Lo stato dell’inquinamento in Brianza dal report Arpa

Viviamo ai margini della zona più inquinata d’Europa, ma non tutto è perduto. Perché in passato si stava peggio e dei miglioramenti sono stati introdotti con alcune leggi come la 615 del 1966 e con la direttiva europea del 2003 sulle auto alimentate a gasolio, senza contare che molto dipende anche dai nostri comportamenti quotidiani.
Questo in sintesi il messaggio lanciato da Guido Lanzani, Responsabile U.O. aria e Supporto political decision maker dell’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, nel corso dell’incontro organizzato venerdì sera dalle Guardie Ecologiche Volontarie e dai Volontari del Parco di Montevecchia e del Curone presso Cascina Butto.
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Lanzani ha illustrato una serie di dati sulle principali sorgenti di emissione nel bacino padano, la cui fonte è il Life project PREPAIR, che testimoniano come i più importanti responsabili dell’inquinamento dell’aria siano la combustione in ambito residenziale e terziario per il Pm10 (56%), il trasporto su strada per gli ossidi di azoto NOx (48%) e per il Pm10 (19%), e l’agricoltura per le emissioni di ammoniaca NH3 (97%). 
Un accento particolare per quanto riguarda la combustione è stato messo sulla combustione da legna, che in alcune zone di montagna ma anche in Brianza è molto praticata nelle case con stufe e camini oltre che nelle attività di giardinaggio ed è troppo spesso sottovalutata. 
Le emissioni, che in parte dipendono anche dal meteo (si pensi per esempio alla formazione di ozono causata dall’irraggiamento solare), provocano problemi alla salute anche gravi sia nel breve che nel lungo termine.
Basandosi su dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il dirigente Arpa ha riferito come le ricerche abbiano stabilito una correlazione precisa tra aumento dei casi di mortalità e alti livelli di particolato nell’aria. Tra le malattie causate in maggior numero sono quelle dell’apparato respiratorio, ma anche ictus e infarto possono essere prodotti dall’attività infiammatoria degli inquinanti. Sul lungo periodo invece tra le patologie troviamo i tumori, la pressione alta e il diabete, mentre per il feto in gravidanza si può riscontrare una diminuzione di peso alla nascita.
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Il presidente del Parco Giovanni Zardoni, Guido Lanzani e Simone Renoldi  coordinatore delle Gev
A livello mondiale l’Oms mette l’inquinamento dell’aria al quarto posto tra le cause dopo la dieta scorretta, il fumo, gli scompensi di pressione. 
Questo non significa che in passato si stesse meglio. Con un breve excursus storico Lanzani ha voluto evidenziare come in epoche passate, soprattutto a causa della combustione di carbone oltre che di altri inquinanti, si siano verificati episodi molto gravi. Due esempi sono quello avvenuto in Pennsylvania nel 1948, quando in una settimana morirono 17 persone e migliaia furono intossicati a causa di una nube di smog dovuta alla concomitanza delle emissioni di una fonderia con un fenomeno di inversione termica, e il Grande smog di Londra del 1952 che uccise 12.000 persone.
“Nonostante i progressi fatti non siamo però ancora a livelli sufficientemente buoni e molto resta ancora da fare”, ha però sottolineato Lanzani. 
L’Arpa, con le sue centraline 97 in tutta la Lombardia quelle fisse, oltre a otto mezzi mobili che possono essere utilizzati temporaneamente laddove si verificasse un particolare problema – effettua un monitoraggio costante della situazione. 
Ognuno di noi può inoltre contribuire con i propri comportamenti a ridurre le emissioni, rispettando le leggi e le normative vigenti, come per esempio quelle che regolano la combustione della legna nei camini, ma anche evitando di bruciare materiali inquinanti, mantenendo pulite le canne fumarie e utilizzando una guida non aggressiva in auto. 
Al termine dell’esposizione sono fioccate numerose domande da parte dei partecipanti all’incontro, in particolare su quanto il nostro territorio risenta dell’inquinamento della vicina metropoli, sulla capacità del verde di mitigare i problemi, sulle emissioni del termovalorizzatore di Valmadrera e sulle istituzioni a cui rivolgersi per segnalare eventuali problematiche.
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Guido Lanzani e Simone Renoldi 

In base alle risposte fornite dall’esperto la situazione in Brianza non è favorevole dal punto di vista dell’inquinamento dell’aria, a differenza del Lecchese dove la situazione è decisamente migliore. 
La presenza del verde aiuta per quanto riguarda il raffrescamento dell’aria durante i picchi di calore ma non è fondamentale invece per quanto riguarda la riduzione dell’inquinamento.
“Alcune specie arboree hanno capacità filtrante ma fino a un certo punto e inoltre anche le piante contribuiscono a produrre ozono”, ha risposto Lanzani.
Nessun problema per quanto riguarda le emissioni dell’inceneritore di Valmadrera, costantemente attenzionato dall’Arpa. 
Per quanto riguarda poi a chi rivolgersi in caso di problematiche l’esperto ha specificato che l’Agenzia regionale sta cercando di ottenere la possibilità di effettuare controlli sui privati. 
Le Amministrazioni comunali possono fare ben poco, mentre la Provincia ha un ruolo maggiore potendo implementare le politiche regionali a livello locale e coordinando le azioni dei singoli Comuni. 
A.Vi.
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