Montevecchia: risposta a rumori e rifiuti

Gentile sig. Lorenzo,
La ringraziamo per l’accorata epistola sul traffico domenicale lungo gli 800 metri di strada che, pur trovandosi fuori dal centro abitato, e quindi soggetta al limite ordinario di 90 km/h secondo Codice della Strada, viene ora trattata come un viale scolastico alle 8 del mattino, con limite assurdo a 30 km/h. Lecito? Sì. Comprensibile? Decisamente no. Sul rilevatore di velocità che tanto auspica: purtroppo (anzi, per fortuna) non è utilizzabile con limite inferiore ai 30 km/h, come da circolare ministeriale. Ergo: chi invoca l’autovelox come panacea, o non ha letto il Codice della Strada, o semplicemente ha bisogno di un nuovo passatempo per il weekend. Quanto al “dosso”, caro Lorenzo, come lei ben sa — ma fa finta di ignorare — su un rettilineo di 800 metri tra i prati, un dosso serve solo a fare più rumore: il veicolo rallenta (forse), poi accelera con entusiasmo post-ostacolo. Risultato: più rumore, più gas di scarico e stesso TGM. Geniale soluzione. Che poi i veicoli provochino “rumori fortissimi” per 800 metri, avanti e indietro tutto il giorno, ci consenta di dubitare. Forse il problema non è il traffico, ma la sua soglia di tolleranza — o magari i finestrini troppo aperti, o l’udito troppo fino. In ogni caso, vista la cronica mancanza di fondi dell’amministrazione (non certo colpa del Comune, ma di uno Stato che si mangia tutto come un pac-man impazzito), ringraziamo il cielo che i soldi non vengano spesi in autovelox illegali o dossi inutili, ma, si spera, per sistemare finalmente le strade che portano alle abitazioni. Quelle sì, ne avrebbero bisogno. Se proprio dobbiamo investire, suggeriamo qualcosa di utile e concreto: una pista ciclopedonale che colleghi via Orane, attualmente frequentata da moltissime persone ma priva di marciapiede o banchina, e quindi pericolosa. Vede, caro Lorenzo, questa è pianificazione, non folklore da social. Se poi trova che le auto corrano troppo solo sotto casa sua, oppure che il rombo dei motorini sia il male assoluto della civiltà moderna, le alternative restano due: Adeguarsi, alla modernità come milioni di persone fanno ogni giorno. Oppure attendere pazientemente, senza rompere i coglioni, tempi migliori — o, perché no, la dolce e silenziosa eternità. In alternativa, può sempre trasferirsi sull'altopiano del Tibet. Ma attento: anche lì ogni tanto passa un yak che sbuffa. Cordiali saluti e buon weekend a viabilità migliorata.
Andrea - solo risposte ciniche
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