Merate: 3 giorni di emergenza in città con la protezione civile
Non hanno mancato di destare una certa curiosità e, in qualche caso anche preoccupazione, le simulazioni messe in campo lo scorso fine settimana da oltre 350 volontari della Protezione civile per rappresentare scenari di emergenza che si possono verificare sul territorio e testare così l'operatività e il coordinamento tra le varie forze in campo.



Oltre agli operativi con le tute giallo-blu sono stati coinvolti gli studenti delle superiori in qualità di comparse e i membri dell'amministrazione e del comune per verificare il funzionamento della macchina comunale.
Un vero e proprio banco di prova, come hanno spiegato il sindaco di Merate Mattia Salvioni e di Imbersago Fabio Vergani, i due comuni coinvolti nell'operazione LIMO (con anche Lecco e Oggiono) che ha visto operare su esondazioni, crolli, dispersione di materiali tossici e inquinanti, incendi, allagamenti, fughe di gas, animali scappati, sversamenti fognari, dissesti strutturali, voragini, persone bloccate all'interno di locali.
Dal CDD alla casa albergo evacuati, all'area Cazzaaniga passando per il Molgora in località La Sbianca sono stati diversi i punti della città interessati dalle operazioni di spegnimento, svuotamento, recupero, rimozione di materiali e che si sono concluse poi con un bilancio dell'operato e di come si sono mossi i volontari.



In piazza i tendoni allestiti hanno mostrato alla popolazione alcuni degli strumenti utilizzati, con il coinvolgimento anche dei bambini rimasti chiaramente affascinati da qutto questo movimento.



Oltre agli operativi con le tute giallo-blu sono stati coinvolti gli studenti delle superiori in qualità di comparse e i membri dell'amministrazione e del comune per verificare il funzionamento della macchina comunale.
Un vero e proprio banco di prova, come hanno spiegato il sindaco di Merate Mattia Salvioni e di Imbersago Fabio Vergani, i due comuni coinvolti nell'operazione LIMO (con anche Lecco e Oggiono) che ha visto operare su esondazioni, crolli, dispersione di materiali tossici e inquinanti, incendi, allagamenti, fughe di gas, animali scappati, sversamenti fognari, dissesti strutturali, voragini, persone bloccate all'interno di locali.
Dal CDD alla casa albergo evacuati, all'area Cazzaaniga passando per il Molgora in località La Sbianca sono stati diversi i punti della città interessati dalle operazioni di spegnimento, svuotamento, recupero, rimozione di materiali e che si sono concluse poi con un bilancio dell'operato e di come si sono mossi i volontari.



In piazza i tendoni allestiti hanno mostrato alla popolazione alcuni degli strumenti utilizzati, con il coinvolgimento anche dei bambini rimasti chiaramente affascinati da qutto questo movimento.
S.V.