa più significativi quasi 3 miliardi per l’ambiente (fognature, depuratore, acqua potabile consortile; 2,2 miliardi per territorio e impianti sportivi; 1,5 miliardi per istruzione e cultura; 1 miliardi a budget per la caserma dei vigili del fuoco.

OLGIATE: il bilancio pareggia a 3 miliardi e 794 milioni di lire, poco meno di 5 milioni di euro di oggi attualizzati. 4.939 abitanti, il 48% maschi, il 52% femmine; il 18% con meno di 15 anni, il 68% in età lavorativa. Le entrate correnti assommano a 1,5 miliardi di cui 553 milioni per introiti propri di natura tributaria e 955 milioni di trasferimenti da stato e regione. 2,2 miliardi le entrate in conto capitale da mutui e strumenti di lungo termine. Due miliardi sono stanziati per la scuola elementare centralizzata da finanziare con cassa depositi e prestiti, accantonamento oneri di urbanizzazione e mutui bancari.

CERNUSCO: Il pareggio di bilancio è fissato a 1 miliardo e 917 milioni di lire, pari a poco meno di 3 milioni di oggi attualizzati. Delle entrate tributarie, extratributarie, da trasferimenti e da alienazioni, 159 milioni sono destinati all’istruzione, 252 milioni al sociale, 110 milioni per il personale, 100 milioni per acquedotto, depurazione e fognature in consorzio, 500 milioni per la nuova pista di atletica leggera, 80 milioni per manutenzione strade, verde pubblico e illuminazione.

MONTEVECCHIA: poco meno di 600 milioni di lire le entrate correnti per far fronte alle spese per istruzione e cultura (194 milioni), per il sociale (221 milioni) amministrazione generale (119 milioni). Ammonta a 696 milioni di lire la disponibilità in conto capitale dei quali 320 mutui a tasso zero, 200 di mutui ordinari della CDP, 70 da oneri di urbanizzazione. Gli investimenti previsti sono sulla rete fognaria al Pertevano, Passone, Abbandonato e Ostizza. Cento milioni sono stanziati per la rete gas, 60 per interventi stradali.

BRIVIO: bilancio a pareggio a quota 2 miliardi e 849 milioni. Tra le principali entrate figurano quelle tributarie (227 milioni), trasferimenti da Stato e Regione (910), extratributarie (271), prestiti (703).

LOMAGNA: le disponibilità complessive tra entrate correnti, credito ordinario e mutui) assommano a circa 3 miliardi di lire. La gestione ordinaria costa 1,2 miliardi di cui 266 milioni per personale e consiglio, 253 per cultura e istruzione, 433 per il sociale, 158 per la sicurezza in genere. Tra le uscite in conto capitale 780 milioni per palestra e 4 aule, 328 per fognature, 120 milioni per il campo di calcio.

OSNAGO: Le entrate complessive ammontano a 3 miliardi. L’intera fiscalità locale è stata portata al massimo consentito: concessioni e occupazione suolo pubblico + 7%, più 12 lire al Kwh per il consumo energetico e più 150 lire al metro cubo per i rifiuti. In totale le entrate tributarie consentono un introito di 282 milioni, i trasferimenti, di 929 milioni, i finanziamenti a lungo termine a 830 milioni. La spese per la gestione corrente è di 1,5 miliardi.

CALCO: il bilancio impegna complessivamente 2,2 miliardi. La relazione al bilancio elenca le opere in corso: fognatura Calco alto, mutuo di 580 milioni; marciapiede lungo via San Vigilio 111 milioni; loculi al cimitero di Arlate 100 milioni; perforazione nuovo pozzo e altre opere idrauliche per assicurare 600 litri/giorno di acqua per abitante, 500 milioni.

Quello che, fino al giorno prima, era un timoroso passa parola, diventa dura realtà con l’arrivo del decreto prefettizio col quale la Cleifer, azienda che si è aggiudicata l’appalto del raddoppio ferroviario, può procedere con gli espropri per pubblica utilità. Sono una ventina i cittadini di Airuno che si vedranno sottrarre chi un pezzo di terra, chi un bosco, chi un capanno e agricolo e, financo una villetta con tanto di giardino coltivato e un boschetto annesso. Il nuovo tracciato col doppio binario investe una vasta area diversa dal sedime ferroviario. Quindi per partire con i lavori è necessario acquisire tutte le aree. Intanto la Cleifer si prepara con un vasto cantiere tra Airuno e Olginate con tanto di prefabbricati per gli operai e i tecnici.
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I vertici del colosso “Siemens Elema” di Stoccolma non hanno dubbi: l’ospedale di Merate è il primo al mondo a praticare la respirazione differenziata in Pediatria. L’équipe medica è guidata dal primario di Anestesia e Rianimazione Giuseppe Marraro con accanto quello che sarà il suo successore Mauro Marinari. Di questa tecnica innovativa che ha aperto la strada anche alle grandi aziende per produrre respiratori artificiali sincronizzati, Marraro e Marinari ne hanno parlato al Congresso nazionale di Rianimazione e Anestesia Pediatrica mentre la multinazionale svedese ha inviato sul posto una squadra per riprendere le operazioni al fine di promuovere poi corsi di formazione per il personale. Un successo tutto meratese, quando il Mandic aveva dirigenti di grandissima levatura professionale a capo delle diverse Unità Operative.
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Arturo Sartori, GIuseppe Canepa, Giuseppe Manara,
Francesco Galloro, Italo Della Rocca. Maurro Marinari

Realizzato nel 1982 e potenziato nel 1984 ecco il nuovo blocco operatorio dell’ospedale di Merate. Un miliardo e mezzo di spesa sotto l’egida del Comitato di Gestione, presieduto dall’ing. Luigi Zappa, quando gli Enti locali erano parti attive nella gestione delle Unità Sanitarie Locali. Cinque sale operatoria: tre riservate a Chirurgia, Ginecologia e Otorinolaringoiatria e due per Oculistica e Ortopedia.
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La potenzialità operativa è notevole ma la mancanza di Anestesisti limita il numero degli interventi a una decina la settimana. Ambrogio Sala, membro di minoranza del Comitato di Gestione, sollecita la ricerca di personale specializzato in Ostetricia Ginecologia ma anche il rafforzamento della Chirurgia in quanto ancora manca il sostituto di Gianni Orsolini.
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Dopo 37 anni di servizio va in pensione l’appuntato Angelo Brescia. Il breve ricordo di sovrappone a quello dei meratesi di antica data: a Merate giunge nel 1959 quando la caserma era ancora in via Sant’Ambrogio, tre locali più una specie di cella di sicurezza, cinque sei uomini maresciallo compreso. L’unico mezzo di trasporto in dotazione era la bicicletta, il fucile un modello 91 con baionetta e una Beretta cal. 9. Zaino a tracolla e pattugliamento del paese, quando via Verdi era un sentiero e via De Gasperi ancora non c’era. Poi il trasferimento in via Verdi col maresciallo Guido Scarpa e l’arrivo di due moto Guzzi e un pulmino. Storie di altri tempi.
La Giunta regionale autorizza l’apertura nell’ex cava di Bagaggera di un grande deposito di stoccaggio rifiuti con ammasso e trattamento dei rifiuti speciali. Immediata la reazione di Eugenio Mascheroni, presidente del Parco del Curone e di Amelio Galbusera, sindaco di Rovagnate. Si apre così un duro braccio di ferro con la Regione per impedire che la cava diventi una discarica col passaggio di decine e decine di camion ogni giorno.AccadevaFebbraioQuaranta7.jpg (99 KB)
A Robbiate scoppia il caso “Coglia” dall’omonima cascina. Il piano di lottizzazione si estende su circa 80mila metri quadrati di terreno e secondo i progettisti tra villette e condomini potrebbe ospitare fino a 500 persone. Scontro cittadini con la Giunta guidata dal sindaco Giorgio Ferrari il quale sostiene che la Regione nell’esaminare il Prg ha inserito una lottizzazione in quella zona. I proprietari dei terreni spingono, i cittadini protestano. Ferrari assicura che porterà l’intero progetto in Consiglio comunale. Una vicenda che andrà avanti a lungo.

Qualche foto di quarant’anni fa.
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La formazione femminile del CSI Libere di Verderio

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Atleti e dirigenti del Santa Margherita di Usmate di ciclismo posano dopo il pranzo sociale al ristorante il Pino di Lomagna

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Gruppo di atleti del G.S. Avis di Ronco Briantino di ciclismo

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Fino a pochi anni fa la vera festa delle donne era il 5 febbraio, giorno di Sant’Agata. L’usanza era di riunirsi a cena in un ristorante per trascorrere qualche ora in compagnia. Oggi la tradizione è quasi del tutto andata perduta a favore dell’8 marzo. Ecco alcune foto dei festeggiamenti nei nostri paesi

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Gli allievi del basket dell’A.S. Robbiate “Briantea leasing”

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Il 24 febbraio a Imbersago si inaugura la nuova edicola di proprietà di Doretta Riva, in piazza Garibaldi

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La squadra di pallavolo della Polisportiva Libertas Cernuschese

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Le ragazze dell’A.S. Padernese di pallavolo con i coach

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Atletica: foto di gruppo per i “regionali” dell’A.S. Merate Termotecnica
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